Non è vero che i giovani non si confessano

In 2.000 a una veglia in Spagna con confessioni ininterrotte

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di Miriam Díez i Bosch

TOLEDO, mercoledì, 24 giugno 2009 (ZENIT.org).- Se ai giovani viene offerta la possibilità di avvicinarsi a Gesù Cristo la colgono, anche attraverso il sacramento della Riconciliazione.

Sabato scorso, in una veglia che ha riunito tremila giovani alla vigilia della consacrazione della Spagna al Sacratissimo Cuore di Gesù, centinaia di ragazzi e ragazze spagnoli sono accorse a pregare, confessarsi e contemplare il Cuore di Gesù. La cerimonia si è svolta a El Cerro de los Ángeles, nel cuore geografico della Spagna, luogo di profondo significato spirituale.

In questa intervista, padre José María Alsina, sacerdote diocesano di Toledo appartenente alla congregazione dei Figli di Nostra Signora del Sacro Cuore e consigliere nazionale dei Giovani per il Regno di Cristo (JRC), sezione giovanile dell’Apostolato della Preghiera, rivela perché la gioventù continua a volersi avvicinare a Gesù nella Penitenza.

Vi aspettavate 500 giovani alla veglia e ne sono giunti più di 2.000. Quando il Signore chiama i giovani rispondono?

P. Alsina: Non sapevamo con esattezza quanti giovani sarebbero arrivati. La convocazione realizzata dai JRC con l’aiuto del Dipartimento per la Gioventù della Conferenza Episcopale Spagnola si è svolta in pochissimo tempo, e inoltre in Spagna è tempo di esami universitari. Questo ci faceva pensare che avrebbero potuto venire tra i 500 e i 1.000 giovani, ma lo Spirito Santo “ha soffiato” e giunta la sera è apparsa una fiumana di giovani di tutta la Spagna che hanno risposto alla chiamata alla preghiera.

Siamo molto colpiti, e non per la quantità, ma per la qualità dei ragazzi che sono venuti. All’inizio della veglia si è creato un ambiente di raccoglimento e di incontro personale con il Cuore di Cristo. Mi ha colpito constatare che durante i turni di adorazione eucaristica che si sono svolti nella notte non ci sono mai stati meno di duecento giovani che come “sentinelle del mattino” hanno vegliato insieme a Gesù Eucaristia accompagnati dai loro sacerdoti.

Non ci sono stati grandi atti, solo i giovani faccia a faccia col Signore.

P. Alsina: Quando abbiamo presentato al Cardinale di Madrid la nostra proposta di una Veglia Giovanile con cui preparare la consacrazione del giorno successivo, ci ha chiesto cosa volevamo fare, e abbiamo risposto che non volevamo fare altro che mettere i giovani davanti a Gesù Cristo. Essere lì, davanti al Santissimo, cuore a cuore con Cristo.

E’ il Signore che ha mosso questo. E’ del tutto chiaro che è stato lo Spirito Santo. La Veglia e la Messa di consacrazione del giorno dopo sono state un autentico cenacolo in cui tutti abbiamo toccato la presenza dello Spirito.

Questa non era la veglia di un movimento. Ha riunito gente diversa, di scuole, parrocchie, gruppi giovanili… non è sempre facile ottenere un’unione di questo tipo.

P. Alsina: Sì, i JRC hanno rivolto l’invito, ma quelli che lo hanno fatto proprio sono stati i movimenti, e c’erano anche molti sacerdoti di parrocchia. Non è stato un atto dei JRC, e ha avuto eco in realtà molto diverse della vita della Chiesa in Spagna e di molte parrocchie. E’ stata indubbiamente un’esperienza di comunione molto bella.

Un particolare significativo è che si sono viste parecchie religiose giovani, vocazioni spagnole e di varie congregazioni e istituti.

E’ stata senz’altro un’espressione di fede di centinaia di ragazzi e di oltre 100 giovani sacerdoti giunti da tutta la Spagna, che hanno passato tutta la notte ad amministrare il sacramento della Penitenza ai giovani rimasti a vegliare.

Vi aspettavate le confessioni ininterrotte sabato sera?

