Donna e libertà: le conseguenze psichiche dell'aborto

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di Elisabetta Pittino

ROMA, mercoledì, 22 aprile 2009 (ZENIT.org).- “A chi non teme il dubbio/a chi si chiede i perché/senza stancarsi e a costo/ di soffrire di morire/A chi si pone il dilemma/di dare la vita o negarla/questo libro è dedicato/da una donna/per tutte le donne” (Oriana Fallaci, Lettera ad un bambino mai nato).

Il corso di aggiornamento “Donna e libertà. Le conseguenze psichiche dell’aborto”, promosso da AMCI Brescia, Amici delle Donne, C.A.V. Brescia e Capriolo, FVL Lombardia, SNAMID sez. di Brescia, Ufficio Diocesano per la pastorale della Salute – Brescia, è dedicato a tutte le donne da una donna, da uomini, da associazioni che hanno saputo ascoltarne il “grido silenzioso”.

Il corso si occupa di dare una formazione medico-scientifica di base sulle conseguenze psichiche provocate dall’aborto spontaneo e dall’aborto procurato. Il tema è poco conosciuto, come poco conosciuto è il dolore della donna.

Il corso fa emergere il tema centrale della maternità: il dialogo di una donna con il bimbo che porta in grembo. Questo percorso porta a comprendere cosa significhi la perdita della maternità. Lo spinoso tema dell’aborto, pur se affrontato, viene lasciato sullo sfondo.

Stanotte ho saputo che c’eri: una goccia di vita scappata dal nulla. (…) in quel buio, s’è acceso un lampo di certezza: sì, c’eri. Esistevi.(…) Mi si è fermato il cuore. (…) mi sono accorta di precipitare in un pozzo dove tutto era incerto e terrorizzante. Ora eccomi qui, chiusa a chiave dentro una paura che mi bagna il volto, i capelli, i pensieri. E in essa mi perdo.(…) E’ paura di te, del caso che ti ha strappato al nulla, per agganciarti al mio ventre” (O. Fallaci, Lettera ad un bambino mai nato).

Maternità: gioia di una donna e paura di fronte alla propria vita e alla società. Accanto a lei altri protagonisti: il padre, gli altri figli, il medico, i genitori, le amiche, il datore di lavoro, il sacerdote… Un intero mondo con cui confrontarsi, prima di perdere per sempre il figlio.

Come faccio a sapere che sarebbe giusto buttarti via, come faccio a intuire che non vuoi essere restituito al silenzio? (…) Molte donne si chiedono: metter al mondo un figlio, perché? (…) E negano la speranza che la sua fame sia saziata, che il suo freddo sia scaldato, che la fedeltà e il rispetto gli siano amici, che viva a lungo per tentare di cancellare le malattie e la guerra. Forse hanno ragione loro. Ma il niente è da preferirsi al soffrire? Io (…) concludo che il soffrire sia da preferirsi al niente. E se allargo la mia vita, al dilemma nascere o non nascere, finisco con l’esclamare che nascere è meglio di non nascere” (O. Fallaci).

Perso il figlio, per “scelta” o per “caso”, è la donna ad “essere restituita al silenzio”. Ed ecco che si trova, nel suo intimo, in un tribunale, dentro una gabbia, mentre lei stessa si mette sotto processo. Tra i giudici, oltre a lei, gli altri protagonisti della sua vita e il figlio. È quest’ultimo ad avere tra le mani la vita della madre e a dovere emettere la sentenza.

La sentenza del “figlio mai nato”, senza appello, è: “mamma ti amo, doveva andare così” (B. Foà). Bisogna far conoscere questa dichiarazione d’amore alle donne, vittime di aborto, perché possano tornare alla vita.

E’ urgente che professionisti siano formati per essere “avvocati difensori” che strappino la donna da quel giudizio senza pietà che si è data e che le è dato proprio dalla società abortista.

“Donna e libertà. Le conseguenze psichiche dell’aborto” – con il patrocinio di Comune di Brescia – Assessorato ai Servizi Sociali e alle Politiche per la Famiglia, Provincia di Brescia – Associazionismo e Volontariato, Regione Lombardia, Ordine dei Medici-Brescia, Camera di Commercio-Brescia – si svolgerà l’8-9 maggio presso l’Università Cattolica di Brescia in via Trieste, 17 e presso la Sala Piamarta-Recaldini in via S. Faustino, 74, per la sola lezione dell’8 maggio alle 20,45.

Il corso, che inizia alle 15 del venerdì 8 maggio e termina alle 19 del sabato 9, è accreditato ECM per medici e psicologi (6 crediti). E’ stato chiesto accreditamento per gli infermieri. E’ un corso di aggiornamento per gli insegnanti di religione ed è aperto a chi è interessato.

[Il programma dettagliato, la scheda di iscrizione ed altre infromazioni si possono trovare su: http://movitmilano.blogspot.com, www.mpv.org o rivolgendosi a: donnaeliberta@libero.it, 3771367356, 3337903171, 3208862148]

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ZENIT Staff

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