Così è nato il libro “Storia di un'amicizia”

Intervista con l’editore polacco del libro scritto da Wanda Poltawska su Karol Wojtyla

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di Renzo Allegri

ROMA, venerdì, 5 marzo 2010 (ZENIT.org).- Il libro “Storia di un’amicizia”, nel quale la dottoressa polacca Wanda Poltawska racconta l’amicizia sua personale e della propria famiglia con Karol Wojtyla, sta diventando un “best seller”.

In Polonia, dove è uscito all’inizio dello scorso anno, ha avuto e continua ad avere un grande successo; da noi, in libreria da poco più di un mese, è già esaurito e l’editore italiano, la San Paolo edizioni di Milano, sta provvedendo a una veloce ristampa. Sono in arrivo poi le edizioni francese, spagnola, inglese, brasiliana, e altre.

Il successo di casa nostra è straordinariamente genuino soprattutto perchè ottenuto praticamente senza pubblicità. Si allarga continuamente sostenuto dal “passa parola”. Tutti coloro che lo leggono, sentono il bisogno di consigliarlo agli amici. E’ curioso, però, che l’uscita di questo libro in Italia abbia avuto pochi riscontri nei media. Quei media che, nel giugno dello scorso anno, all’arrivo della notizia della pubblicazione in Polonia, avevano riempito pagine con articoli di tono scandalistico, meravigliandosi che Karol Wojtyla avesse coltivato per tanti anni l’amicizia con una donna e che avesse continuato a scriverle lettere perfino da Papa.

Nelle loro critiche adombravano chissà quali retroscena, e accusavano la dottoressa Poltawska di protagonismo pubblicitario al punto di trascurare il pericolo che un simile libro potesse bloccare la causa di beatificazione.

Nella ragnatela delle critiche e delle polemiche erano cadute perfino alcune personalità ecclesiastiche, che, con le loro dichiarazioni, avevano in realtà contribuito a montare un “caso” inesistente. Infatti, ora, di fronte al libro tradotto in italiano, che può essere quindi comodamente consultato da chiunque, le polemiche hanno lasciato il posto al silenzio. Proprio perché nel libro non vi è neppure una virgola che possa essere messa sotto processo. Invece, ci si trova di fronte a un racconto meraviglioso, ricco di valori umani e spirituali grandissimi, vissuti in una trasparenza solare.

Un libro che si stacca nettamente dagli innumerevoli su Giovanni Paolo II. E che poteva scrivere solo la dottoressa Wanda Poltawska perché nessun altra donna aveva avuto l’avventura di poter considerare Karol Wojtyla un componente della propria famiglia, e di conoscerlo quindi veramente molto bene.

L’accusa, fatta alla dottoressa Poltawska, di aver agito in modo imprudente, rischiando di danneggiare il processo di beatificazione, è ulteriormente smentita ora da questa nostra intervista esclusiva con il primo editore del libro, padre Tomazs Lubas, “managing director” delle Edizioni San Paolo polacche.

Come egli afferma, la dottoressa Poltawska ha agito con lodevole prudenza e saggezza. Ha voluto pubblicare il libro perché questo era un preciso desiderio di Giovanni Paolo II, che aveva letto e approvato tutto il testo, tranne l’ultimo capitolo. Ma prima di consegnare il manoscritto all’editore ha voluto avere tutte le assicurazioni da parte delle autorità ecclesiastiche che nel suo libro non c’era niente che potesse minimamente ostacolare il processo di beatificazione .

Padre Tomazs Lubas, come è nata l’idea di questo libro? 

Padre Lubas: Il primo “imput” l’ha dato lo stesso Santo Padre Giovanni Paolo II, scrivendo a Wanda Poltawska nella lettera del 20 ottobre 1978: “Desidero anche che tu faccia quella selezione di testi, della quale ti parlavo, e che il resto semplicemente lo distrugga. Ma la selezione bisogna farla assolutamente, perché ci sono delle pagine stupende…”. Poi, nel 1993, il Santo Padre, durante il pranzo con la dott.ssa Poltawska e mons. Jozef Michalik, ha raccomandato a Wanda: “Devi scrivere le memorie”. Come ha detto più volte Wanda Poltawska, tutto il testo, eccetto l’ultimo capitolo, fu letto e approvato da Giovanni Paolo II.

Io dell’esistenza di questo libro ho saputo già qualche anno fa. Però, ne conoscevo solo il titolo, senza alcun cenno riguardo il contenuto.  Il titolo polacco e’ “Beskidzkie Rekolekcje” (Gli esercizi spirituali sui Monti Beskidy). Ogni lettera di Karol Wojtyla è per Wanda Poltawska una reliquia. Per questo in un primo momento, per la fotocomposizione del libro, abbiamo ricevuto solo le fotocopie delle lettere. Quando la scannerizzazione dalle fotocopie era uscita male, e la Dottoressa voleva che il libro fosse “bello”, siamo riusciti a convincerla a darci la possibilità di scannerizzare gli originali. Ciò avvenne a casa sua, e il risultato è bello e piace tanto all’Autrice.

Che impressione ha avuto leggendo il manoscritto?

