CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 24 dicembre 2008 (ZENIT.org).- In questi giorni di Natale, pieni di decorazioni e di regali, Benedetto XVI ha lasciato un consiglio per scoprire il senso della celebrazione: “la festa si può organizzare, la gioia no”.
E’ questa una delle constatazioni alle quali è giunto nel discorso che ha rivolto il 22 dicembre ai membri della Curia Romana nella tradizionale udienza per lo scambio degli auguri in occasione della nascita di Gesù (cfr. ZENIT, 22 dicembre 2008).
“Parte integrante della festa è la gioia – ha affermato il Santo Padre –. La festa si può organizzare, la gioia no”.
“Essa può soltanto essere offerta in dono; e, di fatto, ci è stata donata in abbondanza: per questo siamo riconoscenti”.
Citando Friedrich Nietzsche, il Pontefice ha affermato che “l’abilità non sta nell’organizzare una festa, ma nel trovare le persone capaci di trarne gioia”.
“Come Paolo qualifica la gioia frutto dello Spirito Santo, così anche Giovanni nel suo Vangelo ha connesso strettamente lo Spirito e la gioia. Lo Spirito Santo ci dona la gioia. Ed Egli è la gioia”.
“La gioia è il dono nel quale tutti gli altri doni sono riassunti. Essa è l’espressione della felicità, dell’essere in armonia con se stessi, ciò che può derivare solo dall’essere in armonia con Dio e con la sua creazione”, ha aggiunto.
“Fa parte della natura della gioia l’irradiarsi, il doversi comunicare”. La missione della Chiesa, ha osservato, “non è altro che l’impulso di comunicare la gioia che ci è stata donata”.
“Che essa sia sempre viva in noi e quindi s’irradi sul mondo nelle sue tribolazioni: tale è il mio auspicio alla fine di quest’anno”, ha concluso.