I Guanelliani offrono assistenza nell'ultimo tratto del Cammino di Santiago

ROMA, venerdì, 15 ottobre 2010 (ZENIT.org).- Negli ultimi 120 chilometri del Cammino di Santiago, che va da Sarria a Santiago de Compostela, non ci sono Congregazioni né assistenza spirituale, nonostante sia il tratto più frequentato da migliaia di pellegrini di ogni età e provenienza.

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Per questo motivo, i Guanelliani hanno deciso di stabilire sul posto una propria comunità. Domenica 10 ottobre si sono insediati nella parrocchia di S. Eulalia ad Arca, nell’ultima tappa prima di Santiago, padre Ezio e padre Fabio. Era presente l’Arcivescovo di Santiago de Compostela,  monsignor Julián Barrio Barrio.

“Si tratta di un paesino di mille abitanti”, ha spiegato padre Fabio come riporta un comunicato dei Guanelliani, “che diventano ogni sera 2.500 per l’arrivo dei pellegrini. Per non parlare dei mesi estivi di giugno e luglio in cui addirittura si contano 4 mila presenze”.

Il progetto guanelliano nasce nell’Anno Santo Compostelano e nell’anno in cui la Chiesa ha dato la notizia dell’imminente canonizzazione del fondatore della Congregazione, il beato Luigi Guanella.

L’idea si avvale dell’esperienza di padre Ezio, lombardo di 63 anni, che ha fondato diverse opere guanelliane in Nigeria, Guatemala, Colombia e Spagna e ha una forte esperienza nel campo della disabilità, e di padre Fabio, romano di 45 anni, da anni impegnato nelle parrocchie e con i gruppi giovanili.

Il progetto, ricordano i Guanelliani, “nasce dal desiderio di intercettare, in uno dei punti di massima confluenza giovanile europea, domande di senso e ricerca interiore ed interrogare questa ricerca, o suscitarla attraverso la testimonianza di una comunità guanelliana, dedita alla preghiera e ai poveri”.

Accanto alla cura spirituale dei pellegrini, i religiosi guanelliani garantiranno assistenza spirituale alle tre parrocchie presenti nel paesino, una più grande e due più piccole.

Il progetto è nato direttamente dal Consiglio generale dell’Opera per sperimentare una nuova formula di pastorale vocazionale.

La nuova comunità sarà formata da confratelli di diverse Province guanelliane. “Tra due o tre anni potremmo essere in quattro, con un confratello proveniente dall’Africa ed uno dall’India, una realtà internazionale che incontra del resto un popolo internazionale”, ha aggiunto padre Fabio.

La nuova realtà, pur dipendendo dal Padre generale, di fatto viene a costituirsi come terza comunità guanelliana di Spagna, insieme a quelle di Madrid e Palencia. “L’intento nel giro di tre, quattro anni è di passare dalla dipendenza diretta della Curia a divenire di fatto terza comunità spagnola”.

Nella fase di avvio del progetto ci si concentrerà su due aspetti: la cura del rapporto con le due comunità sorelle di Spagna che stanno offrendo sostegno e aiuto a partire dalla scelta del luogo, tra i tanti proposti ai guanelliani dai Vescovi spagnoli presenti negli 800 km del Cammino, e la comunione di intenti con le case vocazionali guanelliane in Europa.

La formula elaborata è semplice: “sulla via, offrire la possibilità di accostarsi ai sacramenti – confessione, Eucaristia, momenti di preghiera – accoglienza spirituale ma anche corporale – possibilità di fare una doccia, consumare un pasto, riposare – sulla linea della grande assistenza monastica del Medioevo”.

“Il tutto con l’intento non tanto di fermare chi passa quanto piuttosto di invitare coloro che avvertono il desiderio di un discernimento nella propria vita a ripassare per trascorrere con noi, durante tutto l’anno, una settimana, quindici giorni o un mese in preghiera, lavoro e studio”, ha sottolineato padre Fabio.

I giovani che manifesteranno il desiderio di approfondire il cammino vocazionale saranno poi messi in contatto diretto con le comunità guanelliane eventualmente presenti nei rispettivi Paesi o seguiti personalmente dai sacerdoti nel caso in cui non ci siano ancora realtà dell’Opera.

Per ulteriori informazioni, www.guanelliani.org.

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ZENIT Staff

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