Le università promuovano il dialogo tra fede e cultura

Incontro della Commissione Catechesi-Scuola-Università dei Vescovi europei

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UPPSALA (Svezia), lunedì, 20 aprile 2009 (ZENIT.org).- L’incoraggiamento di un “dialogo fruttuoso tra la Fede e la Cultura” sarà possibile solo se l’università recupererà il suo “ruolo di centro culturale”, ha osservato don Emilio Bettini, dell’Ufficio per la Pastorale Universitaria del Vicariato di Roma, a Uppsala.

La città svedese ha ospitato dal 17 al 19 aprile l’incontro del Gruppo di Coordinamento della Sezione Università della Commissione Catechesi-Scuola-Università del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE).

All’iniziativa hanno partecipato, tra gli altri, anche monsignor Lorenzo Leuzzi, Segretario della Sezione Università della Commissione “Catechesi, scuola, università”, padre Philip Geister, SI, Delegato Nazionale per la Pastorale Universitaria in Svezia, e don Enrico Dal Covolo, della Pontificia Università Salesiana di Roma.

L’incontro è stato chiuso dalla celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo Emil Paul Tscherrig, Nunzio Apostolico in Svezia.

Nell’intervento conclusivo, don Bettini ha ricordato l’esperienza del primo Forum Internazionale delle Università, svoltosi a Roma dal 12 al 14 marzo sul tema “Quello che voi adorate senza conoscerlo io ve lo annunzio”.

L’obiettivo principale dell’evento, organizzato dall’Ufficio per la Pastorale Universitaria del Vicariato di Roma e promosso dalla Congregazione dell’Educazione Cattolica e dal Pontificio Consiglio della Cultura, è stato quello di ripensare la pastorale universitaria per un rinnovato rapporto e servizio della Chiesa al mondo della cultura.

Vi hanno partecipato circa 600 professori provenienti da tutti i continenti e da ogni tipo di Università: pubbliche, private e pontificie.

Nel suo discorso don Bettini ha sottolineato che la riscoperta della responsabilità della Chiesa e dell’università deve tener conto del fatto che il Vangelo si rivolge all’uomo storicamente situato e che la cultura rappresenta la via per cercare la verità.

In un contesto storico caratterizzato da una crisi spirituale e socio-economica, ha osservato il sacerdote, bisogna sollecitare quanto più possibile un incontro tra Chiesa e università, affinché quest’ultima “risponda alle nuove attese della società e la Chiesa prosegua nell’annuncio della presenza di Dio nella storia”.

Secondo don Bettini, “la crisi di identità della cultura occidentale unitamente alla massiccia pressione economica e politica della globalizzazione ha trasformato gli obiettivi dell’educazione e della ricerca universitaria”, sostituendo la cultura con “il mito della performance, del management e della burocrazia”.

“E’ impossibile incoraggiare un dialogo fruttuoso tra la fede e la cultura finché l’università non recupera nuovamente il suo ruolo di centro culturale”, ha osservato.

Nel dialogo fra Vangelo e cultura, “entra in gioco niente meno la concezione dell’uomo, che non può essere relegata a un’astratta visione dell’uomo” e richiede anche “una nuova concezione della razionalità che sappia allargare i propri orizzonti verso una visione concreta e storicamente situata nella realtà umana”.

“Il tempo della riscoperta del ruolo storico della chiesa nella società contemporanea, capace per vocazione di dialogare con le culture e di assumerle in forza del mistero dell’Incarnazione, è essenziale”, ha riconosciuto.

“Agli universitari il compito di aiutare la Chiesa a compiere questo passaggio epocale attraverso una forma specifica di rapporto tra Vangelo e Cultura che noi definiamo carità intellettuale”, ha concluso.

Dal canto suo, don Enrico dal Covolo ha ricordato che per Benedetto XVI “le università europee vivono e operano in un contesto di crisi culturale, che è ‘la crisi della modernità’”, provocata “dalla diffusa adesione a un falso modello di umanesimo, che pretende di edificare un regnum hominis alieno dal suo necessario fondamento ontologico”.

Alcuni interessanti spunti di riflessione, secondo don Dal Covolo, Benedetto XVI li offre nel terzo capitolo del suo libro “Gesù di Nazaret”, in cui parla delle tentazioni nel deserto.

Le tentazioni, constata il Vescovo di Roma, “hanno un ‘nucleo perverso in comune’: si tratta in ogni caso di ‘rimuovere Dio’, stabilendo una falsa gerarchia dei valori”. “Il reale è ciò che si constata: potere e pane. A confronto, le cose di Dio appaiono irreali, un mondo secondario, di cui non c’è veramente bisogno, e di cui alla fine si può fare tranquillamente a meno”.

Con questo tipo di discorso, ha rimarcato il docente della Pontificia Università Salesiana, il Papa “non intende minimamente svalutare il progresso scientifico e tecnologico, e neppure i valori terrestri, intramondani”, volendo piuttosto “ribadire con forza la giusta gerarchia dei valori, per garantire la speranza autentica dell’uomo”.

“Il vero dramma del progresso tecnologico nella società avanzata”, ha osservato il sacerdote, è il fatto che “quando esso non è opportunamente relativizzato con un riferimento esplicito ai valori assoluti della persona umana, allora il presunto ‘progresso’ si rivela fallace e dannoso per una crescita globale dell’uomo”.

“Si tratta in sostanza – ha poi concluso – di ampliare la nostra idea di razionalità, affinché la ragione possa incontrare efficacemente la Verità”.

Il prossimo Incontro Europeo dei Delegati Nazionali si svolgerà a Porto (Portogallo) dal 18 al 20 settembre 2009.

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ZENIT Staff

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