CITTA' DEL VATICANO, lunedì, 15 marzo 2010 (ZENIT.org).- Nel suo Messaggio per la Giornata Mondiale della Gioventù, che si celebrerà a livello diocesano il 28 marzo prossimo, Domenica delle Palme, Benedetto XVI invita i giovani a mettersi in ascolto di Dio per scoprire quale progetto ha sulla loro vita.

Quello di quest'anno è un evento particolarmente importante, perché la Giornata, che avrà come tema "Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?" (Mc 10,17), festeggia il 25° anniversario dell'istituzione da parte di Papa Giovanni Paolo II.

Il Pontefice definisce quella del suo predecessore un'"iniziativa profetica", sottolineando che "ha portato frutti abbondanti, permettendo alle nuove generazioni cristiane di incontrarsi, di mettersi in ascolto della Parola di Dio, di scoprire la bellezza della Chiesa e di vivere esperienze forti di fede che hanno portato molti alla decisione di donarsi totalmente a Cristo".

La frase che fa da guida alla Giornata 2010 è tratta dall'episodio evangelico dell'incontro di Gesù con il giovane ricco, tema già affrontato da Giovanni Paolo II nel 1985 in una Lettera indirizzata per la prima volta ai giovani.

Progetto di vita

Nel giovane del Vangelo, ha spiegato Benedetto XVI, si può scorgere una condizione molto simile a quella di ciascuno dei ragazzi a cui ha destinato il suo Messaggio.

"Anche voi siete ricchi di qualità, di energie, di sogni, di speranze: risorse che possedete in abbondanza! - scrive il Papa -. La stessa vostra età costituisce una grande ricchezza non soltanto per voi, ma anche per gli altri, per la Chiesa e per il mondo".

"La stagione della vita in cui siete immersi è tempo di scoperta: dei doni che Dio vi ha elargito e delle vostre responsabilità", ricorda, aggiungendo che è anche il "tempo di scelte fondamentali per costruire il vostro progetto di vita".

"E' il momento, quindi, di interrogarvi sul senso autentico dell'esistenza e di domandarvi: 'Sono soddisfatto della mia vita? C'è qualcosa che manca?'".

Il Papa ha riconosciuto che i giovani, come quello del Vangelo, possono vivere "situazioni di instabilità, di turbamento o di sofferenza", che li portano ad "aspirare ad una vita non mediocre" e a chiedersi in cosa consista "una vita riuscita", quale potrebbe essere il proprio progetto di vita e che cosa si debba fare perché la vita "abbia pieno valore e pieno senso".

"Non abbiate paura di affrontare queste domande!", ha esortato. "Lontano dal sopraffarvi, esse esprimono le grandi aspirazioni, che sono presenti nel vostro cuore".

Per questo, ha segnalato, "vanno ascoltate" e "attendono risposte non superficiali, ma capaci di soddisfare le vostre autentiche attese di vita e di felicità".

"Per scoprire il progetto di vita che può rendervi pienamente felici, mettetevi in ascolto di Dio, che ha un suo disegno di amore su ciascuno di voi", ha consigliato il Pontefice.

"Con fiducia, chiedetegli: 'Signore, qual è il tuo disegno di Creatore e Padre sulla mia vita? Qual è la tua volontà? Io desidero compierla'. Siate certi che vi risponderà. Non abbiate paura della sua risposta! Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa".

Accogliere la vocazione

Nell'Anno Sacerdotale, il Pontefice ha un pensiero particolare per chi sente una chiamata alla vita consacrata.

"La vocazione cristiana scaturisce da una proposta d'amore del Signore e può realizzarsi solo grazie a una risposta d'amore", constata.

In questo contesto, esorta "i giovani e i ragazzi ad essere attenti se il Signore invita ad un dono più grande, nella via del Sacerdozio ministeriale, e a rendersi disponibili ad accogliere con generosità ed entusiasmo questo segno di speciale predilezione, intraprendendo con un sacerdote, con il direttore spirituale il necessario cammino di discernimento".

"Non abbiate paura, poi, cari giovani e care giovani, se il Signore vi chiama alla vita religiosa, monastica, missionaria o di speciale consacrazione: Egli sa donare gioia profonda a chi risponde con coraggio!".

Allo stesso modo, invita quanti sentono la vocazione al matrimonio "ad accoglierla con fede, impegnandosi a porre basi solide per vivere un amore grande, fedele e aperto al dono della vita, che è ricchezza e grazia per la società e per la Chiesa".

In tutti questi casi, si tratta di rispondere al progetto che Dio ha per ciascuno. "Sull'esempio di tanti discepoli di Cristo, anche voi, cari amici, accogliete con gioia l'invito alla sequela, per vivere intensamente e con frutto in questo mondo", conclude il Papa. "Non è mai troppo tardi per rispondergli!".