L’uomo della Sindone tra scienza e mistero

Intervista a Corona Perer, coatrice di un libro sull’argomento

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di Antonio Gaspari

ROMA, lunedì, 27 aprile 2009 (ZENIT.org).- L’analisi al radiocarbonio del 1988 datava la Sindone al Medioevo. Questo dato avrebbe dovuto ridurre l’attenzione nei confronti del telo dei misteri più famoso al mondo.

 Invece, l’attenzione, la ricerca, lo studio, le riflessioni non sono mai state così intense e diffuse come nei tempi che viviamo. Di recente poi, gli scienziati, autori delle analisi del 1988 hanno fatto marcia indietro ammettendo alla BBC che la prova potrebbe essere sbagliata. 

Muovendo sulle tracce dell’ipotetico falsario, Marco Fasol e Corona Perer hanno scritto e pubblicato il libro “L’uomo della sindone. Un’immagine tra scienza e mistero” (editrice La Grafica).

Marco Fasol è laureato in Filosofia alla Cattolica di Milano e in Scienze religiose, insegna storia e filosofia nei Licei classico e scientifico dell’Istituto Alle Stimate di Verona, ed è già autore del saggio storico di critica al Codice da Vinci.

Corona Perer, giornalista, laureata in Scienze religiose, con una tesi dal titolo “Vangeli e Teoria della comunicazione di massa”, scrive per il quotidiano L’Adige ed ha  fondato il giornale web SENTIRE (www.giornalesentire.it).

Il testo affronta con rigore scientifico le evidenze sia a favore che contro la Sindone. Soprattutto si cerca di svelare l’identità della persona avvolta in quel telo e la cui immagine è rimasta segnata in maniera indelebile.

Il vero tema sotteso dal lavoro è quello di comprendere il concetto di immagine nella sua duplice accezione: teologica e mass-mediologica dal punto di vista della comunicazione di massa. Per  cercare di svelare il mistero ZENIT ha intervistato Corona Perer.

Perché un altro libro sulla Sindone?

Perer: Bella domanda: in effetti ce ne sono già molti, saggi cospicui e voluminosi tomi di studiosi illustri che già concorrono a dire il mistero e le molte prove a favore dell’autenticità (penso all’ultimo saggio del prof. Fanti o ai lavori dello studioso Baima Bollone che resta un punto di riferimento). Ma c’era un vuoto nella fascia dei libri divulgativi, che con linguaggio semplice e chiaro fossero in grado di rivolgersi alle giovani generazioni, quelle nate dopo il 1988. Loro infatti della Sindone sanno essenzialmente una cosa: che è un falso e non conoscono le molte altre prove a favore, almeno una decina, contro quella – ritenuta tombale per molti anni – del carbonio 14.

Quali sono le motivazioni e le novità del volume scritto insieme a Marco Fasol?

Perer: La novità sta forse nel metodo: abbiamo lavorato tenendo una sedia vuota accanto alla nostra, quella dell’ipotetico falsario. Ci siamo chiesti costantemente cosa avrebbe dovuto sapere il falsario per fare ciò che ha fatto?

E cosa avrebbe dovuto conoscere?

Perer: Ad esempio  i processi di fibrinolisi del sangue: sul sacro telo le macchie sono formate da sangue vitale e sangue sieroso, ma non ci sono tracce di decomposizione quindi egli dovrebbe aver tolto il cadavere che il telo conteneva dopo un certo tempo.

Se ha usato due tipi di sangue (o due cadaveri), li ha scelti dello  stesso gruppo sanguigno, l’AB molto diffuso tra le popolazioni semitiche.

Poi avrebbe dovuto dosare i pollini al microscopio e metterne 58 di cui 19 specifici dell’area mediorientale ma 3 di piante che crescono soltanto a Gerusalemme. Senza dimenticare che avrebbe dovuto disegnare qualcosa che si sarebbe visto al negativo cioè conoscere o anticipare la fotografia che viene scoperta nel ‘900…

Perché descrivete la Sindone come il mistero più bello della nostra storia?

