BARCELLONA, mercoledì, 31 marzo 2010 (ZENIT.org).- “Sacerdoti, coraggio! Abbiamo bisogno di voi. Confidiamo in voi. Vi affidiamo i nostri figli”, indica un messaggio che laici di vari Paesi stanno inviando ai sacerdoti e diffondendo attraverso le reti sociali.
L’iniziativa è nata questo martedì ad opera dell’associazione E-Cristians per combattere la “campagna reale e molto evidente che presenta il Papa e i sacerdoti per quello che non sono”, ha spiegato a ZENIT il presidente, Josep Miró i Ardèvol.
I promotori dell’iniziativa credono che “se ogni laico si mostrasse un po’ attivo l’azione potrebbe avere un effetto moltiplicatore”, e sperano che “un’ondata di fiducia nei nostri sacerdoti e nel Papa riempia il mondo”.
“Esiste una campagna che vuole presentare come normali quelli che sono fatti eccezionali accumulati nel corso del tempo, manipolando dati e avvenimenti”, indica uno dei messaggi di sostegno che hanno cominciato a circolare su Internet.
“Pensiamo che sia il momento che noi laici manifestiamo la nostra opinione, ciò che pensiamo, la fiducia che abbiamo nei loro confronti e il fatto che abbiamo bisogno di loro, e gliela facciamo arrivare direttamente”, ha spiegato Miró.
“Crediamo che questa campagna possa incidere su alcuni sacerdoti perché all’improvviso si trovano di fronte a una specie di dito accusatore che viene a dire loro che sono un focolaio di delinquenza, e di un crimine molto grave”.
Il presidente di E-Cristians ha spiegato che “negli Stati Uniti, dove ci sono stati più sacerdoti denunciati – e una trasgressione della presunzione di innocenza -, c’è stata una media di meno di otto casi all’anno, che decresce negli ultimi dieci anni”.
Ciò avviene in un Paese di 300 milioni di abitanti, in cui solo nelle scuole cattoliche – senza contare parrocchie e altri centri – ci sono due milioni e mezzo di bambini.
“In Germania, il 99,96% dei crimini di pederastia denunciati è opera di laici – ha continuato Miró -. Non ho visto alcun quotidiano interrogarsi su questa percentuale”.
“La pederastia è una tentazione, un male degli uomini di questa società – ha denunciato -. La presenza di questo male tra i sacerdoti è infinitamente minore che nel resto della società, e non parliamo delle persone che si dedicano all’insegnamento”.
“Nessuno, però, ha mai detto che i professori hanno connotazioni pedofile”, ha osservato.
In questo senso, Miró si è riferito a uno studio del 1994 realizzato in Spagna, secondo il quale il 25% delle bambine e il 10% dei bambini ha subito abusi da parte dei docenti.
“E’ una percentuale molto più alta di quella dei sacerdoti, ma nessuno vi ha prestato attenzione; è quindi in atto una campagna, con manipolazione di dati e loro uso malintenzionato”.
Il presidente de E-Cristians, membro del Pontificio Consiglio per i Laici, ritiene che questa campagna di discredito nasca soprattutto in area anglosassone.
A questo proposito, ha sottolineato “due mezzi di comunicazione particolarmente importanti: in Inghilterra la BBC, negli Stati Uniti il New York Times“.
“Sono i due riflettori che schiacciano da anni la Chiesa su questo tema, pur non essendo gli unici”, ha dichiarato.
Nel caso dell’Europa, gli attacchi sono più dispersi, ha ricordato Miró, denunciando anche “lo sforzo, da parte di alcuni mezzi di comunicazione e di certe persone, tra cui Hans Küng, di mettere a fuoco casi in Germania con l’obiettivo di danneggiare prima Ratzinger e ora il Papa”.