ROMA, domenica, 7 marzo 2010 (ZENIT.org).- Un incoraggiamento a superare la “pigrizia spirituale” per diventare autentici missionari di Cristo: è la consegna lasciata da Benedetto XVI nel visitare questa domenica mattina la parrocchia di San Giovanni della Croce, situata nella zona nord di Roma.
Quello di oggi era il secondo incontro della parrocchia con un Pontefice. Infatti il 27 marzo del 2004 alcuni rappresentanti della comunità erano stati ricevuti in udienza nell’Aula Paolo VI da Giovanni Paolo II insieme a quelli delle parrocchie di santa Felicita e dei santi Crisante e Daria.
La comunità è stata fondata nel 1989 dall’attuale parroco, don Enrico Gemma, 68 anni, che da giovane ha vissuto l’esperienza del Carmelo e che per questo ha voluto dedicare la parrocchia a san Giovanni della Croce.
Per dodici anni questa giovane comunità, che conta su un presbiterio stabile formato da quattro sacerdoti (uno di questi proviene dall’Honduras, un altro dal Congo), si è dovuta arrangiare nello spazio messo a disposizione da un piccolo negozio.
Attualmente, la catechesi dell’iniziazione cristiana insieme con l’oratorio accoglie circa 400 bambini dagli 8 ai 15 anni, seguiti da 70 catechisti e animatori; mentre oltre 60 sono i giovani impegnati nei vari cammini spirituali.
Prima del suo ingresso il Papa, accompagnato dal Cardinale Vicario Agostino Vallini, si è intrattenuto a lungo a salutare i tanti fedeli assiepati fuori dal portone parrocchiale.
Nel suo indirizzo di saluto a Benedetto XVI all’inizio dell’incontro don Gemma ha detto: “Padre Santo, oggi vorremmo dare tanta gioia al suo cuore di padre e di pastore, presentandole un popolo in festa, una comunità unita nell’amore di Cristo, un’assemblea santa convocata dalla presenza del suo pastore”.
“Accolga, Padre Santo, la vita e le speranze di tutti i nostri bambini. Benedica il lavoro, l’amore dei genitori. Conforti nella sofferenza i nostri malati e voglia confermare i tanti nostri collaboratori nel servizio generoso alla comunità”, ha poi continuato.
“Lasciatevi sempre più coinvolgere dal desiderio di annunciare a tutti il Vangelo di Gesù Cristo – ha detto il Papa ai fedeli presenti durante l’omelia della Messa –. Non aspettate che altri vengano a portarvi altri messaggi, che non conducono alla vita, ma fatevi voi stessi missionari di Cristo per i fratelli, dove vivono, lavorano, studiano o soltanto trascorrono il tempo libero”.
“Avviate anche qui una capillare e organica pastorale vocazionale, fatta di educazione delle famiglie e dei giovani alla preghiera e a vivere la vita come un dono che proviene da Dio”, ha poi aggiunto.
Rivolgendo poi un pensiero al periodo liturgico che stiamo vivendo, il Pontefice ha ricordato che “in Quaresima, ciascuno di noi è invitato da Dio a dare una svolta alla propria esistenza pensando e vivendo secondo il Vangelo, correggendo qualcosa nel proprio modo di pregare, di agire, di lavorare e nelle relazioni con gli altri”.
“Gesù ci rivolge questo appello non con una severità fine a se stessa, ma proprio perché è preoccupato del nostro bene, della nostra felicità, della nostra salvezza – ha sottolineato –. Da parte nostra, dobbiamo rispondergli con un sincero sforzo interiore, chiedendogli di farci capire in quali punti in particolare dobbiamo convertirci”.
Il Papa ha quindi espresso il proprio apprezzamento per l’apertura mostrata dalla giovane comunità parrocchiale, sin dal suo nascere, nei confronti di movimenti e associazioni ecclesiali, che le hanno consentito di maturare “una più ampia coscienza di Chiesa”.
Nella parrocchia di San Giovanni della Croce sono presenti infatti attivamente il movimento dei Focolari, la comunità di Sant’Egidio, il Cammino neocatecumenale, il Rinnovamento carismatico e due movimenti mariani, la Casa di Maria e il gruppo Sacri.
Il Santo Padre si è inoltre congratulato per le opere di carità messe in piedi per far fronte alle diverse esigenze del territorio.
La parrocchia comprende infatti 3.300 nuclei familiari, composti per lo più da giovani coppie, e un quarto della popolazione risiede in case popolari, dove sono frequenti situazioni di povertà e disagio a cui la parrocchia cerca di rispondere con i volontari della Caritas e della comunità di Sant’Egidio che assistono oltre 80 famiglie bisognose.
“La mia visita – ha detto il Papa – desidera incoraggiarvi a realizzare sempre meglio quella Chiesa di pietre vive che siete voi”.
“So che l’esperienza dei primi dodici anni ha segnato uno stile di vita che tuttora permane – ha affermato –. La mancanza di strutture adeguate e di tradizioni consolidate vi ha spinto, infatti, ad affidarvi alla forza della Parola di Dio, che è stata lampada nel cammino e ha portato frutti concreti di conversione, di partecipazione ai Sacramenti, specie all’Eucaristia domenicale, e di servizio”.
“Vi esorto ora a fare di questa Chiesa un luogo in cui si impara sempre meglio ad ascoltare il Signore che ci parla nelle sacre Scritture”, ha infine concluso.
Al termine della Messa, e prima di far ritorno in Vaticano, Benedetto XVI si è quindi spostato in una sala parrocchiale dove ha salutato i membri del Consiglio parrocchiale, esortandoli a continuare “a costruire sempre la Chiesa di pietre vive e così essere anche un centro di irradiazione della Parola Dio nel nostro mondo che ha talmente bisogno di questa Parola, della vita che viene da Dio”.