CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 29 aprile 2009 (ZENIT.org).- A quarant’anni dalla pubblicazione del Direttorio “Peregrinans in terra”, dedicato alla pastorale del turismo, questa ha bisogno di un aggiornamento per adattarsi a un fenomeno che negli ultimi anni è cresciuto a livello esponenziale.
Lo ha affermato questo mercoledì monsignor Agostino Marchetto, Segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, che riunisce a Roma rappresentanti di 20 Paesi tra Vescovi e direttori nazionali.
Monsignor Marchetto ha sottolineato la necessità di passare da una pastorale specifica, che negli anni Sessanta si concentrava soprattutto sull’assicurare il rispetto del precetto domenicale nei luoghi turistici, a un’altra più complessa, che tenga conto degli aspetti etici e antropologici di questo fenomeno.
Il turismo è passato a muovere dai 50 milioni di persone del 1950 ai 924 del 2008. Accanto a questo enorme aumento sorgono nuove “preoccupazioni e attenzioni pastorali”, ha spiegato il presule riferendosi “all’ecologia e al cambiamento climatico, all’etica nel turismo, alla lotta contro la povertà e lo sfruttamento sessuale di donne e minori, o al turismo solidale, sociale e responsabile, per non parlare dell’impegno a valorizzare la dimensione cristiana di tanti luoghi turistici”.
L’uomo, ha aggiunto, “è chiamato a salvezza in tutti i momenti della sua vita, altresì in quelli ludici, sportivi, turistici”. “Se la Chiesa si interessa al turismo non è soltanto perché il turismo è un aspetto nuovo e importante della nostra civiltà, ma soprattutto perché tale fenomeno modifica profondamente la condizione degli uomini ai quali si rivolge la Parola di Dio”.
“La pastorale del turismo è da considerarsi parte integrante, essenziale ed integrata (pastorale d’insieme) di quella ecclesiale”, ha commentato, e “si rivolge non solo ai turisti, ma anche alla vastissima rete delle organizzazioni turistiche e degli operatori, nonché dei lavoratori e impiegati del settore”.
La Riunione, in svolgimento fino a giovedì nel Palazzo di San Callisto, vuole commemorare il 40° anniversario del Direttorio “Peregrinans in terra”, pubblicato il 30 aprile 1969, sotto il pontificato di Paolo VI.
Il documento, avverte il Pontificio Consiglio, ha rappresentato “il primo frutto maturo di un cammino intrapreso dalla Chiesa nei riguardi del crescente fenomeno del turismo che, dopo la seconda guerra mondiale, da beneficio esclusivo di una élite passò a essere un fenomeno coinvolgente le masse”.
Nel corso della Riunione verrà presentato anche il volume “Magistero Pontificio e Documenti della Santa Sede sulla pastorale del turismo (dal 1952 al 2008)”.
Il presidente del dicastero, monsignor Antonio Vegliò, ha spiegato durante l’apertura dell’incontro che “il turismo moderno rappresenta un fenomeno sociale di crescente sviluppo e respiro internazionale, in cui è necessario far sentire sempre più la materna presenza della Chiesa”.
Quest’ultima, “con simpatia e lucidità”, deve “andare oltre nella conoscenza degli aspetti economici, politici, sociologici, psico-sociologici del turismo attuale” se vuole “partecipare in modo razionale e competente alla promozione dei veri valori del turismo, e proporre a poco a poco all’opinione pubblica un’etica del turismo. Poiché il turismo è fatto per l’uomo e non l’uomo per il turismo”.