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Cari Fratelli nell’Episcopato,
È con grande gioia che vi accolgo, voi che avete ricevuto la responsabilità pastorale della Chiesa che è nel Burkina Faso e nel Niger. Saluto in particolare il Presidente della vostra Conferenza episcopale, Monsignor Séraphin Rouamba, Arcivescovo di Koupéla, e lo ringrazio per le sue cordiali parole. Ai vostri diocesani e a tutti gli abitanti dei vostri Paesi, in particolare ai malati e alle persone che sono nella prova, portate l’incoraggiamento e il saluto affettuoso del Papa. La visita ad limina che state realizzando è un segno concreto della comunione fra le vostre Chiese particolari e la Chiesa universale, che si manifesta in modo significativo nel vostro legame con il Successore di Pietro. Auspico che il rafforzamento di questa unità fra voi e in seno alla Chiesa fortifichi il vostro ministero e accresca la credibilità della testimonianza dei discepoli di Cristo.
Dopo oltre un secolo, l’evangelizzazione ha già recato frutti abbondanti, visibili attraverso tanti segni della vitalità della Chiesa-famiglia di Dio nei vostri Paesi. Che un nuovo slancio missionario animi le vostre comunità, affinché il messaggio evangelico sia pienamente accolto e fedelmente vissuto! La fede ha sempre bisogno di consolidare la sue radici per non ritornare a pratiche antiche o incompatibili con la sequela di Cristo e per resistere agli appelli di un mondo a volte ostile all’ideale evangelico. Saluto gli sforzi che da molti anni si stanno compiendo per una sana inculturazione della fede. Vegliate affinché proseguano grazie al lavoro di persone competenti, nel rispetto delle norme e facendo riferimento alle strutture adeguate. D’altro canto, vi incoraggio a continuare il bello sforzo missionario di solidarietà generosamente intrapreso nei riguardi delle Chiese-sorelle del vostro continente!
La recente Assemblea sinodale per l’Africa ha invitato le comunità cristiane a far fronte alle sfide della riconciliazione, della giustizia e della pace. Mi rallegro di sapere che nelle vostre diocesi la Chiesa continua, in diversi modi, la lotta contro i mali che impediscono alle popolazioni di giungere a un autentico sviluppo. Così, le gravi inondazioni dello scorso settembre sono state l’occasione per promuovere la solidarietà verso tutti e in particolare verso i più bisognosi. Questa solidarietà radicata nell’amore di Dio deve essere un impegno permanente della comunità ecclesiale: i vostri fedeli l’hanno generosamente espresso anche nei confronti delle vittime del recente terremoto ad Haiti, nonostante i loro grandi bisogni. Li ringrazio vivamente per questo. Infine, vorrei salutare qui in particolare l’opera svolta dalla Fondazione Giovanni Paolo ii per il Sahel che, lo scorso anno, ha celebrato a Ouagadougou il suo venticinquesimo anniversario.
Cari Fratelli nell’Episcopato, l’anno sacerdotale contribuisce a mettere in evidenza la grandezza del sacerdozio e a promuovere il rinnovamento interiore nella vita dei sacerdoti, affinché il loro ministero sia sempre più intenso e fecondo. Il sacerdote è prima di tutto un uomo di Dio, che cerca di rispondere con sempre maggiore coerenza alla sua vocazione e alla sua missione al servizio del popolo che gli è stato affidato e che deve guidare verso Dio. Per questo è necessario assicurargli una solida formazione, non solo durante la sua preparazione all’ordinazione, ma per tutto il suo ministero. È in effetti indispensabile che il sacerdote possa dedicare del tempo ad approfondire la sua vita sacerdotale al fine di evitare di cadere nell’attivismo. Che l’esempio di Giovanni Maria Vianney susciti nel cuore dei vostri sacerdoti, al cui coraggioso impegno missionario rendo omaggio, una rinnovata consapevolezza del loro dono totale a Cristo e alla Chiesa, alimentato da una fervente vita di preghiera e dall’amore appassionato del Signore Gesù! Possa il loro esempio suscitare numerose vocazioni sacerdotali!
I catechisti sono i collaboratori indispensabili dei sacerdoti nell’annuncio del Vangelo. Essi hanno un ruolo fondamentale non solo nella prima evangelizzazione e per il catecumenato, ma anche nell’animazione e nel sostegno delle vostre comunità, in unione con gli altri agenti di pastorale. Attraverso di voi, vorrei salutarli calorosamente e incoraggiarli nel loro compito di evangelizzatori dei loro fratelli. Le vostre diocesi stanno facendo sforzi considerevoli per garantire la loro formazione umana, intellettuale, spirituale e pastorale, permettendo loro così di assicurare il servizio con fede e competenza; me ne rallegro e vi incoraggio ad andare avanti, provvedendo allo stesso tempo ai loro bisogni materiali perché possano condurre una vita dignitosa.
Affinché i laici possano trovare il posto che corrisponde loro nelle vostre comunità e nella società, è necessario accrescere i mezzi atti a consolidare la loro fede. Sviluppando le istituzioni di formazione, darete loro la possibilità di assumere responsabilità nella Chiesa e nella società, per essere in esse autentici testimoni del Vangelo. Vi invito a rivolgere un’attenzione particolare alle élite politiche e intellettuali dei vostri Paesi, che si devono spesso confrontare con ideologie opposte a una concezione cristiana dell’uomo e della società. Una fede sicura, fondata su una relazione personale con Cristo, espressa nella pratica abituale della carità e sostenuta da una comunità viva, è un sostegno allo sviluppo della vita cristiana. Infondete anche nei giovani, spesso pieni di generosità, il piacere di andare incontro a Cristo! Il rafforzamento delle cappellanie scolastiche e universitarie li aiuterà a trovare in Lui la Luce capace di guidarli nel corso dell’intera vita e di trasmettere loro il vero significato dell’amore umano.
Il bel clima che normalmente esiste nelle relazioni interreligiose permette di approfondire i vincoli di stima e di amicizia, come pure la collaborazione fra tutte le componenti della società. L’insegnamento alle giovani generazioni dei valori fondamentali del rispetto e della fraternità favorirà la comprensione reciproca. Possano i vincoli che uniscono soprattutto cristiani e musulmani continuare a rafforzarsi al fine di far progredire la pace e la giustizia e di promuovere il bene comune, rifiutando ogni tentazione di violenza o d’intolleranza!
Cari Fratelli nell’Episcopato, al momento di concludere il nostro incontro, affido ognuna delle vostre diocesi alla protezione materna della Vergine Maria. In questi tempi segnati dall’incertezza, che Ella vi dia la forza di guardare al futuro con fiducia! Che sia per i popoli del Burkina Faso e del Niger un segno di speranza! Di tutto cuore, vi imparto un’affettuosa Benedizione Apostolica, che estendo ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose, ai catechisti e a tutti i fedeli delle vostre diocesi.
[Traduzione dal testo originale in francese a cura de “L’Osservatore Romano”]