L'ingiustizia genera tensione sociale, avvertono i Vescovi messicani

Spiegano che la Santa Sede si pronuncerà sui Legionari di Cristo

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di Sergio Estrada

CITTA’ DEL MESSICO, giovedì, 11 marzo 2010 (ZENIT.org).- Il Messico deve far frontare a una profonda mancanza di giustizia, pace e rispetto della dignità, soprattutto nei confronti delle donne e dei gruppi vulnerabili, e se ciò non avverrà ci saranno maggiori tensioni nel tessuto sociale del Paese.

E’ quanto hanno affermato monsignor Víctor Rene Rodríguez, Vescovo ausiliare di Texcoco e Segretario Generale della Conferenza dell’Episcopato Messicano (CEM), e monsignor Rogelio Cabrera López, Arcivescovo di Tuxtla Gutiérrez (Chiapas) e Vicepresidente dello stesso organismo.

Il 9 marzo, durante una conferenza stampa, i presuli messicani hanno constatato “l’aumento della violenza, di assalti, sequestri, corruzione, estorsione e omicidi che giorno dopo giorno addolorano le famiglie”.

Queste circostanze “stanno diventato quotidiane nella nostra società”, avvertono, sottolineando che “dall’altro lato ci sono l’impotenza di fronte alla povertà, la disuguaglianza, l’inequità nella distribuzione della ricchezza, la mancanza di opportunità di studio, impegno e sviluppo”.

In questo contesto, hanno chiesto di lavorare per uno Stato di Diritto che garantisca i diritti individuali e collettivi e la difesa e la sicurezza per il bene dei cittadini.

Legionari di Cristo

I rappresentanti ecclesiastici si sono anche pronunciati sul caso della Congregazione dei Legionari di Cristo in risposta alle numerose domande dei giornalisti circa le rivelazioni sulla vita del fondatore, padre Marcial Maciel, e la visita apostolica compiuta a nome della Santa Sede da cinque Vescovi.

“Trattandosi di un’istituzione di diritto pontificio, la Santa Sede, attraverso la Congregazione per la Vita Consacrata, ha tutta l’autorità di definire il futuro dei Legionari di Cristo, e noi Vescovi accetteremo la decisione del Vaticano”, hanno dichiarato.

Nelle strutture della Segreteria Generale della Conferenza Episcopale Messicana, il Vescovo ausiliare di Texcoco e l’Arcivescovo di Tuxtla Gutiérrez hanno espresso chiaramente il proprio sostegno alle vittime della pederastia – definita un crimine grave – e hanno invitato queste persone “a denunciare tali atti, perché non si può comprare un silenzio che non beneficia nessuno”.

“Non si può mai chiudere la porta alla giustizia – hanno aggiunto –. Tutte le vittime hanno il dovere e il diritto di denunciare qualsiasi azione che abbia compromesso la propria vita o quella dei loro familiari, e nessun Vescovo deve essere un ostacolo all’applicazione della legge. Non si devono coprire in alcun modo situazioni che vanno contro il bene delle persone”.

Allo stesso modo, hanno sottolineato che “non si deve risolvere nulla ‘di nascosto’, ma bisogna procedere in base al Diritto, perché la pederastia è un crimine abominevole e deve essere punito, e se qualche Vescovo si opponesse agirebbe in modo errato rispetto alle normative stabilite dalla Chiesa”.

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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