Padre Lubas: Ho subito intuito che il testo era una “bomba” sotto diversi punti di vista e che faceva vedere un Giovanni Paolo II veramente “inedito”. Da una parte sono rimasto incantato della cura spirituale che Karol Wojtyla aveva verso la Famiglia Poltawski e della loro profonda amicizia; dall’altra parte sono rimasto meravigliato, nonostante conoscessi la Famiglia Poltawski da diversi anni, della loro vicinanza al Santo Padre.

Si è convinto subito che il libro doveva essere pubblicato, oppure ha avuto delle perplessità?

Padre Lubas: Di fronte a un testo del genere, non si possono avere tanti dubbi. Per me era ovvio che le Edizioni San Paolo in Polonia dovevano pubblicare questo volume che senz’altro è un faro di luce molto potente per illuminare l’anima di Giovanni Paolo II.  Del resto, la nostra Casa Editrice è editore di tutti libri che Wanda Poltawska ha scritto – attualmente sono 8.

Avevamo qualche perplessità riguardo il tempo della pubblicazione per non disturbare il processo di beatificazione. Per questo motivo l’Autrice stessa ha sottoposto il manoscritto alla Postulazione della causa di beatificazione di Giovanni Paolo II. Ottenuta la conferma che il libro non disturbava il processo di beatificazione, Wanda Poltawska, nel febbraio 2009, ci ha dato il “via libera” per la pubblicazione.

Quali sono state le ragioni che l’hanno convinta a pubblicare il libro?

Padre Lubas: Come ha scritto padre Adam Boniecki sul settimanale cattolico polacco “Tygodnik Powszechny”, “un libro del genere su Giovanni Paolo II non ci è stato dato finora da nessuno…”. Credo che questa sia una delle rispose più significative riguardo i motivi della pubblicazione. Un libro del genere su Giovanni Paolo II non è stato scritto finora da nessuno, perchè… nessuno poteva scriverlo. E non pubblicarlo significava nascondere quella straordinaria parte umana di Giovanni Paolo II che altrimenti non sarebbe mai stata conosciuta. Dal libro veniamo a sapere anche di tante cose “inedite” riguardanti la grande figura della dottoressa Wanda Poltawska, tra l’altro il suo diario del 1962 dei giorni nei quali fu guarita miracolosamente dal cancro per intercessione di Padre Pio, sollecitata da una lettera di Karol Wojtyla, che allora era un giovane Vescovo.

E’ vero che, prima della pubblicazione, è stata richiesta una preventiva autorizzazione della Conferenza Episcopale Polacca?

Padre Lubas: Non si tratta tanto di una “preventiva” autorizzazione della Conferenza Episcopale Polacca, quanto della premura della dottoressa Wanda Poltawska di non creare confusione nella Chiesa con questo libro. Per questo motivo, prima di farlo pubblicare, Wanda Poltawska lo ha fatto leggere a 10 persone ritenute da lei autorevoli e degne di fiducia. Tra queste persone c’erano anche due Arcivescovi, uno dei quali era l’Arcivescovo Jozef Michalik, Presidente della Conferenza dei Vescovi Polacchi, che poi ha scritto una bella introduzione di 6 pagine.

Ottenuto i pareri positivi di queste 10 persone, e avendo la certezza di non creare “guai” nella Chiesa con la sua opera, la dottoressa ha deciso di consegnare il manoscritto all’editore. Interessan
te è la data di consegna del manoscritto all’editore, e cioè a me. Dopo alcuni spostamenti (lei era occupata, io ero via) abbiamo stabilito che il manoscritto sarebbe stato ritirato da me il 7 agosto 2008 a Cracovia. Leggendo poi il libro ho saputo che, esattamente 30 anni prima, proprio in quella data, Karol Wojtyla lasciava il loro amato campeggio sul fiume Wislok, andando “verso il mondo” e non è più tornato in quei luoghi. Così, per un “curioso ed enigmatico caso”, nello stesso giorno, 30 anni dopo, il suo messaggio, i ricordi dei suoi esercizi spirituali fatti in quel bellissimo posto, (descritto anche dal Papa nel “Trittico Romano”), sono partiti “verso il mondo” per poter evangelizzare e fruttificare. Altra curiosa coincidenza: il giorno della presentazione ufficiale del libro nella Sala Plenaria della Conferenza Episcopale Polacca fu il 17 febbraio 2009, giorno del settantesimo anniversario dell’arresto di Wanda da parte della Gestapo.

So che il libro ha suscitato in Polonia anche delle critiche: le aveva previste?

Padre Lubas: Supponevo che un testo così “forte” potesse suscitare qualche critica. Ma ero anche convinto che, dopo aver letto il libro fino in fondo, fosse difficile criticarlo più di tanto. Nei primi mesi dopo la pubblicazione, ci sono state accuse e varie illazioni e supposizioni, ma non vere critiche.  Adesso, dopo la pubblicazione del libro in Italia, i commentatori italiani si meravigliano delle accuse fatte nel giugno 2009, e soprattutto del fatto che qualcuno sostenesse che questo libro poteva essere di disturbo alla beatificazione di Giovanni Paolo II. Della opportunità di pubblicare “Beskidzkie Rekolekcje” testimoniano invece tantissime lettere di ringraziamento che riceve la dottoressa Poltawska, e molte che arrivano anche alla nostra Casa Editrice.

    

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ZENIT Staff

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