"La memoria e la speranza", una mostra sull'arte d'Abruzzo

Arredi liturgici da salvare dopo il sisma del 2009

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di Mariaelena Finessi

ROMA, mercoledì, 31 marzo 2010 (ZENIT.org).- «È molto bello il significato simbolico di questo ritorno temporaneo, ad limen Petri, di oggetti che hanno conosciuto la tragedia del terremoto», così Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani accoglie la mostra “La memoria e la speranza” sul recupero degli arredi liturgici dell’Abruzzo colpito dal sisma lo scorso 6 aprile.

In esposizione, fino al 31 maggio, circa 200 esemplari dello straordinario patrimonio artistico e liturgico della regione abruzzese, provenienti dai luoghi simbolo della sua tradizione religiosa e culturale: i più interessanti arrivano dalla Cattedrale dell’Aquila, altri dall’Abbazia di Collemaggio dove è sepolto Papa Celestino V, dal Convento di San Giuliano, prima sede dal 1415 del Movimento dell’Osservanza, diffuso grazie all’operato di San Bernardino da Siena, e infine dal Convento e dalla Basilica di San Bernardino, dove è la tomba del grande Santo.

Le opere sono esposte con le loro “ferite” per far comprendere al pubblico lo stato in cui si trovano queste testimonianze preziose del connubio di arte e fede. Accoglierli nei Musei Vaticani «è allora un atto di pietà e di memoria – spiega Paolucci -, quella memoria che la Chiesa custodisce per coltivare la speranza e far dimorare, su di essa, la cultura».

«Questa mostra è, sì, uno sguardo al nostro passato – commenta monsignor Giuseppe Molinari, arcivescovo de L’Aquila -, un passato ricco di tesori d’arte ancora inesplorati, ma vuole essere anche un invito per gli abruzzesi a guardare avanti. La bellezza ha un sapore di eternità, non solo perché l’opera d’arte trionfa sull’azione demolitrice del tempo ma anche perché l’opera d’arte ricorda ad ogni generazione che siamo fatti per la bellezza».

Nel dettaglio, la mostra è organizzata in cinque sezioni, «in un progetto espositivo preesistente e quindi riciclato – spiega Sante Guido, uno dei curatori dell’evento – al fine di non sprecare altro denaro, da destinare invece ai restauri». La prima sezione comprende le opere provenienti dal territorio della diocesi de L’Aquila, come ad esempio la croce processionale da Sant’Eusanio Forconese, piccolo borgo medievale, opera di Amico di Antonio di Notaramico.

La seconda sezione è dedicata alla Basilica di San Bernardino, fulcro della religiosità aquilana: il santo è raffigurato con l’umile saio mentre mostra la tavoletta con il monogramma del Movimento dell’Osservanza nella nota effige dipinta da Sano di Pietro e voluta da San Giovanni da Capestrano. La terza sezione ha come protagonisti la figura di Papa San Celestino V e la Basilica di Santa Maria di Collemaggio, da lui voluta e duramente segnata dal terremoto.

La quarta sezione costituisce il cuore dell’intera esposizione, dedicata alla Cattedrale de L’Aquila mentre l’ultima sezione presenta i manufatti preziosi provenienti da chiese delle aree limitrofe come la cassetta delle reliquie di San Franco Eremita, custodita ad Assergi ed esposta per la prima volta al pubblico.

La mostra offre anche importanti risvolti scientifici, poiché lo studio delle opere da presentare in esposizione ha consentito di scoprire nuove ed inedite opere del famoso orafo abruzzese Nicola da Guardiagrele, nonché di ritrovare parte di un reliquiario da lungo tempo disperso. Tante altre sono le novità: ad esempio, per la prima volta in assoluto ed eccezionalmente presentati insieme, vengono esposti la tavoletta (quella originale con un sole d’oro su fondo blu) ed il saio di San Bernardino; mentre la “Madonna con Bambino” di Saturnino Gatti, danneggiata durante la mostra del G8, è ritornata alla sua originaria bellezza grazie all’Istituto Superiore del Restauro.

L’esposizione, unica nel suo genere, ha inoltre una ragione nobile: sensibilizzare i visitatori dei Musei Vaticani a partecipare al restauro con micro sponsorizzazioni accessibili anche a singoli privati cittadini. Ogni singolo visitatore può contribuire infatti al restauro e alla conservazione dei diversi oggetti, adottando un’opera d’arte da salvare attraverso il versamento di una somma, anche minima, sul conto corrente bancario intestato a: ARCIDIOCESI DELL’AQUILA – IBAN: IT 33 Q 05584 03200 000000061704, attivo presso Banca Popolare di Milano Ag. 251 – Roma.

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ZENIT Staff

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