I medici cattolici si mobilitano per essere “liberi di vivere”

Anche l’AMCI in campo per la vita

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ROMA, venerdì, 24 aprile 2009 (ZENIT.org).- L’Associazione Medici Cattolici Italiani (AMCI) ha annunciato la propria adesione e mobilitazione in favore del manifesto “Liberi per vivere”.

E’ quanto si legge in un comunicato recapitato a ZENIT e firmato dal Presidente nazionale, il prof. Vincenzo Saraceni, e dal Segretario nazionale, il prof. Franco Balzaretti, e dai Vicepresidenti nazionali, la prof.ssa Chiara Mantovani, il prof. Stefano Ometti e il prof. Aldo Bova.

A nome delle proprie 133 sezioni diocesane, la Presidenza nazionale dell’AMCI ha annunciato che insieme ad altre associazioni e a movimenti di ispirazione cattolica, con gioia ed entusiasmo, ha sottoscritto il manifesto “Liberi per vivere”.

Nella nota sottolinea poi che non farà mancare la propria operosa collaborazione al progetto culturale che mira a diffondere capillarmente nel nostro Paese le conoscenze scientifiche ed etiche necessarie per affrontare realisticamente e ragionevolmente le questioni bioetiche oggi più dibattute, e per una autentica opera educativa a favore della tutela e della promozione della vita umana, dal concepimento sino alla morte.

Sin dalla sua fondazione, l’AMCI si è sempre dedicata alla difesa della vita umana, senza distinzioni di sesso, età, etnia, condizione fisica o morale, religione o cittadinanza.

Nell’attuale circostanza sociale e politica, l’AMCI ribadisce il proprio impegno di “carità professionale” nella cura competente e amorevole alla persona ammalata e reputa il disegno di legge sul fine-vita, approvato dal Senato, un prezioso strumento per continuare un lavoro che vede nella “alleanza terapeutica” tra il paziente ed il medico il modello di ogni relazione sanitaria che pone al centro la persona del malato e quella del medico come soggetti liberi e responsabili, chiamati a collaborare nella lotta contro la malattia, amando la vita fino alla fine.

In particolare, l’AMCI fa proprio quanto la Congregazione per la Dottrina della Fede ha ribadito nel 2007 riguardo alla persona umana in ogni sua condizione: “La somministrazione di cibo e acqua, anche per vie artificiali, è in linea di principio un mezzo ordinario e proporzionato di conservazione della vita”.

“Essa – continuava il documento – è quindi obbligatoria, nella misura in cui e fino a quando dimostra di raggiungere la sua finalità propria, che consiste nel procurare l’idratazione e il nutrimento del paziente. In tal modo si evitano le sofferenze e la morte dovute all’inanizione e alla disidratazione”.

A proposito della “procreazione medicalmente assistita” e della legge 40 che la disciplina nel nostro Paese, l’AMCI sottolinea con forza la fondamentale importanza del riconoscimento della preziosità individuale e sociale della vita umana sin dal suo esordio e della piena soggettività dell’embrione umano, contro ogni forma di preteso gradualismo nell’applicazione del principio antropologico che nessuno potrà mai diventare uomo se non lo è fin dal primo istante della sua vita.

L’AMCI riconosce che la legge 40 ha rappresentato il punto più avanzato di sintesi delle diverse sensibilità culturali presenti nel Paese e si è a suo tempo mobilitata in occasione del referendum per evitarne la abrogazione. In particolare, l’AMCI ritiene che non debbano in nessun caso essere messi in discussione gli articoli che vietano il congelamento degli embrioni umani, la loro selezione a seguito di diagnosi pre-impianto e la destinazione degli embrioni crioconservati alla sperimentazione, anche se purtroppo giacciono in questo deplorevole stato da diversi anni.

Pertanto, pur di fronte alla esigenza di tener conto della recente sentenza della Corte Costituzionale, l’AMCI invita le forze politiche alla massima cautela e a tener conto delle più recenti evidenze scientifiche in materia di inizio della vita le quali, in relazione alla analisi di una vastissima mole di dati, provenienti dalla genetica, dalla biologia cellulare e molecolare e dalla embriologia umana e comparata, consentono si affermare con ragionevole certezza che il processo della fertilizzazione costituisce, in qualunque forma o circostanza avvenga, l’inizio alla esistenza di un nuovo organismo della specie umana, quale ciascuno di noi è, cui è dovuto il rispetto riservato ad ogni persona umana.

Unendosi alle voci delle altre associazioni e dei movimenti che hanno aderito all’iniziativa di Scienza & Vita, anche l’AMCI si fa portavoce della profonda convinzione che solo amando la vita di ciascuno dall’inizio alla fine c’è speranza di futuro per tutti.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione