Un festival della scienza sull’ipotesi del Creatore (I)

Francesco Agnoli propone una discussione aperta su scientismo e scienza

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di Antonio Gaspari

ROMA, mercoledì, 8 aprile 2009 (ZENIT.org).- Si svolgerà a Trento presso l’Istituto Salesiani, il 15 e 16 maggio, il Festival della scienza dal titolo “Scienza sì, scientismo no”.

Secondo gli organizzatori il grande dibattito di oggi non è quello tra scienza e fede, tra cui non esiste alcun contrasto, quanto quello tra scientismo e scienza.

I promotori del Festival sostengono che per raggiungere la verità non basta la scienza razionale, e partendo da una concezione umanistica sostengono che è improponibile una scienza che per esistere deve cancellare l’ipotesi del Creatore e la bontà della natura umana.

Per cercare di capire di più il senso e le finalità di questa iniziativa, ZENIT ha intervistato Francesco Agnoli, professore, giornalista, scrittore e neo presidente dell’associazione “Libertà e persona” (www.libertaepersona.org), che ha organizzato il Festival della scienza.

Ci sono autori come Piergiorgio Odifreddi, Richard Dawkins e Corrado Augias i quali sostengono che l’ateismo sia una forma superiore di conoscenza e di moralità, una conseguenza logica delle scoperte scientifiche, del progresso tecnico, delle valutazioni storiche sul passato dell’umanità. Quindi secondo costoro c’è una scissione insanabile tra fede e scienza. Lei hai appena pubblicato un libro dal titolo “Perché non possiamo essere atei” (Piemme): ci illustra il contenuto e perchè fede e scienza vanno a braccetto nella ricerca della verità?

Agnoli: Nel mio libro ho cercato di affrontare proprio queste tematiche, rispondendo ai vari ateologi che oggi vanno di moda, e articolando il lavoro in tre parti. La prima è intitolata L’ateismo alla prova della scienza, e affronta i problemi filosofici e scientifici più scottanti: l’origine del cosmo, l’origine della vita e l’origine della coscienza umana.

Da un punto di vista razionale e scientifico si dimostra che oggi rimane assolutamente inviolato il mistero intorno a queste origini, e perfettamente razionale l’ipotesi di un Creatore e Legislatore universale, un “divino Architetto”, come avrebbero detto Copernico e Keplero.

Per fare un esempio, la teoria del Big bang è nata in casa cattolica, e a lungo fu osteggiata proprio perché, come diceva Einstein, assomigliava troppo alla Genesi. Essa certo non ci dimostra l’esistenza di Dio, ma domanda senza dubbio una spiegazione ulteriore, non materialistica: cosa c’era prima del Big bang? Perché esiste il mondo e non il nulla? Il mondo è eterno, o è stato creato?

Interessantissimo anche il fatto che a tutt’oggi non sappiamo ancora nulla sull’origine della vita. Chiamare in causa il caso o dire che oggi tutto è chiaro, dopo l’esperimento di Miller, è una palese bugia. Ha scritto il più grande genetista contemporaneo, Francis Collins: “Pensare che abbiamo potuto dare una prima fugace occhiata al nostro manuale di istruzioni, finora noto soltanto a Dio, mi fa sentire umile. Provo un grande timore reverenziale….Nessuno scienziato serio oserebbe affermare di avere a portata di mano una spiegazione naturalistica dell’origine della vita”.

Nella prima parte affronto poi l’evoluzionismo, distinguendo tra ipotesi scientifica, ancora piena di incertezze, e darwinismo ideologico di matrice atea. La seconda parte del libro, “L’ateismo alla prova della storia”, prende in considerazione il Novecento, il “secolo delle idee assassine”, e l’origine atea di nazionalismo, razzismo, comunismo ed eugenetica. Tutte queste aberrazioni sono analizzate storicamente e filosoficamente, rintracciando l’origine comune: il rifiuto di un Dio creatore, e la presunzione dell’uomo di avere esaurito il mistero dell’universo e dell’uomo.

Affronto poi il tema dei presunti orrori ed errori della Chiesa, dalle crociate all’Inquisizione, con dati, fatti, documenti, sottolineando che a creare le varie leggende nere furono spesso terribili dittatori o comunque uomini nemici della Chiesa per motivi ideologici: cito passi di Marx, Hitler, Mussolini, Himmler, in cui si fa il processo al passato della Chiesa.

