Appello del Papa a un maggiore impegno verso gli zingari

Nell’Udienza generale del mercoledì

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ROMA, mercoledì, 3 marzo 2010 (ZENIT.org).- Questo mercoledì, in occasione dell’Udienza generale, Benedetto XVI ha rivolto un appello alle Chiese locali affinché si impegnino maggiormente a favore degli zingari.

Al termine del tradizionale incontro nell’Aula Paolo VI del Vaticano, il Papa ha rivolto un saluto particolare ai partecipanti all’Incontro dei Direttori Nazionali della Pastorale degli Zingari in Europa, in corso in Vaticano dal 2 al 4 marzo sul tema “Sollecitudine della Chiesa verso gli Zingari: situazione e prospettive”.

“Auspico che le Chiese locali sappiano operare insieme per un impegno sempre più efficace in favore degli Zingari”, ha detto il Papa parlando in italiano.

Secondo quanto rivelato da “L’Osservatore Romano”, i responsabili della pastorale degli zingari hanno presentato al Pontefice le loro esperienze di frontiera e un dato significativo: sono centoventi oggi nel mondo gli zingari che hanno abbracciato la vita religiosa e settanta di loro sono stati ordinati sacerdoti.

“È una pastorale che ha due regole d’oro suggerite dagli zingari stessi: ascoltarli e vivere con loro, aiutandoli ma senza assistenzialismo”, ha spiegato il quotidiano della Santa Sede.

Si tratta “di mettere insieme evangelizzazione e promozione umana”, ha detto Paolo Ciani della comunità di Sant’Egidio, “testimoniando il Vangelo nelle situazioni svantaggiate in cui vivono le etnie zingare”.

A dare voce alle attese di questo popolo ha contribuito anche l’orchestra ungherese Rajkó, composta solo da zingari. “Il Vaticano è il 110° Paese che ci ospita”, ha detto il direttore István Gerendási, sottolineando “il messaggio positivo che viene dall’arte e dalla diffusione delle tradizioni popolari zingare”.

Durante l’incontro l’Arcivescovo Antonio Maria Vegliò, Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, ha denunciato che nonostante vi siano numerose Organizzazioni internazionali e nazionali, zingare e non, che operano per la loro promozione umana, sociale, culturale e religiosa, troppo spesso gli zingari sono oggetto di discriminazione razziale e xenofobia.

Mons. Vegliò ha formulato l’auspicio che le trasformazioni in atto possano contribuire ad arrestare fenomeni e atti di antiziganismo, e che si possa creare una nuova ‘coscienza europea’ che consentirà a Rom, Sinti e altri gruppi viaggianti, di riaffermare la propria identità e diversità culturale, nell’ottica di un inserimento civile nei rispettivi Paesi.

Dal canto suo l’Arcivescovo Agostino Marchetto, Segretario del Pontificio Consiglio, ha reso omaggio nel convegno ai pionieri di questo apostolato e ha sottolieato che la maggioranza degli zingari vive in condizioni di grande povertà, non avendo accesso a fondamentali risorse quali l’acqua potabile, il nutrimento, l’alloggio e l’assistenza sanitaria.

La povertà e la discriminazione a loro volta concorrono all’esclusione degli Zingari dagli ambiti del lavoro e della politica, dai sistemi educativi e dai processi decisionali per ciò che li riguarda, ha spiegato monsignor Marchetto.

Tale situazione, aggravata anche dalla tensione e dall’ostilità nei loro confronti, interpella la Chiesa che deve adoperarsi per la difesa della loro dignità e dei loro diritti, rammentando nel contempo agli Zingari i loro doveri di cittadini, ha concluso Marchetto.

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ZENIT Staff

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