USA: gruppi pro-vita denunciano l'assassinio di un abortista

Condannano l’atto perché contrario alla promozione della dignità umana

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WICHITA (Kansas, Stati Uniti), mercoledì, 3 giugno 2009 (ZENIT.org).- Gruppi pro-vita degli Stati Uniti stanno denunciando l’assassinio dell’abortista George Tiller come atto contrario alla causa della promozione del rispetto per la vita umana.

Padre Frank Pavone, direttore nazionale di Priests for Life, ha emesso una dichiarazione in cui esprime la propria tristezza per l’omicidio, avvenuto domenica scorsa.

“Non conosciamo i motivi di quest’atto – ha confessato –, e non dovremmo giudicare o trarre conclusioni”.

“A Priests for Life continuiamo a insistere su una cultura in cui la violenza non è mai vista come soluzione ad alcun problema”.

“Ogni vita deve essere difesa – ha aggiunto il sacerdote –, senza distinzione di età, punti di vista o azioni”.

Tiller, 67 anni, era il propietario della Women’s Health Care Services di Wichita, nel Kansas, una delle tre cliniche del Paese che realizza aborti tardivi, oltre la 21ma settimana di gestazione.

E’ stato ucciso a colpi di arma da fuoco fuori dalla sua chiesa, la Chiesa Evangelica Luterana d’America.

Antitesi

Anche CatholicVote.org ha emesso un comunicato in cui condanna l’omicidio ed esprime la speranza che “l’assassino sia portato davanti alla giustizia per questo crimine atroce”.

“Non possiamo creare la Civiltà dell’Amore con la violenza”, ha affermato il presidente dell’organizzazione, Brian Burch.

“Esortiamo tutte le persone di buona volontà a pregare questa settimana per l’anima del signor Tiller e perché questa nostra società abbandoni tutte le forme di odio e violenza”, ha detto.

Burch ha anche sottolineato che questo “atto di violenza senza senso rappresenta l’antitesi assoluta di un popolo della vita”.

“Le decine di milioni di americani che pregano e lavorano pacificamente ogni giorno per la difesa di ogni vita umana sono legittimamente rattristate da questa notizia”, ha aggiunto.

Citando il defunto Cardinale John O’Connor di New York, Burch ha segnalato che “questo scredita il movimento per il diritto alla vita. Un assassinio è un assassinio; è una follia; non si può prevenire un omicidio con un omicidio”.

In un processo conclusosi mercoledì scorso, Tiller era accusato di 19 delitti minori collegati ad aborti, ma non è stato dichiarato colpevole di tutti i capi d’accusa.

Ad ogni modo, nonostante l’assoluzione, la Kansas Board of Healing Arts si è fatta carico del caso per indagare su presunte violazioni etiche.

Scott Roeder, 51 anni, è stato arrestato questo lunedì perché sospettato dell’omicidio di Tiller.

Il presidente di Americans United for Life, Charmaine Yoest, ha condannato l’omicidio e ha affermato che “il fondamentale diritto alla vita al quale dedichiamo il nostro lavoro abbraccia tutte le persone”.

Il direttore esecutivo del Comitato Nazionale per il Diritto alla Vita, David O’Steen, ha porto le sue condoglianze alla famiglia di Tiller e ha affermato che il suo gruppo “condanna inequivocabilmente ogni atto di violenza, indipendentemente dalla sua motivazione”.

“Il movimento pro-vita lavora per difendere il diritto alla vita e aumentare il rispetto per la vita umana – ha aggiunto –; l’uso della violenza è direttamente contrario a questo obiettivo”.

Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha segnalato in un comunicato stampa emesso domenica sera di essere “commosso e indignato” per l’assassinio.

“Nonostante le nostre profonde differenze come statunitensi su questioni complicate come l’aborto, queste non possono essere risolte con atti atroci di violenza”, ha dichiarato.

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ZENIT Staff

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