I Incontro sull'Assistenza Pastorale di Strada per Asia e Oceania

Dal 19 al 23 ottobre in Thailandia

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ROMA, martedì, 19 ottobre 2010 (ZENIT.org).- Da questo martedì al 23 ottobre è in svolgimento presso il Baan Phu Waan Pastoral Training Centre di Bangkok (Thailandia) il I Incontro Integrato sull’Assistenza Pastorale di Strada per l’Asia e l’Oceania.

E’ il terzo evento di una serie di Incontri Continentali, promosso e organizzato dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti sull’assistenza di strada. Il primo si è svolto nel 2008 a Bogotà (Colombia) per l’America Latina, il secondo a Roma nel 2009.

L’incontro di Bangkok è stato organizzato in collaborazione con l’Ufficio per lo Sviluppo Umano della Federazione delle Conferenze Episcopali dell’Asia (OHD-FABC). Vi partecipano circa 55 persone di 18 Paesi.

Il tema è tratto dal brano dei due discepoli sulla via di Emmaus, “Gesù si accostò e camminava con loro” (Lc 24, 15).

L’apostolato di strada, ricordano gli organizzatori, “abbraccia un ampio spettro di coloro la cui vita è costretta in un modo o nell’altro ai margini di una normale vita casalinga e di un’ordinaria cura parrocchiale”, richiedendo “alcuni approcci specifici e un’ampia flessibilità pastorale”.

La Chiesa in Asia e Oceania “cerca attivamente di affrontare questa sfida sempre crescente sulla strada, soprattutto con il suo contributo alla difesa e alla promozione della vita attraverso assistenza sanitaria, sviluppo sociale e istruzione, formazione integrale e professionale”.

In questo contesto, gli obiettivi principali dell’incontro sono “condividere esperienze e metodologie di approccio in Asia e Oceania”, “esplorare nuove possibilità di esercitare ed espandere il ministero esistente”, “scoprire nuove strategie di collaborazione con organizzazioni e corpi governativi e non governativi” per “lavorare insieme per salvaguardare la dignità della persona umana e assicurarne il benessere”.

Tra i gruppi sociali interessati ci sono in primo luogo gli utenti delle strade, considerando che “il problema dei morti e dei feriti come risultato di incidenti è ormai riconosciuto come un fenomeno globale che desta grande preoccupazione”. Le ultime statistiche affermano infatti che sulla strada muoiono ogni giorno 3.000 persone e 500 bambini, e che ogni anno 1,3 milioni di persone perdono la vita e 50 milioni restano feriti. Oltre il 90% di questi incidenti avviene nei Paesi poveri.

Le donne di strada sono un’altra fascia interessata, che pone la Chiesa di fronte alla sfida di “una rete complessa di atteggiamenti culturali e sociali, combinati con l’operazione della cosiddetta ‘industria’ che oggi trae profitto dal crimine e dal traffico di esseri umani”.

Questo ultimo fenomeno “ha raggiunto livelli senza precedenti, al punto da poter essere considerato una nuova forma di schiavitù”, ricordano gli organizzatori dell’incontro.

Anche se i Governi asiatici hanno bandito la prostituzione in generale, si ritiene che sia diventata un affare fondamentale nel continente, che “come ogni industria ha contribuito all’impiego, al reddito interno e alla crescita economica di alcuni Paesi asiatici”.

La pastorale in esame si occupa anche dei bambini di strada, il cui fenomeno “è aggravato da cause come povertà e conseguenti migrazioni, disgregazione familiare, abuso, abbandono”. I bambini di strada spesso diventano “vittime di abusi sessuali e prostituzione, traffico, crimine, droga e violenza delle gang”.

A livello globale, si pensa che ogni anno 1,2 milioni di bambini siano oggetto di traffico a scopo di lavoro o sfruttamento sessuale, mentre la popolazione totale dei bambini di strada si aggirerebbe intorno ai 150 milioni di unità. “Il 40% di loro non ha una casa, l’altro 60% lavora in strada per sostenere la famiglia”.

C’è infine il problema dei senzatetto. Nel mondo si considera che ci sia più di un miliardo di persone senza rifugio, tra chi non ha una casa e chi ha un alloggio inadeguato.

Tra le cause che provocano questo fenomeno in Asia e in Oceania, ci sono “migrazioni (interne ed esterne), povertà, disgregazione familiare, malattia mentale, dipendenze”, “disastri naturali come inondazioni e cicloni”.

Per la maggior parte delle persone coinvolte, “si parla della perdita non solo di un tetto, ma di una casa in cui vivere con dignità, sicurezza e salute”.

Il quarto Incontro Continentale, che riguarderà l’Africa e il Madagascar, si svolgerà nel 2011 in collaborazione con il Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar (SECAM).

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ZENIT Staff

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