CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 21 ottobre 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito la lettera dal titolo “Riflessioni sul cammino da percorrere”, inviata il 19 ottobre ai Legionari di Cristo e ai membri consacrati del Regnum Christi dall’Arcivescovo e futuro Cardinale Velasio De Paolis, Delegato pontificio per questa congregazione religiosa.
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Roma, 19 ottobre 2010
Ai Legionari di Cristo
e ai membri consacrati del Regnum Christi
Carissimi fratelli e sorelle nel Signore,
dalla prima lettera che vi ho inviato in data 10 luglio, inizio del compito che il Santo Padre mi ha voluto affidare verso i Legionari di Cristo e il movimento Regnum Christi, collegato con loro, sono trascorsi tre mesi. Si è trattato di un tempo di vacanze estive, durante il quale l’impegno del lavoro è piuttosto affievolito. Tuttavia è stato un tempo prezioso per il cammino intrapreso. Molti hanno fatto sentire la loro voce, inviando i loro scritti o incontrandomi personalmente. Sono stati molti. Purtroppo non ho potuto ascoltare tutti quelli che lo desideravano. Ma spero che il cammino, che si prevede ancora lungo, lo permetterà in seguito. Né ho potuto rispondere ai tanti che hanno fatto sentire la loro voce per scritto. Non pochi hanno voluto inviarmi i loro auguri e saluti. Evidentemente non posso rispondere a ciascuno personalmente.
Colgo volentieri l’occasione per ringraziare tutti coloro che si sono fatti presenti: coloro che hanno voluto semplicemente farsi presente con un saluto ed un augurio; coloro che hanno voluto raccontare anche la storia della loro vocazione ed esprimere la loro volontà di rimanere fedeli alla propria vocazione religiosa e sacerdotale nella Legione, come fedeltà a Dio e alla Chiesa; coloro che hanno offerto anche i loro suggerimenti per il cammino di rinnovamento che siamo chiamati a percorrere, sia per avvertire dei pericoli che si corre quando si venga presi dalla voglia di cambiamento, sia per incoraggiare a cambiare e a rinnovare la Congregazione. Sono certo che tutti si muovono con il desiderio di operare per il bene; e certamente tutti sottolineano aspetti da tenere presenti nel cammino.
Vorrei invitare alla riflessione. Ciascuno di noi, sia pure con la maggiore buona volontà, in genere è parziale nella propria visione e valutazione dei fatti e delle esigenze di rinnovamento; pertanto invece che creare contrapposizioni per fare trionfare la propria visione, è necessario che ciascuno guardi anche agli altri e sia aperto e disponibile alla valutazione degli altri. Dalla valutazione e dai contributi di tutti, siamo chiamati ad un discernimento che ci porti alla strada del cambiamento nella continuità della stessa vita della Congregazione. Di fatto non si può negare che non poche cose vanno, dopo seria ponderazione, cambiate o migliorate; altre, e sono le fondamentali, circa la vita religiosa e sacerdotale, vanno conservate e promosse.
L’importante è soprattutto che ciascuno sia mosso dal desiderio di bene e dalla volontà di convertirsi sempre di più al Signore, sotto la guida della Chiesa, per essere disponibili alla sua volontà e progredire nel cammino della fedeltà e della santità, secondo la vocazione propria. Se si procederà uniti e rispettosi gli uni degli altri, il cammino sarà spedito e sicuro; se ci lasceremo prendere dalla volontà di prevalere, e di imporre le proprie idee contro gli altri, il naufragio è certo.
La responsabilità pertanto è grande e ciascuno la deve sentire di fronte alla propria coscienza, di fronte a Dio, di fronte alla Chiesa e alla Congregazione. Con questo spirito e con questo incoraggiamento, vi invio questa lettera con la quale comunico qualche notizia e qualche riflessione sul cammino percorso e sulla prospettiva del futuro.
I. Completamento del quadro per l’accompagnamento
1. Nella presentazione della lettera pontificia di nomina ho precisato che ulteriori determinazioni sarebbero state date in seguito con la pubblicazione del decreto del Segretario di Stato, che porta la data del 9 luglio 2010. Si tratta di un decreto che vi è stato già comunicato ed è da voi conosciuto. In questo Decreto viene precisato un punto fondamentale che va tenuto presente: con la nomina del Delegato Pontificio la Legione non viene commissariata, ma viene accompagnata nel suo cammino attraverso il Delegato Pontificio. Il Decreto Pontificio infatti, riconosce e conferma i superiori attuali. Questo significa da una parte che i superiori rimangono in carica a norma delle costituzioni; e dall’altra che essi devono procedere in armonia con lo stesso Delegato Pontificio. Ciò significa anche che la prima istanza per una trattazione dei problemi della stessa Legione sono i superiori, ai quali i religiosi sono pertanto invitati prima di tutto a rivolgersi.
