Giovani in riflessione spirituale a Camaldoli

Intervista a padre Matteo Ferrari, responsabile del convegno

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di Antonio Gaspari

ROMA, mercoledì, 24 dicembre 2008 (ZENIT.org).- Si svolgerà dal 27 dicembre al primo di gennaio, nella foresteria del monastero di Camaldoli, la giornata di incontro e riflessione per giovani 2008.

Si tratta di un incontro dedicato in particolare ai giovani, tra i venti e i trent’anni, che vogliono trascorrere insieme alla comunità monastica un momento di riflessione, amicizia e condivisione.

Ha un frequenza annuale e quest’anno ha per tema: “Di ogni albero mangerai…L’esistenza tra dono e limite nei racconti della creazione” (Gn 1-3).

Le giornate saranno caratterizzate dalla possibilità di condividere con i monaci la preghiera liturgica, da incontri di carattere biblico-spirituale, da momenti di dialogo personale e in gruppo.

Quest’anno, oltre agli interventi di diversi monaci della comunità di Camaldoli i padri Ubaldo Cortoni, Matteo Ferrari e Sandro Rotili, ci sarà la riflessione guidata da don Guido Benzi, direttore dell’Ufficio Catechistico Nazionale della Conferenza Episcopale Italiana.

Un’altra novità delle giornate giovani 2008 è la collaborazione tra il monastero di Camaldoli e la FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana).

Nella notte del 31 dicembre, partendo dalla chiesa dell’Eremo, monaci e ospiti vivranno un momento di preghiera (Veglia della pace) che terminerà nella chiesa del Monastero. Dopo la veglia ci sarà un momento di festa insieme nella foresteria del monastero.

Per spiegare il senso e gli obiettivi dell’incontro, ZENIT ha intervistato padre Matteo Ferrari, responsabile del Convegno.

Qual è l’attualità di una proposta di riflessione nel monastero di Camaldoli?

Padre Matteo: L’attualità di un monastero e delle sue proposte non sta in cose differente da ciò che fanno la vita e l’esperienza dei monaci nella loro vita quotidiana fatta di preghiera, ascolto, vita comune, lavoro… “sotto la guida del Vangelo”, come afferma la Regola di Benedetto.

In fondo allora potremmo dire che l’attualità di Camaldoli nel Terzo Millennio è esattamente quella che aveva nel Secondo.

Questo non per dire che ci si chiuda nell’immobilismo e non si accetti il dialogo con la cultura contemporanea – che anzi è uno degli aspetti che maggiormente ci sta a cuore – ma per evitare il rischio, oggi molti diffuso, di fuggire dall’ordinarietà e dalla quotidianità credendo di fare cose significative solo quando ci si impegna per eventi straordinari.

Il senso della vita monastica è proprio questo: quello di testimoniare una umile e semplice fedeltà al Vangelo nella vita di ogni giorno fatta di relazioni e di solitudine. Per questo si può dire che l’attualità del nostro contributo ultimamente sta nell’esperienza che viviamo oggi come ieri.

“Di ogni albero mangerai…”. Perché avete scelto questo passo del Vangelo?

Padre Matteo: Nel libro della Genesi, quando si descrive la creazione, si afferma che tutto è dono: Dio dona all’uomo ogni cosa e lo pone come “signore” nel giardino che egli stesso ha piantato per lui.

Tuttavia c’è un “limite” il divieto di mangiare del frutto di un solo albero. Si tratta di un limite che è anch’esso – nell’ottica del testo biblico – un dono che permette la vita. La vita dell’uomo è da leggersi tra queste due sponde: il limite e il dono.

Abbiamo scelto questo tema per le giornate per giovani di quest’anno perché ci è parso significativo per la vita dei giovani che verranno a Camaldoli a passare gli ultimi giorni dell’anno.

Il fatto che molti giovani si avvicinino ogni anno alla spiritualità è indice di un cambio di rotta nell’animo delle nuove generazioni?

Padre Matteo: Credo che non si tratti di un cambio di rotta. I giovani hanno sempre cercato proposte significative e forti. L’esperienza della vita monastica è vista da loro come un luogo nel quale poter ricercare tali proposte.

Non sempre si è all’altezza delle loro domande e occorre porsi nei loro confronti, come afferma il Card. Martini, non come maestri ma come testimoni dell’unico “maestro interiore”. Afferma il Card. Martini: “Ai giovani non possiamo insegnare nulla, possiamo solo aiutarli ad ascoltare il loro maestro interiore”. Suonano strane, ma sono parole di sant’Agostino.

Egli afferma con grande chiarezza che possiamo solo creare le condizioni per consentire a un giovane di capire. “La comprensione, il giudizio, deve essergli dato dalla sua interiorità”.


Per ogni informazione: FORESTERIA MONASTERO
52010 CAMALDOLI (AR)
Tel. 0575  556013 – Fax 0575  556001
e-mail: foresteria@camaldoli.it
sito Internet: http://www.camaldoli.it

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ZENIT Staff

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