ROMA, mercoledì, 22 aprile 2009 (ZENIT.org).- Esattamente venticinque anni fa, alla chiusura dell’Anno Santo, il Papa affidò una croce di legno ai giovani del mondo con queste parole: “Portatela nel mondo come segno dell’amore del Signore Gesù per l’umanità e annunciate a tutti che solo in Cristo morto e risorto c’è salvezza e redenzione”.

Quella Croce, che da allora ha percorso tutti i sentieri del mondo, continua ad essere sorgente di speranza e di rinnovamento per un mondo asssetato.

Ne è convinto il nuovo responsabile della sezione Giovani del Pontificio Consiglio per i Laici, padre Eric Jacquinet, che questo mercoledì ha celebrato una messa presso il Centro San Lorenzo di Roma a ricordo della consegna della Croce della Giornata Mondiale della Gioventù.

“Può sembrare molto strano – ha detto il sacerdote francese –, che due pezzi di legno incrociati possiedano una forza così grande ma tutti coloro che hanno donato la loro fede e fiducia a Gesù hanno ricevuto una grazia di consolazione e di pace”.

“Abbiamo avuto testimonianze di guarigioni, di pace, di consolazione, di salvezza e di vita, perché questa croce non è soltanto un segno esteriore, è il segno del dono che il Signoe vuole dare a ciascuno di noi, nel nostro cuore”, ha detto.

“Ecco perché – ha poi aggiunto – vogliamo rispondere alla chiamata di Giovanni Paolo II che ci ha chiesto di portare questa croce al mondo”.

“Sappiamo che è un mezzo molto semplice per andare al cuore della fede – ha sottolineato –, cioè all'amore di Dio che ci ha donato la vita di suo Figlio e vogliamo fare questo dono al mondo, perché il mondo ha bisogno di ricevere questa speranza, questa vita nuova”.

[Intervista raccolta da Mercedes de la Torre]