2. Nello stesso tempo ho precisato che la mia funzione avrebbe potuto attivarsi pienamente solo quando mi fossero stati dati i consiglieri, che mi sarebbero stati di aiuto nel mio compito di Delegato Pontificio. In questi giorni è stata comunicata la notizia di questi consiglieri. Essi sono:
* S.E. Mons. Brian Farrell, L.C., segretario del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.
* P. Gianfranco Ghirlanda, S.I., ex rettore della Pontificia Università Gregoriana.
* Mons. Mario Marchesi, vicario generale della diocesi di Cremona.
* P. Agostino Montan, C.S.I., direttore dell’Ufficio per la vita consacrata della diocesi di Roma e vice-decano della facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense.
3. C’è anche una precisazione per quanto riguarda il movimento Regnum Christi, particolarmente per le persone consacrate. S. E. Mons. Ricardo Blázquez, arcivescovo di Valladolid, è stato costituito visitatore dei consacrati nel movimento Regnum Christi. Tale visita sarà attuata sotto la responsabilità del Delegato Pontificio e in coordinamento con la sua res-ponsabilità su tutta la Legione di Cristo e il movimentoRegnum Christi. Il movimento Regnum Christi è un bene prezioso indivisibilmente associato alla Legione. Questa deve sentirne la responsabilità e deve continuare ad offrire la sua cura; ma anche questo rapporto deve essere oggetto di una serena riflessione, e fa parte del cammino di rinnovamento che riguarda la Legione stessa e le sue costituzioni, anche in riferimento ai membri del Regnum Christi.
4. Inizio di una nuova fase.
Preciso ancora che il mio incarico di Delegato Pontificio non è neppure quello di visitatore apostolico, che ha il compito fondamentale di incontrare persone, raccogliere informazioni per avere un quadro della situazione reale e offrire all’Autorità competente suggerimenti e proposte quali rimedi per curare le situazioni non conformi all’ideale evangelico della vita religiosa.
Il compito di visitatore è stato assolto dai cinque vescovi incaricati dal Santo Padre a visitare tutta la Congregazione.
Tale compito si è protratto per quasi un anno. Il risultato è stato presentato al Santo Padre, che ha indicato, con la nomina del Suo Delegato, il cammino ulteriore, che non consiste più in quello di visitatore o commissario, ma in quello di accompagnare il cammino di rinnovamento, particolarmente in vista di un Capitolo Straordinario che dovrà elaborare un testo costituzionale da sottoporre alla Sede Apostolica. Si tratta di un cammino che dovrà partire dalle indicazioni emerse dalla visita apostolica e fatte proprie dalla Santa Sede, perché sulla base di esse ci si avvii verso il necessario rinnovamento.
E’ un compito che spetta a tutti e tutti pertanto devono essere coinvolti e responsabilizzati. Ma è evidente che tale compito compete soprattutto ai Superiori che sono chiamati ad organizzare, stimolare, suscitare e impegnare tutti, attivamente e ordinatamente, in questo rinnovamento. A questo stadio del cammino della Congregazione
è di estrema importanza che i Superiori svolgano bene il loro compito.
Questo è anche l’aiuto principale che il Delegato Pontificio è chiamato a offrire. Il Santo Padre, avviando questa nuova fase del cammino, ha rinnovato la sua fiducia nella Congregazione; tale fiducia potrà avere esito positivo solo se ad essa seguirà la fiducia dei Legionari, che sono caldamente invitati ad abbandonare sospetti e diffidenze e ad operare fattivamente e positivamente per il bene della Legione, senza attardarsi ancora sul passato e senza alimentare divisioni. Dopo la fase della visita apostolica, è seguita quella nuova della ricostruzione e del rinnovamento. E’ quella nella quale siamo invitati ad inserirci.
II. Notizie e valutazioni
1. Nei tre mesi che sono intercorsi tra la pubblicazione della mia nomina e quella dei miei consiglieri, ho avuto diversi incontri, benché fossimo in periodo estivo e quindi di vacanze, con i superiori dell’istituto, sia per trattare alcuni problemi urgenti che si ponevano di volta in volta, sia anche per dare risposte ad attese che erano nell’aria e per offrire precisazioni su questioni che la prassi veniva di volta in volta ponendo.
