Corea del Sud: un Centro dove sperimentare l’amore di Dio

Si è concluso il raduno carismatico a Kkottongnae

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di Alessandra Nucci

KKOTTONGNAE, lunedì, 15 giugno 2009 (ZENIT.org).- Il grande raduno carismatico “Amore in azione”, organizzato dall’ICCRS (International Catholic Charismatic Renewal Services) in Corea del Sud, si è svolto a Kkottongnae, il “villaggio fiorito”, sede di una comunità cristiana che ospita i bisognosi fornendo loro non solo un tetto e le cure fisiche, ma anche una terapia psicologica basata sull’amore.

Nato 33 anni fa per assistere tutte le categorie di indigenti e abbandonati, ivi compresi gli orfani, gli anziani, i disabili e i malati psichici, Kkottongnae è sorto per iniziativa di padre John Oh, un sacerdote che ha tratto ispirazione dalla carità dimostrata verso i derelitti da un umile mendicante, povero quanto loro ma ricco di amore.

Così, accanto all’assistenza materiale, Kkottongnae punta anche a riempire i vuoti affettivi di chi non riesce a provvedere a se stesso. In questa ottica ha istituito, tredici anni fa, accanto ai centri per l’addestramento e la formazione degli operatori sociali, anche un “Centro per la ricerca sull’amore”.

“Qui noi studiamo l’amore di Dio, insegniamo l’amore di Dio, portiamo le persone a fare esperienza dell’amore di Dio,” illustra il frate James Shin, medico specialista di medicina interna. “A questo mondo ci sono tanti istituti di ricerca – elabora Fra James – ma nessuno fa ricerche sull’amore”.

“La società moderna ha tante conoscenze e tecnologia, ma manca di spiritualità – ha aggiunto –. La nostra esperienza ci rivela invece quanto la spiritualità sia importante. Non di solo pane vive l’uomo, dice la Scrittura, e lo provano le moltitudini di persone che in tutto il mondo finiscono sulla strada, semplicemente a causa della mancanza d’amore”.

Dal canto suo la Presidente dell’ICCRS, Michelle Moran, ha espresso la sua soddisfazione per aver fatto convergere sulla Corea del Sud gli esponenti dei raggruppamenti carismatici di 43 paesi diversi, con una sessantina di sacerdoti, quindici Vescovi, due Cardinali, un Nunzio apostolico e centinaia di suore, provenienti in prevalenza da paesi dell’Asia e dell’Australia. Il raduno finale ha attirato oltre 50mila persone.

“E’ stato particolarmente importante tenere questo convegno in Asia, dove la Chiesa si dimostra così vibrante di energie e dove sono presenti tante espressioni del Rinnovamento carismatico”, ha dichiarato la presidente Moran, aggiungendo di aver tratto incoraggiamento non solo dalle attività di Kkottongnae, ma anche dalla sua comunità religiosa, che comprende 100 frati e 213 suore, con un migliaio in formazione.

“C’è un valore simbolico – ha aggiunto – nel fatto che la fede in Corea è arrivata in tempi relativamente recenti, portata da laici. Abbiamo tratto ispirazione anche dal pellegrinaggio ai luoghi di persecuzione: entrare nello spirito dei molti martiri coreani ci è servito a rafforzare la nostra fede. Da coloro che ci hanno preceduto possiamo acquisire speranza a coraggio”.

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ZENIT Staff

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