Messa a Roma per le vittime del terremoto del Cile

Presieduta dal Cardinal Sodano e concelebrata da rappresentanti ecclesiali del Paese

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di Olga de los Santos

ROMA, lunedì, 29 marzo 2010 (ZENIT.org).- La comunità cilena che vive a Roma si è riunita per pregare con speranza per il Cile e la sua ricostruzione, ricordando in modo particolare le vittime del terremoto.

Nella splendida Basilica di Santa Maria Maggiore, si è celebrata questo venerdì un’Eucaristia solenne in suffragio delle vittime del sisma che ha devastato il Paese il 27 febbraio.

La cerimonia è stata presieduta dal Cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio ed ex Nunzio Apostolico in Cile, ed è stata concelebrata dall’Arcivescovo di Santiago, il Cardinale Francisco Javier Errázuriz, dal presidente della Conferenza Episcopale, monsignor Alejandro Goic, e da molti Vescovi e sacerdoti.

Erano presenti l’ambasciatore del Cile presso la Sede, Pablo Cabrera, che ha rivolto un breve saluto, e l’ambasciatore del Cile in Italia, Cristián Barros, molti rappresentanti del Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, comunità cilene e latinoamericane residenti a Roma e cittadini romani.

Alla fine della vita saremo giudicati dall’amore”

Il Cardinal Sodano ha iniziato la sua omelia ricordando che “è passato un mese da quel 27 febbraio in cui ci è arrivata, come un fulmine a ciel sereno, la notizia della tragedia che aveva colpito il Cile, soprattutto nelle zone costiere centrali. Ancora una volta l’Oceano non era più ‘Pacifico’. Non era ‘quel mare che ti bagna tranquillo’, come recita l’inno nazionale cileno. La televisione ha portato le immagini della tragedia nelle case di tutto il mondo, immagini che hanno colpito profondamente i romani, da sempre molti vicini a quella nobile Nazione”.

A un mese da “quell’evento doloroso”, ha proseguito, “la comunità di Roma, insieme a rappresentanti di vari Paesi sudamericani, ha voluto riunirsi per pregare in questa storica Basilica mariana per porre nelle mani misericordiose del Padre celeste le anime dei defunti e implorare per i sopravvissuti il dono della serenità e della pace”.

“Di fronte a una tragedia come questa, tutti noi ci sentiamo molto piccoli e persi”, ha riconosciuto. Nell’“enigma del dolore”, tuttavia, si riesce a vedere “qualche raggio di luce”: “è la luce della fede che ci assicura che Dio ci ama sempre ed è sempre vicino a noi con amore di Padre”.

Il porporato, decano del Collegio cardinalizio, ha aggiunto che di fronte al dolore dei fratelli si ha il dovere di aiutare con opere di bene. “E’ l’esempio che ci hanno lasciato tutti i santi e le sante della solidarietà cristiana”, ha ricordato.

Ha quindi chiesto alla Vergine Maria di essere “la salvezza del popolo cileno. Che ella ottenga per quegli amati fratelli la pazienza della speranza cristiana e faccia nascere in tutti noi propositi di profonda solidarietà nei confronti di chi ha sofferto”.

Dal canto suo, il Cardinale Francisco Javier Errázuriz ha espresso al termine della celebrazione liturgica la propria gioia per il fatto che il Cardinal Sodano abbia accettato di presiederla: “Fa piacere trovare questa comunità viva, che prega per quanti hanno sofferto e per i defunti. E’ una solidarietà che non ha frontiere; le frontiere non sono né le Ande né il deserto, siamo tutti cileni. Viviamo gli stessi momenti di gioia e gli stessi momenti di tristezza, e vogliamo accompagnarci ed essere solidali pur stando lontano”, ha dichiarato.

Monsignor Goic, presidente della Conferenza Episcopale del Cile, ha sottolineato la presenza alla cerimonia di “molta gente che ama il Cile ed è venuta in questa chiesa meravigliosa di Santa Maria Maggiore per esprimere attraverso la preghiera e la solidarietà la vicinanza con il Cile”.

Interpellato sul significato di questa Eucaristia, il rappresentante diplomatico cileno presso la Santa Sede, Pablo Cabrera, ha detto: “Questa Messa è un’espressione della vicinanza della Santa Sede, della Curia, della Chiesa italiana, latinoamericana e cilena… è una conseguenza naturale del messaggio di Sua Santità subito dopo il terremoto che abbiamo subito e che ha portato a molte espressioni di amicizia e vicinanza, di affetto per quanti soffrono e per le vittime”.

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ZENIT Staff

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