2. Ho avuto così diversi incontri con la direzione generale, e ultimamente con la direzione generale e i superiori provinciali che si trovavano a Roma. Non si è trattato tanto di decisioni, rinviate a quando fossero nominati i quattro consiglieri del Delegato Pontificio; si è riflettuto piuttosto su aspetti di ordine generale e si è cominciato ad individuare alcune questioni da affrontare, sulle procedure da adottare, su problemi da chiarire, ecc. Sono stati presentati anche sia pure in modo molto sintetico alcuni rilievi emersi dalla riflessione dei visitatori della stessa Congregazione. Si è parlato del rapporto tra la situazione personale del Fondatore e la realtà carismatica e spirituale della stessa Legione; si è tentata anche una prima riflessione sul problema dell’esercizio dell’autorità all’interno della Legione; sul tema della libertà di coscienza, dei confessori e dei direttori spirituali; si è compiuto qualche riflessione sul cammino da percorrere per la revisione delle costituzioni, con particolare riferimento alla struttura di esse, nel rapporto tra norme costituzionali e altre; si è cercato anche di chiarire bene il rapporto tra i superiori: della Legione e il Delegato Pontificio; e altri argomenti del governo della Congregazione.
3. Si sono individuati alcuni problemi per i quali si prevede che sarà necessaria la costituzione di una commissione: anzitutto e principalmente la commissione per la revisione delle costituzioni; ma si prospetta anche la necessità di una commissione di avvicinamento di coloro che in qualche modo avanzano pretese nei confronti della Legione, e di una commissione per i problemi di ordine economico.
4. Non è mancato neppure un accenno ai tempi che si prevedono, per portare a termine il cammino. Da parte dei Legionari si rileva un desiderio di affrettare i tempi. Ma si è insistito sulla necessità di prendere il tempo necessario, che si prevede di almeno due o tre anni o anche più.
5. Leggendo le numerose lettere giunte, in linea generale si tratta di reazioni positive. Si ringrazia il Santo Padre per il suo intervento e per la nomina del Delegato Pontificio; si esprime la propria disponibilità a collaborare con lo stesso Delegato e si assicura la preghiera; si ringrazia il Signore per la vocazione ricevuta e si esprime fiducia nella Congregazione dei Legionari, nella quale si vuole perseverare. I seminaristi in genere si sono limitati ad esprimere la volontà di perseverare nella vocazione. Alcuni sacerdoti hanno espresso anche dei suggerimenti, delle perplessità, dei dubbi e difficoltà, soprattutto per quanto riguarda la regolamentazione e la prassi sul foro interno, sull’esercizio dell’autorità e sulla nomina dei superiori o i cambiamenti; sulla formazione; qualcuno ha chiesto un tempo di riflessione come extra domum, o la volontà di lasciare la stessa Congregazione.
III. Alcuni punti specifici di maggiore rilievo
1. Vicenda del Fondatore e la reazione dei Legionari.
La grande maggioranza dei Legionari, di fronte alla vicenda del Fondatore, ha reagito positivamente riaffermando la gratitudine a Dio per la loro vocazione e scoprendo il tanto bene che la Legione aveva pure compiuto e sta tuttora compiendo. La Legione del resto è stata approvata dalla Chiesa e non può non essere ritenuta opera di Dio, al servizio del Suo Regno e della Chiesa. Le responsabilità del Fondatore non possono essere trasferite semplicemente sulla stessa Legione de Cristo.
2. Superiori attuali e loro responsabilità
Una difficoltà è ritornata più volte e da più parti secondo la quale gli attuali superiori non potevano non conoscere le colpe del Fondatore. Tacendole essi avrebbero mentito. Ma si sa che il problema non è tanto semplice. Le diverse denuncie pubblicate sui giornali fin dagli anni 1990 erano ben note, anche ai superiori della Congregazione. Ma altra cosa è avere le prove della fondatezza e più ancora la certezza di esse. Questa è avvenuta solo molto più tardi e gradualmente. In casi simili la comunicazione non è facile. Si impone l’esigenza di ritrovare la fiducia, per la necessaria collaborazione.
3. Il carisma della Legione
Un’altra questione molto delicata è quella del carisma della stessa Legione. La mancata distinzione tra norme costituzionali e norme di diritto ha forse nociuto all’individuazione del carisma stesso. Ma sembra innegabile che esso risulta sufficientemente chiaro e preciso, ed è quanto mai attuale. Si impone una riflessione ed approfondimento.
Vogliamo accennare ad un solo aspetto. La cultura attuale è secolarizzata, inficiata di immanentismo e relativismo. Tale mentalità caratterizza la cultura del tempo e le persone che oggi fanno opinione o si ritengono detentrici della cultura. È questione di cultura e questione quindi di leadership: ossia di persone nelle cui mani risiede la guida della società. Siamo di fronte ad una società che non esprime più personaggi di spessore culturale cristiano e segnatamente cattolico. Nello stesso tempo sappiamo che la fede non può essere ricondotta solo a livello privato.