Perer: Perchè lo è di fatto. E sono convinta che sia assolutamente inutile tentare di spiegare con la scienza questo mistero. Non è infatti questo  l’obiettivo del libro. Noi semmai saremmo felici di aver condotto i nostri giovani lettori “al” mistero.

E di aver  introdotto una domanda all’uomo contemporaneo che pretende di spiegare tutto con la scienza e elegge a verità solo ciò che la scienza può confutare: siamo ancora in grado di accettare che qualcosa invece sfugga alla nostra fallacia? Ha ragione Wittgenstein: di ciò di cui non possiamo dire, occorre tacere. Tuttalpiù possiamo balbettare qualche risposta, direbbe il prof. De Benedetti mio docente di Ebraismo.

Come si struttura il libro?

Perer:  è un libro scritto a quattro mani. Mentre il professor Fasol si muove  da studioso lungo il cammino scientifico percorso in 20 anni di ricerche sull’ immagine dell’Uomo della Sindone, io da giornalista analizzo il termine ‘immagine’ dal punto di vista della comunicazione di massa sulle tracce del primo Vangelo, quello di Marco, ottimo cronista. Ebbene, applicando la teoria della comunicazione di massa ci accorgiamo di essere di fronte anche ad un miracolo di comunicazione : Gesù è il comunicatore perfetto.

Ammettiamo che il telo misterioso fosse quello che ha avvolto il corpo di Gesù. Questo sarebbe sufficiente a dimostrare che quell’uomo era il figlio di Dio?

Perer: Io credo che per i credenti non cambi nulla sapere che quel lenzuolo sia autentico, come non ha cambiato nulla sapere che la datazione al carbonio 14 lo faceva risalire al Medioevo e quindi dove trattarsi di un falso. Sappiamo che un anno fa gli stessi scienziati autori della prova al Carbonio 14 hanno fatto dietrofront ed ora ammettono che la Sindone potrebbe essere più antica e che quella prova non è la più idonea per metterci sopra la parola fine.

Ma c’è un dato che sconvolge: l’unica ipotesi plausibile che sembra suffragare le tesi su come si sia formata l’immagine (è ancora un mistero, lo ricordo, nè è mai stata riprodotto qualcosa di simile) parla di un lampo da un milione di volt in un decimo di secondo…Che poi non vi siano tracce di decomposizione nel telo, dice molto. Quel telo non ha tenuto un uomo per più di 36-40 ore, altrimenti ci sarebbero esiti da decomposizione . Non è stupefacente? Tutto converge sui tempi della Resurrezione

Che cosa ha scoperto scrivendo questo libro? E quali emozioni le ha suscitato?

Perer: Le emozioni vengono dalle molte prove a favore dell’autenticità, per troppi anni taciute o relegate all’esoterico. Tuttavia Internet e gli studiosi ne parlavano da tempo.

Ma è quando ho avuto tra le mani questo piccolo libro che mi sono commossa: avevamo scelto ovviamente il volto della Sindone e mi sono resa conto che per un autore non c’era copertina più bella alla quale poter aspirare. Non c’è persona che fermandosi a contemplare quel volto non ne subisca il fascino straordinario: un volto bello, autorevole.

Così se proprio devo dire l’emozione che mi ha suscitato questo libro direi… la gioia: ho pensato che Gesù non solo ci ha lasciato una parola eterna, ma anche la sua fotografia. Il libro del resto muove da un versetto di Matteo 28,20 “Ecco io sono con voi tutti i giorni, fino al fine del mondo”.

Qual è la vostra speranza di autori?

Perer: Che arrivi a chi lo abbiamo destinato: i giovani. Dato il linguaggio, lo abbiamo tenuto il più semplice e ‘piano’ comprensibile, pur parlando di fatti strettamente e rigorosamente scientifici. Il libro può parlare ai giovani, noi speriamo che siano gli stessi operatori della pastorale giovanile a capire la portata di uno strumento di comunicazione come la Sindone.

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ZENIT Staff

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