ROMA, martedì, 16 marzo 2010 (ZENIT.org).- Nello Stato indiano dell’Orissa, una bambina ha identificato un parlamentare come assassino di suo padre, una delle vittime dei massacri anticristiani perpetrati dagli indù. La vittima poteva scegliere tra rinnegare la propria fede o morire.
La piccola, di sei anni, ha identificato Manoj Pradham, membro dell’Assemblea Legislativa dell’Orissa, come omicida del padre, torturato e poi massacrato nell’ondata di violenza del 2008, informa Eglises d’Asie (EDA), l’agenzia delle Missioni Estere di Parigi.
Lipsa Nayak e sua madre facevano parte delle centinaia di testimoni citati dai due tribunali speciali istituiti in Orissa per giudicare le questioni relative agli attacchi contro i cristiani. Quando il giudice ha chiesto loro se potevano identificare l’assassino, la bambina ha indicato Manoj Pradhan, un leader del Bharatiya Janata Party (BJP, Partito del Popolo Indiano), vetrina politica dei nazionalisti indù.
La madre della piccola ha spiegato alla Corte che il marito si era rifugiato nella foresta con la sua famiglia, ma un gruppo lo aveva individuato. La giovane vedova, di 25 anni, ha raccontato come egli abbia reagito con calma e determinazione quando gli è stato chiesto di rinnegare la sua fede per non essere ucciso.
“Hanno giocato con lui per qualche giorno prima di farlo a pezzi e bruciarlo con il cherosene”, ha dichiarato, aggiungendo che la figlia, che all’epoca aveva quattro anni, è stata testimone del crimine.
In un’udienza svoltasi il 12 marzo, gli avvocati della difesa e il Pubblico Ministero hanno sottoposto la piccola a un interrogatorio durato 90 minuti, chiedendole delle persone che aveva visto uccidere suo padre e quale fosse il luogo del crimine.
“Ha risposto a tutte le domande senza esitazione”, ha dichiarato all’agenzia Ucanews Me Raj Kishore Pradhan, un avvocato collaboratore del Pubblico Ministero.
Manoj Pradhan rappresenta la circoscrizione di G. Udayagiri del distretto di Kandhamal nell’Assemblea dell’Orissa. E’ stato accusato di essere uno dei principali istigatori delle violenze del 2008, e doveva rispondere di nuovi capi d’accusa, tra cui 14 incendi criminali, saccheggi e una decina di omicidi. Arrestato nel 2008, si è presentato alle elezioni dell’aprile-maggio 2009 ed è stato eletto al Parlamento dell’Orissa. Dopo essere uscito di prigione a luglio, è stato assolto da tutte le accuse dalle Corti Speciali di Giustizia dell’Orissa “per insufficienza di prove”.
“C’è una bambina che ha trovato il coraggio di testimoniare contro quello che rappresenta il potere politico”, ha sottolineato Me Pradhan. Il suo esempio, ha aggiunto, “dovrebbe esortare altri a testimoniare in tribunale e permettere che si faccia giustizia”.
Anche padre Manoj Kumar Nayak, che è dello stesso villaggio, spera che la testimonianza della bambina renda finalmente giustizia alle vittime.
Il sacerdote cattolico sottolinea che il parlamentare Manoj Pradhan fa parte delle 307 persone assolte per mancanza di prove sufficienti dalle Corti Speciali di Giustizia. A suo avviso, la maggior parte dei sospettati non è stata sempre condotta davanti a un tribunale, o addirittura non è mai stata arrestata.