Vescovi belgi contro la risoluzione del Parlamento sul Papa

L’Osservatore Romano rivendica la sua “libertà di espressione”

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CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 3 aprile 2009 (ZENIT.org).- La Camera dei deputati del Belgio ha approvato questo giovedì una risoluzione che chiede al governo di condannare le “inaccettabili” dichiarazioni rilasciate da Benedetto XVI sul volo per l’Africa riguardo l’inefficacia del preservativo nella lotta all’Aids e di “protestare ufficialmente presso la Santa Sede”.

In una nota diffusa questo venerdì dalla Conferenza dei Vescovi del Belgio, i presuli scrivono: “Rispettiamo il carattere democratico di questa decisione, ma ci rammarichiamo per il contenuto”.

La risoluzione, continuano, “non tiene conto di ciò che Benedetto XVI ha realmente voluto esprimere”, ossia che “senza una educazione alla responsabilità sessuale, gli altri mezzi di prevenzione rimarranno deficitari”.

“Auspichiamo – aggiungono – che con l’avvicinarsi della Pasqua, la polemica emotiva possa smorzarsi. Ciò di cui il nostro Paese e l’Africa hanno tanto bisogno è una riflessione serena su tutti i mezzi da mettere in opera per frenare l’epidemia dell’Aids”.

In un articolo, il quotidiano della Santa Sede, “L’Osservatore Romano”, ricorda che “l’ovvio e dovuto rispetto per un’istituzione di rappresentanza democratica non deve far dimenticare quello altrettanto doveroso nei confronti della libertà di espressione di un’autorità religiosa alla quale fanno riferimento oltre un miliardo di donne e di uomini in tutto il mondo, soprattutto quando le sue affermazioni non risultano comprese nella loro intenzione”.

Dal canto suo il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, in una intervista alla Radio Vaticana ha espresso “stupore” per la risoluzione “dato che in ogni Paese democratico appare ovvia la libertà del Santo Padre e della Chiesa cattolica di esprimere le proprie posizioni e linee di azione su argomenti che hanno evidente attinenza con la visione della persona umana e della sua responsabilità morale, con le prospettive di impegno educativo e formativo delle persone, con il servizio di cura dei malati e dei sofferenti”.

“La grande tradizione ed esperienza della Chiesa nel campo formativo e in quello sanitario, in particolare anche nei Paesi più poveri, è così evidente da non aver bisogno di dimostrazioni o commenti”, ha aggiunto il gesuita.

“Viene anche da domandarsi – ha poi concluso – se le posizioni del Santo Padre siano state considerate con sufficiente attenzione e serietà, o piuttosto attraverso il filtro non obiettivo ed equilibrato di echi nei media occidentali”.

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ZENIT Staff

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