DILI, giovedì, 4 giugno 2009 (ZENIT.org).- Il Parlamento di Timor Est ha approvato un articolo del Codice Penale che permette gli aborti d’emergenza, dopo i dibattiti svoltisi il 25 e il 26 maggio.
Il nuovo articolo 142 definisce l’aborto un crimine, ma segnala che in una situazione d’emergenza la vita della madre deve avere la priorità rispetto a quella del figlio non nato.
Segnala anche che tre medici e i genitori devono essere d’accordo ad “estrarre l’embrione da sua madre”.
Il deputato socialdemocratico Maria Paixão ha dichiarato che il nuovo articolo approvato permette alle levatrici di realizzare aborti nelle zone rurali a causa della mancanza di medici.
La Chiesa cattolica, i cui membri rappresentano il 95% della popolazione, si è opposta a questa legge.
L’Arcivescovo di Dili, monsignor Alberto Ricardo da Silva, ha dichiarato all’agenzia UCANews che la Chiesa non sostiene la legalizzazione dell’aborto perché i medici in caso d’emergenza devono cercare di salvare sia la madre che il figlio.
La sua posizione è espressa in una nota pastorale delle due Diocesi di Timor Est datata 15 aprile, che ribadisce il carattere inviolabile della vita umana dal concepimento fino alla morte naturale.
Il testo afferma che questa concezione della vita si ritrova nella cultura di Timor e che l’aborto è una violazione del diritto umano fondamentale alla vita.
La nota esorta inoltre i leader sociali e politici a provvedere alle necessità fondamentali delle madri e dei bambini dal momento del concepimento e a punire i responsabili della violenza contro queste fasce di popolazione.
Nel marzo scorso, i due Vescovi di Timor Est hanno incontrato i leader politici del Paese per cercare di bloccare l’approvazione dell’articolo sull’aborto.
Il Vescovo Da Silva ha incontrato a Dili il Primo Ministro Alexandre “Xanana” Gusmão, che dopo l’incontro ha dichiarato ai giornalisti che gli esseri umani non hanno il diritto di uccidere i feti, ma che in alcune situazioni d’emergenza non si possono salvare sia la madre che il figlio.
Il Vescovo di Bacau, monsignor Basílio do Nascimento, ha incontrato il 13 marzo il vice-Primo Ministro, José Luis Guterres, e gli ha spiegato la posizione della Chiesa, che difende la necessità di salvare sia la madre che il figlio in condizioni d’emergenza.
Uno dei Dieci Comandamenti dice “Non uccidere”, ha ricordato il Vescovo.
Timor Est è diventata indipendente nel 2002, dopo più di due anni sotto l’amministrazione provvisoria delle Nazioni Unite.
Il Paese ha una popolazione di circa un milione di persone e utilizza il Codice Penale indonesiano dal 1975.