La Santa Sede preoccupata per l'impatto della crisi sulla sanità

Intervento di monsignor Zimowski alla 62ma Assemblea Mondiale della Sanità

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di Patricia Navas

GINEVRA, mercoledì, 3 giugno 2009 (ZENIT.org).- La Santa Sede è preoccupata per le ripercussioni negative della crisi economica attuale sull’assistenza sanitaria nei Paesi in via di sviluppo.

Lo ha segnalato il presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute, monsignor Zygmunt Zimowski, il 19 maggio scorso in un intervento alla 62ma Assemblea Mondiale della Sanità, celebrata a Ginevra dal 18 al 27 maggio.

Secondo quanto ha reso noto questo mercoledì la Sala Stampa vaticana con un comunicato, la Santa Sede ha partecipato all’assemblea in qualità di osservatore, con una delegazione guidata da monsignor Zimowski.

L’Arcivescovo Silvano M. Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso gli uffici delle Nazioni Unite e altre istituzioni internazionali a Ginevra, e altre sei persone completavano la delegazione.

Nel suo intervento, monsignor Zimowski ha sottolineato che la Santa Sede condivide la preoccupazione, espressa nell’assemblea anche da altri delegati, per “l’impatto dell’assistenza e delle cure sulla salute umana in questo periodo di crisi economica globale”.

“L’attuale crisi economica ha fatto affiorare lo spettro della cancellazione o di una drastica riduzione dei programmi di assistenza esterna, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo”, ha constatato.

Il presidente del dicastero vaticano ha avvertito che “ciò metterà drammaticamente a repentaglio i loro sistemi sanitari, che sono già al collasso per la forte incidenza di malattie endemiche, epidemiche e virali”.

Nel discorso al presidente dell’assemblea, il presule ha ricordato la soluzione proposta da Benedetto XVI nel suo messaggio al G20 il 30 marzo scorso.

“L’uscita dall’attuale crisi globale solo si può realizzare insieme, evitando soluzioni improntate all’egoismo nazionalistico e al protezionismo”, ha detto il Papa in quella occasione, esortando nel messaggio indirizzato al Primo Ministro britannico a un “coraggioso e generoso potenziamento di una cooperazione internazionale capace di promuovere un reale sviluppo umano ed integrale”.

La delegazione della Santa Sede all’Assemblea Mondiale della Sanità ha anche sottolineato “la grande importanza e la particolare responsabilità di organizzazioni di matrice religiosa e di migliaia di istituzioni sanitarie gestite dalla Chiesa, nel fornire sostegno e cure a persone che vivono in povertà”.

In questo senso, ha ricordato che le istituzioni sostenute dalla Chiesa soffrono in modo particolare la crisi finanziaria, e spesso non hanno accesso a fondi governativi o internazionali.

Ad ogni modo, ha assicurato che queste istituzioni continuano a lottare per servire i più bisognosi, basandosi in primo luogo sul valore della vita umana, sacra e degna, e su altri valori come equità, solidarietà, giustizia sociale e accesso universale ai servizi.

Monsignor Zimowski si è inoltre riferito a una ricerca che il Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute ha avviato nel 1998, animato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, sulle sfide che la comunità internazionale deve affrontare per raggiungere l’obiettivo della salute per tutti.

Questa ricerca, realizzata nelle Chiese locali, ha dimostrato che una delle sfide maggiori è il principio di uguaglianza, ha spiegato il presule.

“Un decennio dopo, devo purtroppo constatare che nella maggior parte dei Paesi tale sfida è ancora attuale”, ha lamentato.

La delegazione della Santa Sede, ha aggiunto, attende “con particolare attenzione” la risoluzione relativa ai fattori sociali determinanti per la salute, proposta all’approvazione dell’Assemblea Mondiale della Sanità.

Questa risoluzione presuppone un appello urgente ai Governi per sviluppare obiettivi e strategie per migliorare la salute pubblica, con particolare attenzione all’ambito sanitario.

Monsignor Zimowski ha infine segnalato la preoccupazione della Santa Sede per i “milioni di bambini in tutto il mondo che non raggiungono il loro pieno potenziale a causa delle grandi differenze e ingiustizie esistenti in campo sanitario”.

“Non possiamo permettere che questi bambini indifesi, i loro genitori e gli altri adulti delle comunità più povere del mondo diventino sempre più vulnerabili a causa della crisi economica globale, ampiamente alimentata dall’egoismo e dalla bramosia”, ha concluso.

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ZENIT Staff

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