di Roberta Sciamplicotti
ROMA, mercoledì, 17 marzo 2010 (ZENIT.org).- Nel giorno della festa di San Patrizio, che si celebra questo mercoledì, il Cardinale Seán Brady ha esortato la Chiesa in Irlanda ad assumersi la responsabilità degli abusi commessi in passato da membri del clero e a considerare questo momento difficile l’occasione per “un nuovo inizio”.
Nell’omelia della Messa che ha presieduto nella Cattedrale di Armagh, città della quale è Arcivescovo, in occasione della festa del patrono nazionale, il Cardinale ha sottolineato che “l’Irlanda e il suo popolo hanno molto di cui essere orgogliosi”, ricordando “l’enorme contributo di questa Nazione alla fede e all’eredità cristiane nel mondo”.
“Ogni terra e il suo popolo, tuttavia, hanno momenti di vergogna”, ha riconosciuto. “C’è sempre tensione tra le possibilità a cui aspiriamo e le nostre memorie ferite e gli errori del passato”.
Anche San Patrizio “ha conosciuto questa tensione nella sua vita”. “Anche se portava la gioia e la vita del Vangelo al popolo irlandese, era attanagliato dai peccati del suo passato”, al punto da definirsi “un peccatore e l’ultimo di tutti i fedeli”.
Tutti noi, ha proseguito il porporato, che presiede la Conferenza Episcopale Irlandese, “sperimentiamo questa tensione tra l’essere chiamati a seguire Gesù – a vivere i suoi valori – e la realtà della nostra natura di peccato”.
In questo contesto, “c’è vera libertà quando si riconosce umilmente la piena verità del nostro peccato”.
Il Cardinale Brady ha quindi ricordato un “episodio doloroso” del suo passato riemerso in questi giorni. Molte persone lo hanno accusato di aver insabbiato un caso di pedofilia da parte di un sacerdote avvenuto negli anni Sessanta e ne hanno quindi chiesto la rinuncia al governo pastorale (cfr. ZENIT, martedì, 16 marzo 2010).
“Voglio dire a chiunque sia stato ferito da qualsiasi mio errore che mi scuso con tutto il cuore – ha dichiarato -. Chiedo perdono anche a tutti coloro che si sono sentiti delusi da me. Guardando al passato, mi vergogno di non aver sempre sostenuto i valori che professo e in cui credo”.
Bisogno di rinnovamento
Per il Cardinale, quelli attuali sono “momenti cruciali” per la Chiesa in Irlanda.
“Credo fermamente che Dio ci stia chiamando a un nuovo inizio, a un momento di energia, riforma e rinnovamento sull’esempio di Patrizio”, ha commentato.
“Attendo con impazienza la Lettera Pastorale di Papa Benedetto XVI ai Fedeli d’Irlanda come importante fonte di questo rinnovamento”. Proprio questo mercoledì, nei suoi saluti al termine dell’Udienza generale, il Papa ha rivelato che firmerà la Lettera venerdì 19 marzo, festa di San Giuseppe.
Il rinnovamento, ha spiegato il Cardinale Brady, “inizia con un sincero ascolto della Parola di Dio” e prosegue con l’ascolto “dello Spirito come fonte del nostro rinnovamento”.
Allo stesso modo, “dobbiamo continuare a far fronte con umiltà all’enormità del dolore provocato dagli abusi sui minori da parte di alcuni membri del clero e dalla risposta del tutto inadeguata a questi abusi in passato”.
Secondo il porporato, i due anni che mancano alla celebrazione del prossimo Congresso Eucaristico Internazionale, in programma a Dublino nel 2012, devono implicare “un riconoscimento sincero, totale e onesto del nostro peccato”.
“Come Vescovi, dobbiamo riconoscere i nostri fallimenti”, ha constatato. “L’integrità della nostra testimonianza al Vangelo ci sfida a confessare ogni cattiva gestione e ogni insabbiamento di abusi sui minori e ad assumercene la responsabilità”.
“Il Signore ci chiama a un nuovo inizio. Nessuno di noi sa dove questo porterà”.
In questo periodo pasquale , il porporato ha ammesso che pregherà molto “per discernere la volontà dello Spirito Santo”.
“Rifletterò su ciò che ho ascoltato dalle persone che sono state ferite dagli abusi”, ha concluso. “Pregate per le vittime. Pregate per la Chiesa. Pregate per me”.