La società di oggi per essere cristianizzata ha bisogno di persone che possano assumere la responsabilità della società di domani, che si formano nelle scuole e nelle università, di sacerdoti, persone consacrate e laici impegnati, ben formati, di apostoli della nuova evangelizzazione.
Il passato deve guidarci ad inserirci nel presente. La Chiesa ha plasmato il passato, ha contribuito ad una visione cristiana della vita, attraverso i monasteri, le università, gli studi e la cultura. La Chiesa riafferma questo quando parla di nuova evangelizzazione e progetta il nuovo dicastero per la nuova evangelizzazione. Penso che la Congregazione dei Legionari di Cristo trovi proprio in questo campo il suo spazio di servizio alla Chiesa. E questo fa bene sperare per il futuro.
IV. Riflessione conclusiva
A me pare che si può e si deve sperare in un positivo cammino di rinnovamento. Vi sono all’orizzonte tanti segni che fanno bene sperare per un approdo positivo al termine del cammino. Lo schock provocato dalle vicende del Fondatore è stato di un impatto terribile, in grado di distruggere la stessa Congregazione, come del resto tanti vaticinavano. Essa invece non solo sopravvive, ma è ancora quasi intatta nella sua vitalità. La grande maggioranza dei Legionari ha saputo leggere la storia della propria vocazione, non tanto in relazione al Fondatore, ma in relazione al mistero di Cristo e della Chiesa, e rinnovare la propria fedeltà a Cristo e alla Chiesa, nella Legione.
La capacità di leggere in una dimensione soprannaturale la loro vicenda ha permesso loro di non perdersi e
smarrirsi. La stella polare della fedeltà alla Chiesa e dell’obbedienza al Papa li ha preservati da facili scoramenti e abbandoni. Non pochi hanno raccontato la loro reazione agli avvenimenti. La gran parte afferma che non ha avuto nessuna esitazione a riconfermare la propria fedeltà e il proprio impegno davanti a Dio e alla Chiesa. Più di qualcuno ha comunicato che ha avuto una prima reazione di stizza e quasi di rabbia, con la sensazione di essere stato tradito; ma poi si è ripreso. Qualcuno ha meditato anche di lasciare la Legione, per entrare in una diocesi. Ma si è trattato, tutto sommato, di pochi, che hanno scelto tale strada.
Qualche abbassamento si è avuto nella promozione vocazionale. In questi casi la difficoltà è venuta particolarmente dai parenti, che non hanno saputo discernere sufficientemente nel grande clamore sollevato dai mezzi di comunicazione la verità dalla falsificazione. In questo vortice di opinione pubblica purtroppo si è lasciato prendere anche qualche legionario che ha desistito dall’impegno di promozione vocazionale.
Nel cammino che rimane da percorrere, si annida forse un pericolo che va menzionato ed è tipico nelle situazioni di questo genere. Nella vicenda dei Legionari di Cristo si sta vivendo una specie di paradosso. Per gli Istituti religiosi in genere si lamenta che in nome del rinnovamento postconciliare richiesto dal Concilio, è venuta a mancare la disciplina e il senso dell’autorità, con una certa rilassatezza anche nella pratica dei consigli evangelici e con una crisi vocazionale impressionante, nonostante la ricchezza della teologia sulla vita religiosa che si è sviluppata in questo periodo; per i Legionari invece si tratta di aprirsi di più a questo rinnovamento postconciliare della disciplina e dell’esercizio dell’autorità. Il pericolo di andare oltre il segno e di innescare un meccanismo di disimpegno disciplinare e spirituale è reale; e serpeggia particolarmente tra qualche sacerdote o religioso. Questo pericolo è temuto dallo stesso Superiore Generale, il quale, esprimendo al Papa il suo impegno di obbedienza e di fedeltà, chiedeva però che l’istituto in questo cammino di rinnovamento sia preservato da questo pericolo, ossia dal pericolo che l’impegno per il rinnovamento si trasformi in indisciplinatezza e rilassatezza.
Rinnovo il mio invito a tutti voi di intensificare in questo periodo la vostra preghiera. L’angelo del Signore disse al profeta Elia: «Su mangia, perché è troppo lungo per te il cammino» (1 Re19,7). Così anche noi ci accostiamo con fiducia alla fonte inesauribile dell’Eucaristia, dove Cristo stesso è il nostro Sostegno e Compagno di viaggio. Che Dio vi benedica tutti.