Dalle Marche, un diktat contro gli obiettori di coscienza

Il Movimento per la Vita e il Sottosegretario Roccella solidali con i medici

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ROMA, mercoledì, 29 aprile 2009 (ZENIT.org).- Ha suscitato scalpore e indignazione la lettera che Roberto Malucelli, direttore generale della Azienda sanitaria unica regionale (Asur), ha inviato ai direttori delle zone territoriali e ai dirigenti medici di presidio della Regione Marche per stabilire “riferimenti normativi e criteri operativi” in merito alla relazione tra pillola del giorno dopo e obiezione di coscienza.

In pratica, secondo le direttive di Malucelli, i medici ospedalieri e territoriali (consultori, guardia medica, 118, ma anche medici di famiglia) non possono avanzare l’obiezione di coscienza di fronte alla richiesta di prescrizione per la pillola del giorno dopo (più nota come Norlevo).

Informato sulla vicenda, Carlo Casini, Presidente del Movimento per la Vita (MpV) e coautore insieme a Maria Luisa di Pietro e Marina Casini del libro appena arrivato nelle librerie “Obiezione di coscienza in sanità. Vademecum” (Cantagalli, Siena), ha ribadito che “l’obiezione di coscienza del personale sanitario in materia di aborto è garantita dalla legge 194 e confermata dalla Corte costituzionale”.

“Che la pillola del giorno dopo abbia effetti potenzialmente abortivi – ha aggiunto – lo afferma il Comitato nazionale di bioetica e lo ribadisce il Tar del Lazio che ha obbligato la casa distributrice ad indicare nel foglietto illustrativo che il prodotto può avere come effetto la morte dell’embrione a cui è reso impossibile l’annidamento mediante la modificazione dell’ambiente uterino reso inospitale”.

Casini ha rilevato che l’ufficio giuridico del Movimento per la Vita “è più volte intervenuto su singoli casi di medici a cui il diritto di obiezione veniva negato e sempre le vicende si sono concluse con la cessazione delle indebite pressioni”.

Secondo il Presidente del MpV “è giunto il momento di affrontare la questione nei suoi caratteri generali” per questo “è necessaria una rivolta morale da parte della classe medica”.

Il Movimento per la Vita ha annunciato che invierà a tutti i medici delle Marche la documentazione giuridica che consentirà loro la tranquillità nel rifiuto della prescrizione della pillola del giorno dopo e assicurerà, se necessario, anche l’assistenza giudiziaria gratuita.

In una intervista pubblicata da Avvenire, Eugenia Roccella, Sottosegretario alla Salute, ha fatto presente che c’è un problema etico perchè nel foglietto illustrativo del farmaco, la stessa azienda produttrice dichiara che la pillola può impedire l’impianto dell’ovulo fecondato nell’utero.

Mentre sul rischio che la Norlevo possa eliminare un embrione c’è una nota del Comitato nazionale per la bioetica.

Il Sottosegretario alla Salute ha sottolineato che esiste il problema della salute della donna, perchè già l’allora ministro della Sanità Umberto Veronesi stabilì che per assumere il Norlevo “occorre una ricetta non ripetibile” il che significa che “ci sono motivi scientifici per cui non può essere classificato tra i farmaci da banco”.

“E credo – ha aggiunto la Roccella – che non si possa obbligare nessun medico a prescrivere un farmaco. Anzi il medico deve poter effettuare un’adeguata valutazione clinica che comprende le eventuali controindicazioni, prima di scrivere una ricetta”.

In conclusione il Sottosegretario alla Salute ha ricordato che in favore della possibilità di ricorrere alla clausola di coscienza si era espresso anche il Consiglio nazionale della Fnomceo (Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri) riunitosi nello scorso ottobre a Ferrara.

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ZENIT Staff

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