P. Alsina: Fin dall’inizio si è detto ai sacerdoti di mettersi a confessare. I giovani sono stati invitati ad andare la mattina successiva alla consacrazione riconciliati dal sacramento che lava, che purifica, e ci sono stati sacerdoti che hanno confessato ininterrottamente tutta la notte.

Questo dimostra che il sacramento non è obsoleto, ma ottiene risposta soprattutto tra i giovani quando viene offerto, perché i ragazzi cercano l’incontro personale con la misericordia del Signore.

Il senso della veglia è stato anche quello di collegare l’incontro con il sacramento al messaggio della consacrazione: mettersi nelle mani di un Dio che ti perdona e ti ama.

I giovani hanno spezzato il silenzio della preghiera notturna con gli applausi per due testimonianze. Cos’è stato detto?

P. Alsina: Ci sono state due testimonianze. La prima è stata quella di un seminarista giapponese che studia a Toledo, Ignazio Noriyasu. Ha raccontato la sua conversione, frutto dell’incontro con un giovane spagnolo in Canada, ed è stato commovente quando ha ricordato che all’inizio non sapeva pregare, ma diceva a Gesù una cosa sola: “Gesù, ti amo, ti amo”. Di fronte a queste parole tutti i giovani hanno iniziato ad applaudire emozionati.

L’altra testimonianza è stata quella di Mercedes, una giovane tetraplegica di Barcellona. Ha recitato una bella preghiera davanti al Cuore di Gesù nell’Eucaristia, ringraziando per la vita, per averlo conosciuto, per sapere che era lì, e ha pregato per le madri che non accettano i propri figli, perché li accolgano anche se hanno delle difficoltà. Ha pregato anche per i malati che vogliono farla finita, e ha raccontato come la fede le faccia affrontare con gioia e pace la sua malattia.

Ai giovani è stato anche detto che vari monasteri femminili di tutta la Spagna hanno passato la notte vegliando e pregando con loro.

E’ stato possibile contemplare le reliquie di Santa Margherita Maria Alacoque. Come risuonano nei giovani le rivelazioni del Sacro Cuore di Gesù?

P. Alsina: Sì, la santa era lì. Abbiamo avuto le reliquie nel tempio. Il messaggio dato da Gesù a questa santa è di grande attualità. Santa Margherita ci mette davanti a un Cuore, quello di Dio stesso, che ama pazzamente e che dagli uomini non riceve in cambio se non disprezzo e ingratitudine e per questo attende e “ha bisogno” della nostra risposta d’Amore, soprattutto nell’Eucaristia.

Qual è il significato spirituale del Cerro de los Ángeles?

P. Alsina. Il Cerro de los Ángeles è un luogo di preghiera, di riparazione al Cuore di Gesù. In questo luogo la Spagna si è consacrata al Sacro Cuore nel 1919 e con la fondazione del Carmelo da parte di Santa Maria Maravillas acquista una dimensione di riparazione e di consolazione per Gesù per tutti i peccati che si commettono in Spagna.

E’ anche un luogo di speranza. Nel centro geografico della Spagna, l’immagine del Cuore di Gesù ci ricorda che Lui è con noi e che come ha promesso a p. Bernardo de Hoyos, che verrà beatificato prossimamente, “regnerà nella nostra patria con speciale venerazione”.

Questa veglia, dunque, è un buon precedente per la Giornata Mondiale della Gioventù…

P. Alsina. Questa veglia ci ha mostrato due cose: da un lato che i giovani cercano e vogliono stare con Cristo, nel silenzio, nell’Eucaristia e nella Penitenza.

Dall’altro, si è visto il desiderio di incontrare altri giovani che cercano Cristo. Non è stata solo una notte di preghiera personale, perché i ragazzi sono venuti per incontrarne altri che andavano a pregare, e questa sarà l’esperienza della Giornata Mondiale della Gioventù, un incontro personale con Cristo, ma anche comunitario e universale.

Credo che sia un buon inizio per Madrid 2011 e un’esperienza molto importante di come i giovani rispondano seriamente quando vengono convocati per la preghiera.

Per vedere testimonianze della veglia: http://www.populartv.net/index.php/PopularTV/ver-
programa/vigilia_con_motivo_del_90_aniversario_de_la_consagracion_de_espana_al_coraz/


[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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