CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 14 giugno 2009 (ZENIT.org).- La difficile situazione economico-finanziaria che sta vivendo tutto il mondo invita a ripensare il modo in cui è stato gestito il settore negli ultimi anni, ha osservato Benedetto XVI questo sabato.
Il Pontefice è giunto a questa conclusione ricevendo in udienza i membri della Fondazione “Centesimus Annus – Pro Pontifice“, istituita nel 1993 da Giovanni Paolo II per promuovere la conoscenza e la pratica della Dottrina Sociale della Chiesa.
Ispirata all’Enciclica Centesimus Annus (1991) di Papa Karol Wojtyła, la Fondazione ha finalità religiosa, di culto e di beneficenza e si propone in particolare di collaborare alla diffusione dei valori umani, etici, sociali e cristiani. Il suo presidente è Lorenzo Rossi di Montelera.
L’incontro con i membri dell’organismo in occasione della loro riunione annuale, ha osservato il Papa, ha assunto “un significato e un valore particolare alla luce della situazione che vive in questo momento l’intera umanità”.
La crisi finanziaria ed economica che ha colpito i Paesi industrializzati, quelli emergenti e quelli in via di sviluppo, ha infatti sottolineato, “mostra in modo evidente come siano da ripensare certi paradigmi economico-finanziari che sono stati dominanti negli ultimi anni”.
In questo contesto, il Papa ha lodato la decisione della Fondazione di affrontare nel Convegno internazionale svoltosi questo venerdì “il tema della ricerca e della individuazione di quali siano i valori e le regole a cui il mondo economico dovrebbe attenersi per porre in essere un nuovo modello di sviluppo più attento alle esigenze della solidarietà e più rispettoso della dignità umana”.
Nel Convegno sono state esaminate in particolare le interdipendenze tra istituzioni, società e mercato, partendo dalla riflessione per cui l’economia di mercato può essere riconosciuta come via di progresso economico e civile solo se orientata al bene comune.
Questa visione, ha commentato il Papa, deve accompagnarsi anche “all’altra riflessione secondo la quale la libertà nel settore dell’economia deve inquadrarsi in un solido contesto giuridico che la metta al servizio della libertà umana integrale, una libertà responsabile il cui centro è etico e religioso”.
Come si legge nella Centesimus Annus, infatti, “come la persona realizza pienamente se stessa nel libero dono di sé, così la proprietà si giustifica moralmente nel creare, nei modi e nei tempi dovuti, occasioni di lavoro e crescita umana per tutti” (n. 43).
Per questa ragione, Benedetto XVI ha auspicato che i lavori della Fondazione, “ispirandosi agli eterni principi del Vangelo, elaborino una visione dell’economia moderna rispettosa dei bisogni e dei diritti dei deboli”.
All’economia e al lavoro, ha concluso, verrà prossimamente pubblicata la sua Enciclica sociale, in cui verranno posti in evidenza “quelli che per noi cristiani sono gli obbiettivi da perseguire e i valori da promuovere e difendere instancabilmente, al fine di realizzare una convivenza umana veramente libera e solidale”.
Per ulteriori informazioni, http://www.centesimusannus.org