La Repubblica Dominicana rifiuta la modifica del matrimonio

E ratifica il Concordato con la Chiesa

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SANTO DOMINGO, giovedì, 11 giugno 2009 (ZENIT.org).- L’Assemblea di Revisione della Repubblica Dominicana ha respinto questo mercoledì l’ipotesi di inserire nella Costituzione una proposta che cercava di riconoscere effetti civili ai matrimoni celebrati da tutte le Chiese presenti nel Paese. Allo stesso modo, ha approvato il fatto che il matrimonio può essere solo tra un uomo e una donna.

Con quanto approvato, si mantiene invariabile la facoltà di celebrare matrimoni concessa dallo Stato dominicano alla Chiesa cattolica con la firma del Concordato nel 1954.

La proposta attuale faceva parte del rapporto realizzato da una commissione speciale dei membri dell’Assemblea alla quale è stato assegnato lo studio degli articoli 44, 45 e 46, che hanno a che vedere con la famiglia, informa questo giovedì “Listín Diario“.

108 membri dell’assemblea hanno votato a favore e 106 contro l’ipotesi di eliminare il comma 4 dell’articolo 44 nel rapporto presentato dalla commissione. La proposta diceva: “I matrimoni religiosi avranno effetti civili nei termini stabiliti dalla legge”.

L’Assemblea ha anche approvato il fatto che il matrimonio può essere solo tra un uomo e una donna, il che esclude la possibilità che avvengano matrimoni tra persone dello stesso sesso, come accade in alcuni Paesi.

Sono stati anche riconosciuti i diritti e i doveri di un uomo e di una donna in un’unione singolare e stabile (unione libera), che “genera diritti e doveri nelle loro relazioni personali e patrimoniali, conformemente alla legge”. Ciò significa che i figli e le mogli nell’unione libera potranno ereditare beni materiali.

L’articolo 44, con i suoi undici commi, è stato elaborato da una commissione speciale presieduta da Cristina Lizardo e sono stati approvati la definizione iniziale e quattro commi in cui si stabilisce inoltre che ogni persona ha il diritto di costruirsi una famiglia e che l’uomo e la donna godranno di uguali diritti e doveri, così come che il bene della famiglia potrà essere dichiarato inalienabile in conformità alla legge.

Padre Manuel Ruiz, che ha osservato le votazioni, ha spiegato che non si è trattato di un trionfo della Chiesa cattolica sulle altre Chiese, visto che sono stati menzionati solo i matrimoni religiosi.

Il sacerdote ha affermato che si sarebbe preferito che l’articolo menzionasse gli accordi internazionali, ossia il Concordato firmato a Roma da Stato e Chiesa.

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ZENIT Staff

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