Lo Spirito Santo, “protagonista” del Sinodo dei Vescovi

Afferma l’Arcivescovo Youssef Soueif, Segretario Speciale dell’assise

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ROMA, mercoledì, 20 ottobre 2010 (ZENIT.org).- Lo Spirito Santo è il vero protagonista del Sinodo dei Vescovi, perché parla attraverso i presuli che vi partecipano.

Lo ha affermato l’Arcivescovo della comunità maronita di Cipro e Segretario Speciale del Sinodo per il Medio Oriente, Youssef Soueif, in un’intervista rilasciata a Gabriela Maria Mihlig, corrispondente a Roma per il Patriarcato latino di Gerusalemme per il Sinodo in svolgimento fino al 24 ottobre.

Spiegando il suo ruolo di Segretario Speciale, il presule ha ricordato che consiste soprattutto nell’assistere direttamente il Relatore Generale del Sinodo, Sua Beatitudine Antonios Naguib, Patriarca di Alessandria dei copti cattolici, e nel seguire gli atti sinodali in coordinamento con il Segretario Generale e il gruppo degli esperti.

“Durante le sessioni ci sono compiti fondamentali da specificare – ha indicato –: è importante seguire, osservare e ascoltare con molta attenzione ciò che i Padri sinodali dicono e offrono attraverso le loro esperienze come pastori delle loro Chiese locali e per preparare elementi per il resoconto del Sinodo”.

“La cosa più importante di un Sinodo è ciò che dicono i Padri”, ha dichiarato. “L’elemento principale è ciò che lo Spirito Santo dice mediante i Vescovi durante le sessioni, e ovviamente il contributo di ogni Padre ha la sua importanza, perché riflette l’esperienza del Popolo di Dio in questo o in quel luogo”.

Per queste ragioni, il Segretario Speciale ha il compito di “accompagnare il lavoro dei Padri sinodali e aiuta a formulare proposte alla fine delle sessioni”. In tutto ciò “è assistito da esperti e da un grande staff di persone che lavorano nel Segretariato Generale del Sinodo”.

Cipro, spazio di riconciliazione tra Oriente e Occidente

L’Arcivescovo ha anche ricordato la visita di Papa Benedetto XVI a Cipro dal 4 al 6 giugno scorsi, “tre giorni storici e di grande grazia”.

“A livello nazionale, sociale, ecclesiastico e spirituale la visita è stata un successo”, ha affermato.

I maroniti vivono a Cipro da circa 1.200 anni, “offrendo alla società il nostro patrimonio, la nostra tradizione, le nostre esperienze ecclesiastiche, spirituali e umane per il beneficio di tutto il Paese”.

Per il presule, Cipro “è come un ponte tra Medio Oriente ed Europa”, è “uno spazio di incontri, unità, riconciliazione di dimensioni culturali tra Oriente e Occidente”.

Quanto alla realtà della Chiesa cipriota, il presule ha sottolineato che il popolo “pratica la propria fede” e che bisogna prestare attenzione soprattutto ai giovani “per quanto riguarda vita di fede e spiritualità”.

“Contribuiamo a mantenere questa società multiculturale come un vero messaggio di allegria. Ovviamente, vogliamo vedere una soluzione per il problema di Cipro [la cui zona nord è stata occupata dai turchi nel 1974, ndr.] basata su pace, riconciliazione, libertà e giustizia. Come maroniti – ovvero un gruppo piccolo, ma molto ricco per storia e cultura – vogliamo tornare nei nostri villaggi”.

“Crediamo che tutti i monasteri, le chiese e le moschee dell’isola debbano essere aperti a tutti – ha proseguito l’Arcivescovo –. Sarà una benedizione per la riconciliazione, il perdono e l’amore tra i popoli”.

“Il cristiano è chiamato a testimoniare i valori del Vangelo e la realtà della resurrezione, che significa pace, perdono, fratellanza, amore e rispetto nei confronti di ogni essere umano nel mondo”.

“Incoraggiamo tutte le iniziative di collaborazione tra cristiani e tra cristiani e non cristiani in vari progetti: nel settore educativo, sociale e umano. Collaborare aiuta a rafforzare la fiducia e a rinnovare l’amicizia tra i popoli e tra le famiglie”, ha concluso.

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ZENIT Staff

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