Messaggio del Papa al X Forum internazionale dei giovani

“Imparare ad amare”

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ROMA, mercoledì, 24 marzo 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito il messaggio che Benedetto XVI ha inviato al Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, il Cardinale Stanisław Ryłko e ai partecipanti al X Forum Internazionale dei Giovani, in corso a Rocca di Papa sul tema: “Imparare ad amare“.

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Al Venerato Fratello

Cardinale Stanisław Ryłko

Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici

Sono lieto di inviare il mio cordiale saluto a Lei, ai collaboratori del Pontificio Consiglio per i Laici e a quanti prendono parte al X Forum Internazionale dei Giovani, che si tiene in questa settimana a Rocca di Papa sul tema «Imparare ad amare». Con particolare affetto mi rivolgo ai giovani delegati delle Conferenze Episcopali e di vari Movimenti, Associazioni e Comunità internazionali, provenienti dai cinque continenti. Estendo il mio pensiero agli autorevoli relatori, che apportano all’incontro il contributo della loro competenza e della loro esperienza.

«Imparare ad amare»: questo tema è centrale nella fede e nella vita cristiana e mi rallegro che abbiate occasione di approfondirlo insieme. Come sapete, il punto di partenza di ogni riflessione sull’amore è il mistero stesso di Dio, poiché il cuore della rivelazione cristiana è questo: Deus caritas est. Cristo, nella sua Passione, nel Suo dono totale, ci ha rivelato il volto di Dio che è Amore.

La contemplazione del mistero della Trinità ci fa entrare in questo mistero di Amore eterno, che è fondamentale per noi. Le prime pagine della Bibbia affermano, infatti, che: «Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò» (Gen 1,27). Per il fatto stesso che Dio è amore e l’uomo è sua immagine, comprendiamo l’identità profonda della persona, la sua vocazione all’amore. L’uomo è fatto per amare; la sua vita è pienamente realizzata solo se è vissuta nell’amore. Dopo aver cercato a lungo, santa Teresa di Gesù Bambino comprese così il senso della sua esistenza: «La mia vocazione è l’Amore!» (Manoscritto B, foglio 3).

Esorto i giovani presenti a questo Forum, affinché cerchino con tutto il cuore di scoprire la loro vocazione all’amore, come persone e come battezzati. È questa la chiave di tutta l’esistenza. Possano pertanto investire tutte le loro energie per avvicinarsi a tale meta giorno dopo giorno, sostenuti dalla Parola di Dio e dai Sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia.

La vocazione all’amore prende forme differenti a seconda degli stati di vita. In quest’Anno Sacerdotale, mi piace ricordare le parole del Santo Curato d’Ars: «Il Sacerdozio è l’amore del cuore di Gesù». Nella sequela di Gesù, i sacerdoti danno la vita, affinché i fedeli possano vivere dell’amore di Cristo. Chiamate da Dio a donarsi interamente a Lui, con cuore indiviso, le persone consacrate nel celibato sono anche un segno eloquente dell’amore di Dio per il mondo e della vocazione ad amare Dio sopra ogni cosa.

Vorrei inoltre esortare i giovani delegati a scoprire la grandezza e la bellezza del Matrimonio: la relazione tra l’uomo e la donna riflette l’amore divino in maniera del tutto speciale; perciò il vincolo coniugale assume una dignità immensa. Mediante il Sacramento del Matrimonio, gli sposi sono uniti da Dio e con la loro relazione manifestano l’amore di Cristo, che ha dato la sua vita per la salvezza del mondo. In un contesto culturale in cui molte persone considerano il Matrimonio come un contratto a tempo che si può infrangere, è di vitale importanza comprendere che il vero amore è fedele, dono di sé definitivo. Poiché Cristo consacra l’amore degli sposi cristiani e si impegna con loro, questa fedeltà non solo è possibile, ma è la via per entrare in una carità sempre più grande. Così, nella vita quotidiana di coppia e di famiglia, gli sposi imparano ad amare come Cristo ama. Per corrispondere a questa vocazione è necessario un serio percorso educativo e anche questo Forum si pone in tale prospettiva.

Questi giorni di formazione mediante l’incontro, l’ascolto delle conferenze e la preghiera comune, devono essere anche uno stimolo per tutti i giovani delegati a farsi testimoni presso i loro coetanei di ciò che hanno visto e ascoltato. Si tratta di una vera e propria responsabilità, per la quale la Chiesa conta su di loro. Essi hanno un ruolo importante da svolgere nell’evangelizzazione dei giovani dei loro Paesi, affinché rispondano con gioia e fedeltà al comandamento di Cristo: «che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi» (Gv 15,12).

Invitando i giovani a perseverare sulla via della carità nella sequela di Cristo, do loro appuntamento per domenica prossima, in Piazza san Pietro, dove si svolgerà la solenne celebrazione della Domenica delle Palme e della XXV Giornata Mondiale della Gioventù.

Quest’anno il tema di riflessione è: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?» (Mc 10,17). A questa domanda, posta da un giovane ricco, Gesù risponde con uno sguardo d’amore e un invito al dono totale di sé, per amore di Dio. Possa questo incontro contribuire alla risposta generosa di ogni delegato alla chiamata e ai doni del Signore!

A tal fine assicuro la mia preghiera per tutta la gioventù e di cuore invio a Lei, Venerato Fratello, e a quanti partecipano al Forum internazionale una speciale Benedizione Apostolica.

Dal Vaticano, 20 Marzo 2010

BENEDICTUS PP. XVI

[© Copyright 2010 – Libreria Editrice Vaticana]

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ZENIT Staff

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