Le loro frasi sono identiche a quelle che si sentono oggi! La terza parte invece analizza l’origine dell’istituzione ospedaliera dal pensiero cristiano, e mette in luce come senza la venuta di Cristo il mondo non avrebbe mai conosciuto il sorgere di ospedali, xenodochi, e mille e mille altre opere di carità verso il prossimo. Prendo infine in esame la degenerazione utopistica di certa medicina, toccando i problemi più scottanti e attuali della bioetica, dalla fecondazione artificiale, alla manipolazione genetica, alla clonazione… non senza proporre un modello di scienza buona anche per l’oggi attraverso il ritratto e il pensiero di grandi scienziati come J. Lejeune, Erwin Chargaff e J. Testart.

Mi permetto di riportare il giudizio sul mio libro di Giuliano Ferrara, che cattolico non è: “Stanno cercando di dimostrare che l’idea di Dio, causa e scopo del mondo, appartiene all’evoluzione biologica del nostro cervello. Questione di cellule e attività genica, piuttosto che di energia spirituale rivelata nella carità. Il libro di Agnoli è un formidabile antidoto alla sindrome idolatrica”.

Nel libro lei sostiene che la teoria di Darwin è diventata un’ideologia. Ci spiega il perchè?

Agnoli: Sì, il fatto è che Darwin, come tutti gli uomini, non è stato solo uno scienziato, ma anche un uomo che si è posto le domande fondamentali sull’uomo e su Dio. Il guaio è che in certi momenti della sua vita ha riconosciuto l’impossibilità della scienza sperimentale di dirci alcunché contro l’esistenza di un Creatore, dichiarandosi coerentemente agnostico, mentre in altre occasioni, spinto dal dolore per la morte di una figlia, ha preferito abbracciare un’idea di tipo materialista, più per una ribellione esistenziale che per veri motivazioni razionali.

Sempre nel libro “Perché non possiamo essere atei” lei illustra le conseguenze del darwinismo nella fondazione dell’eugenismo e nei nuovi campi della manipolazione genetica e della fecondazione artificiale. Può illustrarci queste sue considerazioni?

Agnoli: Ho cercato di dimostrare che l’evoluzionismo materialistico, assolutamente ideologico e infondato, è molto piaciuto a personaggi come Marx, Lenin, Stalin, il primo Mussolini ecc., che hanno creduto di potersene servire per dare un’aura di scientificità alle loro dottrine.

Oggi sono i vari Pievani, Dawkins, Veronesi, Zapatero e altri, a servirsi del darwinismo per giustificare il loro ateismo e, di conseguenza, la possibilità di fare ciò che vogliono secondo il detto di Dostevskij: “Se Dio non esiste, tutto è permesso”. Il fatto è che anche il caro cugino di Darwin, Francis Galton, e due suoi figli, hanno tratto dalle forzature filosofiche del famoso naturalista i motivi per giustificare l’eugenetica, e cioè l’idea che l’uomo possa essere trattato come tutti gli altri animali d’allevamento: sterilizzato, ucciso, se malato, o povero, o comunque “inadatto”, o altro ancora.

Ci sono passi terribili in cui Darwin lamenta il fatto che la medicina, gli ospizi, l’igiene e le vaccinazioni, salvano tante persone che forse sarebbe meglio fossero morte. Dire che in Darwin ci sono passi misogini, classisti, e razzisti, non significa per questo buttare a mare i suoi contributi in campo scientifico. Significa semplicemente ricordare che ci si può rifare a lui, credendo di essere per questo “scientifici”, promuovendo politiche e idee aberranti.

Non è un caso che coloro che oggi fanno dell’evoluzionismo, erroneamente, la base dell’ateismo, e di conseguenza dell’aborto, della clonazione ecc., tengano ben nascosti i passi di Darwin che oggi chiunque condannerebbe, e che, lo ripeto, ebbero purtroppo una notevole influenza storica, come dichiarano anche Leon Poliakov e Gorge Mosse, i più famosi storici del ra
zzismo. Lo ha scritto anche un famoso scienziato ateo come Edoardo Boncinelli: “…un certo modo di vedere l’evoluzione è stato alla base di alcune delle teorie più aberranti sul presente e sul futuro della specie umana e sulla struttura dell’umanità in razze e strati sociali” (Le forme della vita).

[La seconda parte verrà pubblicata giovedì 9 aprile]

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ZENIT Staff

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