I giusti “lumi” cominciano a farsi strada

di Giorgio Salina*

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ROMA, giovedì, 2 marzo 2009 (ZENIT.org).- Mercoledì 25 marzo scorso, a Strasburgo, il Presidente del Parlamento europeo, Hans Gert Pöttering, ha innaugurato i lavori di un “working group” sulla dignità umana, e nel suo intervento ha affermato: « Ovviamente ci sono diversi punti di vista su quale sia l’origine del concetto di dignità: i membri di questo gruppo ritengono che la dignità sia conferita all’essere umano dal fatto di essere creato a immagine di Dio. Io sono tra questi».

Immediatamente dopo ha preso la parola l’on. Nirj Deva, del Regno Unito, membro del “Conservative and Unionist Party”, dichiaratamente laico, e questo è il passaggio più significativo del suo interevnto: « … si dovrebbe riconoscere palesemente quanto le istanze di giustizia e di pace del continente si basino sul concetto di fratellanza, figlio del Cristianesimo».

L’on. Gay Mitchell, irlandese, membro delFine Gael Party”, che presiedeva la riunione, ha concluso dicendo: «Io sono in politica perché voglio servire i cittadini e ho idee e convinzioni su come ciò possa essere fatto. A volte le idee sono controverse, ma il dibattito è l’essenza della politica. La missione di questo gruppo di lavoro è esplorare, con particolare attenzione il ruolo che la cultura, che comprende il contributo del cristianesimo, ha storicamente svolto nella comprensione della persona umana». L’on. Mario Mauro, Vice Presidente del Parlamento europeo, ha sottolineato quanto sia importante tutto ciò per “tutte” le decisioni da prendere in ogni campo.

È quindi intervenuto mons. Aldo Giordano, Osservatore permanente della Santa Sede presso il consiglio d’Europa, in rappresentanza di mons. André Dupuy, Nunzio Apostolico presso le Comunità europee, il quale ha poi rilasciato questa lunga ma significativa dichiarazione: « La persona umana è l’insieme degli occhi, del naso, della bocca, della testa, del corpo. Invece, il rischio è sempre di prendere un aspetto solo dell’uomo, come se si prendesse solo l’occhio, si lavorasse per l’occhio, si ingigantisse l’occhio e l’occhio occupasse tutto lo spazio, e tutto il resto dovesse essere piccolo. Quindi, la dignità umana è legata alla ricchezza, siamo al servizio della ricchezza dell’uomo e direi anche della bellezza dell’uomo, a questo punto. L’uomo bello è quello che ha l’armonia di tutti gli aspetti. Ogni aspetto è importante, per cui il lavoro è importante, ma non è l’unica dimensione. La ragione è importante, ma non è l’unica dimensione, il sentimento è importante, ma non è l’unico, il corpo è importante, ma non è l’unico. Allo stesso tempo, anche lo spirito non è l’unica dimensione, perchè la persona umana è una persona incarnata. Un’altra dimensione è che la persona umana è costituita dal rapporto con l’altro e quindi tutto ciò che realizza il rapporto con l’altro, con l’altra cultura, con l’altro popolo, con l’altro uomo o donna, e così via, è una ricchezza, perché noi siamo costituiti dal rapporto. La persona umana è costituita dal rapporto anche con la natura, con il mondo e, direi, poi, soprattutto, la dignità della persona si forma sul fatto che noi siamo esseri aperti alla Trascendenza. Quindi, se siamo esseri che veniamo da Dio e torniamo a Dio, lì veramente c’è una dignità immensa della persona umana. E noi saremmo contenti anche di riaprire il cielo azzurro sull’Europa, di riaprire il cielo dell’Eterno sull’Europa, perché è una nuovissima prospettiva che dà veramente una dignità immensa ad ogni essere umano. Quindi, la dignità della persona umana è che ha vissuto la sua umanità, che, forse, in sintesi è poi la capacità di amare. Io ho sperimentato anche al Consiglio d’Europa che quando si parla della crisi finanziaria, della crisi economica, si sta tornando ad un vocabolario a noi familiare. Tutti diciamo oggi che è giunta un’epoca in cui occorre tornare alla morale, tornare all’etica, tornare alla responsabilità, tornare alla fiducia, alla solidarietà. Sono termini della nostra tradizione. Anche qui credo si tratti di avere l’orizzonte un poco ampio. Noi come Chiesa vediamo per esempio sempre “tutta” l’umanità. Per noi è difficile vedere solo una nazione o anche solo l’Europa. Noi vediamo sempre una nazione, un popolo, un continente inseriti nella globalità del mondo. E quindi vediamo quasi spontaneamente questa interdipendenza mondiale, anche perché il cristianesimo è sempre stato globale: il cristianesimo è sempre stato una proposta che vale per tutti i continenti, per tutte le culture. Sentiamo che se teniamo questo orizzonte della fraternità universale, poi diamo concretamente un contributo. Credo che oggi ci sia uno spazio nuovo, in cui delle idee e direi delle esperienze di vita ritrovano veramente spazio».

L’avvio dei lavori di questo working group è stato certamente un fatto significativo ed importante; raramente nelle aule delle istituzioni europee, in particolare in quelle del Parlamento, risuonano parole esplicite come queste, dette con questa chiarezza, che rivalutano e considerano imprescindibile il ruolo del cristianesimo nella costruzione della storia e della cultura europea, insieme ai contributi di altre culture. Ma, a mio avviso, è ancor più importante ciò che è accaduto perché potrebbe segnare l’inizio di un serio ascolto delle diverse posizioni, inclusa quella cristiana cattolica, alla quale normalmente viene contrapposta una chiusura totale; forse è proprio questa la strada per giungere ad un concetto condiviso di laicità delle Istituzioni che privilegi l’uomo, e comprenda tutti gli uomini.

Certamente non sarà la fine immediata di tutte le contrapposizioni preconcette, ma è comunque un inizio promettente, anche se ieri, giovedì 2 aprile, per non perdere l’abitudine, siamo stati ad un passo da una decisione faziosa ed illiberale circa l’insegnamento della religione, il ruolo delle scuole cattoliche e la libera espressione della cultura giudaico-cristiana. Il disastro è stato evitato grazie ad un emendamento del PPE, approvato per il rotto della cuffia, che comunque ha evitato prese di posizioni assurde. Il tentativo era condotto dai gruppi gay e lesbiche, alleati alla sinistra massimalista, alcuni liberali ed i verdi. Francamente si auspica che l’intolleranza di questi “tolleranti” – per i quali, molto semplicemente, chi non la pensa come loro deve essere fatto tacere – lasci il passo a discorsi più costruttivi. Speriamo che il gruppo di lavoro sulla dignità umana dia un contributo decisivo in questo senso.

A mia conoscenza, notizia di quanto sopra è stata data solo dalla Radio Vaticana, con un ampio servizio,  e ripresa da Radio Maria Italia. Forse anche questo fatto merita qualche considerazione!

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* Giorgio Salina è Presidente dell’Associazione Fondazione Europa

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ZENIT Staff

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