Malaysia: una rivista musulmana chiede scusa per aver offeso i cattolici

Due suoi giornalisti hanno profanato un’Ostia consacrata

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KUALA LUMPUR, mercoledì, 10 marzo 2010 (ZENIT.org).- La rivista Al-Islam ha chiesto scusa ai cattolici per aver pubblicato un reportage in cui due suoi giornalisti profanavano un’Ostia consacrata, ha reso noto l’agenzia delle Missione Estere di Parigi, “Eglises d’Asie” (EDA).

L’Arcivescovo cattolico di Kuala Lumpur, monsignor Murphy Pakiam, aveva dichiarato pubblicamente il 4 marzo che avrebbe rinunciato a ricorrere al tribunale se la rivista si fosse scusata per aver pubblicato l’articolo.

Due giorni dopo, il 6 marzo, il direttore del mensile ha risposto presentando pubblicamente le proprie scuse.

Ha spiegato che l’intenzione dei giornalisti non era offendere i sentimenti religiosi dei cattolici, e ha assicurato che l’incidente non si ripeterà.

Attraverso un breve testo di tre paragrafi, ha indicato che i due giornalisti accusati hanno svolto un’indagine su alcune voci circa la conversione di ragazze musulmane a confessioni cristiane.

Ha anche segnalato che le ricerche non hanno mai avuto l’obiettivo di ridicolizzare la fede cristiana, né tantomeno di profanare i luoghi di culto dei cristiani.

Allo stesso modo, ha precisato che i due giornalisti si scusavano per aver ferito, senza volerlo, i sentimenti religiosi dei cristiani, sottolineando che queste scuse appariranno sul numero di aprile della rivista, che sarà in vendita da metà marzo.

L’articolo in questione di Al-Islam è stato pubblicato nel maggio 2009. Per svolgere la loro indagine, i due giornalisti sono entrati in una chiesa cattolica di Kuala Lumpur, dove hanno ricevuto la Comunione.

Uno dei due giornalisti ha conservato l’Ostia consacrata in bocca, tirandola fuori poco dopo per fotografarla. L’immagine è stata pubblicata sulla rivista.

Dopo aver letto il mensile, due cattolici di Penang hanno deciso di presentare un reclamo.

Dopo i lunghi iter giudiziari richiesti, la polizia li ha informati, il 23 febbraio scorso, dell’abbandono dei procedimenti legali.

In quel momento l’Arcivescovo di Kuala Lumpur ha dichiarato che sarebbero bastate delle scuse.

Secondo i mezzi di comunicazione della Malaysia, monsignor Murphy Pakiam ha accettato le scuse presentate da Al-Islam, come aveva annunciato, e la Chiesa nel suo insieme ha accolto favorevolmente l’epilogo della vicenda.

In un Paese in cui l’espressione pubblica è più libera su Internet che sulla stampa, moltissimi blog hanno sottolineato che la questione è chiusa, precisando che la maggior parte dei malesi è consapevole del fatto che i due giornalisti in questione hanno agito male.

Sudhagaram Stanley, uno dei due cattolici che avevano presentato il reclamo, si è detto soddisfatto per come è andata la cosa e disposto a perdonare.

Ad ogni modo, ha aggiunto che è stato il Ministero della Giustizia a ordinare la sospensione dell’indagine e a proporre la possibilità di un giudizio sulla base della questione, e che questa decisione è stata presa per motivi politici.

Alcuni osservatori malesi hanno sottolineato che Al-Islam appartiene a una filiale di Utusan Malaysia, gruppo di stampa di proprietà dell’UMNO, il partito al potere.

La rapidità con cui il direttore della pubblicazione ha risposto alla richiesta di scuse di monsignor Murphy Pakiam sarebbe allora proporzionale alla volontà della classe dirigente di non far aggravare il caso.

<p>Tutto ciò in un momento in cui le relazioni tra il potere e la Chiesa cattolica sono state messe alla prova dalla controversia relativa all’utilizzo della parola “Allah” da parte dei cattolici di lingua malese (cfr. ZENIT, 6 gennaio 2010).

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ZENIT Staff

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