Vescovi USA a Obama: mantenere le promesse sull'assistenza sanitaria

Ribadiscono le lacune su aborto, coscienza e immigrati

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WASHINGTON, D.C., mercoledì, 24 marzo 2010 (ZENIT.org).- L’ordine esecutivo dell’ultimo minuto di Barack Obama di evitare che il denaro delle tasse finanzi l’aborto ha confermato ciò che i Vescovi statunitensi hanno ripetuto sul disegno di legge di riforma sanitaria: deve permettere che i fondi federali siano usati a favore della vita.

Un ordine esecutivo, purtroppo, non può sostituire le disposizioni legali, ricordano i presuli, che continuano a definire la nuova legge “profondamente carente”.

Queste osservazioni sono riportate in una dichiarazione firmata dal Cardinale Francis George, Arcivescovo di Chicago e presidente della Conferenza Episcopale USA, diffusa questo martedì subito dopo la firma di Obama della disposizione.

Il Cardinale George ribadisce in primo luogo che l’accesso all’assistenza medica riconosce e afferma la dignità umana e che il discepolato cristiano chiede di lavorare per assicurare che tutti abbiano un’assistenza appropriata.

I Vescovi “hanno parlato per i più poveri e i più indifesi tra di noi”, sottolinea il presule 73enne.

“Molti elementi della misura di riforma sull’assistenza sanitaria trasformata in legge dal Presidente affrontano queste preoccupazioni e aiutano così ad adempiere il compito che abbiamo l’uno nei confronti dell’altro per il bene comune”.

Offuscare il bene

Il Cardinale George spiega quindi che i Vescovi si sono opposti a questa misura “qualunque bene raggiunga o intenda raggiungere questa legge”, perché “c’è la prova irrefutabile che estenderebbe il ruolo del Governo federale nel finanziamento e nella facilitazione dell’aborto e dei piani che lo coprono”.

“Lo legge stanzia miliardi di dollari in nuovi finanziamenti senza proibire esplicitamente che siano usati per effettuare aborti, e fornisce sussidi federali per i piani sanitari che coprono l’aborto volontario. Il suo fallimento nel preservare lo status quo legale che ha regolato il rapporto del Governo relativamente all’aborto […] potrebbe minare quella che è stata la norma del nostro Paese per decenni e sfida l’opinione generale della maggioranza degli americani, che non vuole che i fondi federali vengano usati per gli aborti o per i piani che li coprono”.

“Cosa ancor più strana, la legge costringe tutti coloro che scelgono piani finanziati a livello federale che coprono l’aborto a pagare per gli aborti di altre persone con i propri fondi. Se l’intento è far sì che questa nuova legge eviti che la gente sia complice negli aborti altrui è una contraddizione”.

La legge sull’assistenza sanitaria sembrava non avere il numero necessario di voti fino a quando Obama ha convinto un gruppo di democratici pro-vita promettendo un ordine esecutivo per stabilire un “adeguato meccanismo di rinforzo” per assicurare che i fondi federali non fossero usati per gli aborti.

Su questa misura, il Cardinale George osserva che “il fatto che sia necessario un ordine esecutivo per chiarire la legge sottolinea che questa ha delle carenze. Non capiamo come un ordine esecutivo, indipendentemente dalle sue intenzioni, possa sostituire delle disposizioni legali”.

I gruppi pro-vita hanno già ricordato dei precedenti legali, mostrando come l’ordine probabilmente non avrà grande forza.

Ulteriori problemi

Il Cardinale George prosegue sottolineando che il pacchetto sulla riforma dell’assistenza sanitaria è “profondamente carente” anche da altri punti di vista.

“Ha fallito nell’includere il linguaggio necessario a fornire la difesa di base della coscienza – nel caso dell’aborto ma non solo. Allo stesso modo, molti lavoratori immigrati e le loro famiglie potrebbero essere tagliati fuori perché non verrà permesso loro di acquistare una copertura sanitaria”.

Il porporato ha riconosciuto che molti affermano che nella legge non c’è il finanziamento federale dell’aborto e che viene assicurata la libertà di coscienza.

“Le analisi che vengono pubblicate separatamente mostrano che non è così, il che spiega perché ci oppiniamo alla sua formulazione attuale”, dichiara.

“Noi e molti altri seguiremo l’implementazione governativa della riforma dell’assistenza sanitaria”, conclude. “Crediamo che serva quasi sicuramente una nuova legge per far fronte a queste carenze”.

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ZENIT Staff

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