Il Papa ai preti pedofili: dovete rispondere davanti a Dio e ai tribunali

Nella Lettera ai cattolici dell’Irlanda

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CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 21 marzo 2010 (ZENIT.org).- Le autorità ecclesiastiche dell’Irlanda dovranno “riparare alle ingiustizie del passato” collaborando con le autorità civili e applicando le norme del diritto canonico. E’ quanto scrive il Papa rivolgendosi ai fedeli di questo Paesi in merito agli “atti peccaminosi e criminali” di cui si sono macchiati numerosi sacerdoti e religiosi irlandesi nei confronti di ragazzi e giovani.

Nella Lettera, resa pubblica questo sabato, il Papa esprime il suo profondo turbamento di fronte alla vicenda degli abusi, che ha suscitato “sgomento” e “senso di tradimento” tra i cattolici a causa anche della “risposta spesso inadeguata” della Chiesa irlandese, colpevole di “gravi errori di giudizio”.

Il problema, scrive il Santo Padre, “che non è specifico né dell’Irlanda né della Chiesa”, va affrontato “con coraggio e determinazione” e attraverso un “cammino di guarigione, di rinnovamento e di riparazione”.

“Nessuno si immagini – sottolinea – che questa penosa situazione si risolverà in breve tempo. Positivi passi in avanti sono stati fatti, ma molto di più resta da fare. C’è bisogno di perseveranza e di preghiera, con grande fiducia nella forza risanatrice della grazia di Dio”.

Innanzitutto la Chiesa in Irlanda dovrà riconoscere “davanti al Signore e davanti agli altri, i gravi peccati commessi contro ragazzi indifesi”.

Proponendo poi alcune iniziative concrete per affrontare la situazione, il Papa invita tutti a dedicare le penitenze del venerdì, per un intero anno, in riparazione dei peccati di abuso, a riscoprire la Confessione e l’adorazione eucaristica; annuncia quindi una prossima Visita apostolica in alcune diocesi dell’Irlanda, come pure in seminari e congregazioni religiose, e propone una Missione a livello nazionale per tutti i Vescovi, i sacerdoti e i religiosi.

Tra i fattori all’origine di questi scandali, il Papa indica le “procedure inadeguate per determinare l’idoneità dei candidati al sacerdozio e alla vita religiosa”; e una “insufficiente formazione umana, morale, intellettuale e spirituale nei seminari e nei noviziati”.

E ancora “una tendenza nella società a favorire il clero e altre figure in autorità e una preoccupazione fuori luogo per il buon nome della Chiesa e per evitare gli scandali, che hanno portato come risultato alla mancata applicazione delle pene canoniche in vigore e alla mancata tutela della dignità di ogni persona”.

“Avete sofferto tremendamente – scrive il Santo Padre rivolgendosi direttamente alle vittime degli abusi – e io ne sono veramente dispiaciuto. So che nulla può cancellare il male che avete sopportato”.

“È stata tradita la vostra fiducia – continua –, e la vostra dignità è stata violata. Molti di voi avete sperimentato che, quando eravate sufficientemente coraggiosi per parlare di quanto vi era accaduto, nessuno vi ascoltava”.

“Quelli di voi che avete subito abusi nei convitti dovete aver percepito che non vi era modo di fuggire dalle vostre sofferenze. È comprensibile che voi troviate difficile perdonare o essere riconciliati con la Chiesa”.

“A suo nome esprimo apertamente la vergogna e il rimorso che tutti proviamo. Allo stesso tempo vi chiedo di non perdere la speranza”, sottolinea il Papa.

“Prego che, avvicinandovi a Cristo e partecipando alla vita della sua Chiesa – una Chiesa purificata dalla penitenza e rinnovata nella carità pastorale – possiate arrivare a riscoprire l’infinito amore di Cristo per ciascuno di voi. Sono fiducioso che in questo modo sarete capaci di trovare riconciliazione, profonda guarigione interiore e pace”.

Rivolgendosi invece ai sacerdoti e ai religiosi che hanno abusato dei ragazzi, scrive: “Avete tradito la fiducia riposta in voi da giovani innocenti e dai loro genitori. Dovete rispondere di ciò davanti a Dio onnipotente, come pure davanti a tribunali debitamente costituiti. Avete perso la stima della gente dell’Irlanda e rovesciato vergogna e disonore sui vostri confratelli”.

“Riconoscete apertamente la vostra colpa”, continua il Pontefice, “sottomettetevi alle esigenze della giustizia, ma non disperate della misericordia di Dio”.

A quei sacerdoti e religiosi dell’Irlanda, che si sentono “delusi, sconcertati e adirati per il modo in cui queste questioni sono state affrontate” dai superiori e “personalmente scoraggiati e anche abbandonati” scrive: “In questo tempo di sofferenza […] vi invito a riaffermare la vostra fede in Cristo, il vostro amore verso la sua Chiesa […] In questo modo, dimostrerete a tutti che dove abbonda il peccato, sovrabbonda la grazia”.

Parlando poi ai genitori il Papa assicura che la Chiesa “continua a mettere in pratica le misure adottate negli ultimi anni per tutelare i giovani negli ambienti parrocchiali ed educativi”; mentre invita i giovani dell’Irlanda ad avere fiducia nonostante lo scandalo “per i peccati e i fallimenti di alcuni membri della Chiesa”.

Rivolgendosi infine ai Vescovi, il Papa afferma: “Non si può negare che alcuni di voi e dei vostri predecessori avete mancato, a volte gravemente, nell’applicare le norme del diritto canonico codificate da lungo tempo circa i crimini di abusi di ragazzi”.

“Seri errori furono commessi nel trattare le accuse – sottolinea –. Capisco quanto era difficile afferrare l’estensione e la complessità del problema, ottenere informazioni affidabili e prendere decisioni giuste alla luce di consigli divergenti di esperti. Ciononostante, si deve ammettere che furono commessi gravi errori di giudizio e che si sono verificate mancanze di governo”.

“Tutto questo ha seriamente minato la vostra credibilità ed efficacia – aggiunge –. Apprezzo gli sforzi che avete fatto per porre rimedio agli errori del passato e per assicurare che non si ripetano” e ribadisce “soltanto un’azione decisa portata avanti con piena onestà e trasparenza potranno ripristinare il rispetto e il benvolere degli Irlandesi verso la Chiesa”.

Benedetto XVI conclude la Lettera con una speciale Preghiera per la Chiesa in Irlanda, pensata “con l’affetto di un cristiano come voi, scandalizzato e ferito per quanto è accaduto nella nostra amata Chiesa”.

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ZENIT Staff

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