ROMA, domenica, 24 ottobre 2010 (ZENIT.org).- Il compito missionario della Chiesa consiste nel trasfigurare il mondo. Lo ha detto Benedetto XVI questa domenica, prima della preghiera mariana dell’Angelus, richiamando la Giornata Missionaria Mondiale, che come ogni anno dal 1926 si celebra nella penultima domenica di ottobre.
Traendo spunto dalla Liturgia odierna in cui san Paolo fa riferimento al premio finale che il Signore consegnerà “a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione” (2 Tm 4,8), il Papa ha spiegato che “non si tratta di un’attesa inoperosa o solitaria, al contrario! L’Apostolo ha vissuto in comunione con Cristo risorto per ‘portare a compimento l’annuncio del Vangelo’ così che ‘tutte le genti lo ascoltassero'” (2 Tm 4,17).
“Il compito missionario – ha sottolineato il Pontefice – non è rivoluzionare il mondo, ma trasfigurarlo, attingendo la forza da Gesù Cristo che ‘ci convoca alla mensa della sua Parola e dell’Eucaristia, per gustare il dono della sua Presenza, formarci alla sua scuola e vivere sempre più consapevolmente uniti a Lui, Maestro e Signore’”.
“Anche i cristiani di oggi – come è scritto nella lettera A Diogneto – ‘mostrano come sia meravigliosa e … straordinaria la loro vita associata. Trascorrono l’esistenza sulla terra, ma sono cittadini del cielo’”.
Il Papa ha voluto poi affidare alla Vergine Maria le comunità cristiane del Medio Oriente e tutti i missionari del Vangelo.
Nel salutare, invece, i pellegrini di lingua spagnola presenti in piazza San Pietro, il Papa li ha incoraggiati “a pregare il Signore per coloro che hanno offerto generosamente la loro vita per l’evangelizzazione dei paesi, spesso in mezzo a grandi difficoltà”.
Rivolgendosi quindi ai fedeli polacchi ha ricordato che in Polonia verrà celebrata la Settimana Missionaria il cui motto è: “Le missioni – testimonianza d’amore e di comunione”.
“Raccomandandoli alla vostra preghiera auguro che questi eventi contribuiscano alla crescita della comunione nella Chiesa e alla condivisione della testimonianza evangelica della fede”, ha concluso.