La CEI chiede “impegni concreti” al governo

Su agenda bioetica, crescita demografica, federalismo solidale e sviluppo del Sud

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di Antonio Gaspari

ROMA, lunedì, 4 ottobre 2010 (ZENIT.org).- Vanno bene l’agenda bioetica, la crescita demografica, il federalismo solidale, lo sviluppo del Sud, ma è ora che diventino “impegni concreti”. Così monsignor Mariano Crociata, Segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), ha risposto alle domande dei giornalisti, nel corso della consueta conferenza stampa di presentazione del comunicato finale del Consiglio episcopale permanente riunitosi a Roma dal 27 al 30 settembre.

Venerdì primo ottobre, rispondendo a ZENIT in merito all’agenda bioetica presentata dal governo e alle dichiarazioni del Premier sulla necessità di una crescita demografica, monsignor Crociata ha spiegato che “tutti gli sforzi in questa direzione sono benvenuti e salutati positivamente. Tutto ciò che va in questa direzione da chiunque e in tutte le parti venga compiuto non può che vederci apprezzare”.

“Quelli che definiamo valori irrinunciabili – ha affermato – costituiscono degli aspetti inseparabili gli uni dagli altri e sono a fondamento di una compiuta realizzazione della persona nei suoi rapporti e nelle esigenze della convivenza con gli altri sul piano sociale”:

Per questo motivo, ha aggiunto, “la difesa di questi valori che riguardano la persona e la vita è apprezzata da chiunque venga”.

Il Segretario generale della CEI ha però precisato che “i propositi e gli impegni manifestati sono certamente apprezzati e vanno incoraggiati affinché diventino operosità concreta”.

“I Vescovi italiani – ha illustrato monsignor Crociata – ascoltano la gente, seguono da vicino le persone, le famiglie e i gruppi che testimoniano la stessa preoccupazione”, e rilevano la necessità di “fare attenzione alle esigenze reali e concrete” della gente, che “si sono moltiplicate negli ultimi tempi e si manifestano sotto forma di disagio, di emarginazione e di veri e propri drammi personali e sociali”. 

Per questi motivi, ha sottolineato, “la Chiesa ha a cuore la situazione del Paese ed esprime e conferma la volontà di reciproca collaborazione con lo Stato per il bene del Paese stesso” ribadendo “l’attesa della gente che si operi per affrontare i problemi concreti di ogni giorno delle famiglie, del lavoro e delle diverse persone con diverse esigenze”.

In merito, invece, al giudizio della CEI su una riforma federalista, monsignor Crociata ha risposto a ZENIT che “i Vescovi hanno costantemente espresso un giudizio non negativo sul processo in corso, ma sottolineando che tale federalismo ha l’esigenza di essere solidale e di salvaguardare l’unità del Paese”.

Circa “l’attenzione al Sud”, il Segretario della CEI  ha aggiunto che “tale esigenza deve tenere presente da un lato il valore della solidarietà nazionale e dall’altro la responsabilità delle stesse regioni del Sud, che sono chiamate a coinvolgersi e a farsi carico dell’impegno di crescita e sviluppo”. 

In merito alle tante domande su come la Chiesa italiana sta affrontando la scoperta degli abusi sessuale, monsignor Crociata ha precisato che le autorità ecclesiastiche stanno seguendo la via della ‘purificazione’ e del ‘rigore’ indicata dal Pontefice Benedetto XVI, con “massima attenzione alle richieste delle vittime alle quali si deve vicinanza e rispetto; l’accertamento tempestivo delle responsabilità; l’allontanamento anche cautelativo dai luoghi e dagli incarichi di chi sia coinvolto; l’avvio in tempi rapidi del procedimento canonico nei loro riguardi; nessun ostacolo al procedimento civile”.

L’episcopato italiano ha inolte avviato “un forte impegno nel discernimento vocazionale e nella formazione al sacerdozio e alla vita religiosa” e monsignor Crociata ha rassicurato il popolo cattolico perchè non risultino flessioni nella percentuale di cittadini che scelgono di destinare alla Chiesa cattolica l’8 per mille.

Circa i festeggiamenti per i 150 anni dell’unità d’Italia, il Segretario della CEI ha ricordato che “i cattolici hanno contribuito in maniera rilevante alla crescita e all’unità del Paese molto prima della firma del Concordato del 1929” e ha concluso: “la riflessione storica ha mostrato come la presenza dei cattolici in Italia è stata un fattore decisivo per la crescita del Paese e per la sua unità”.

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ZENIT Staff

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