CITTA' DEL VATICANO, martedì, 23 dicembre 2008 (ZENIT.org).- Per il Papa la celebrazione, durante il 2008, del bimillenario della nascita dell'Apostolo San Paolo è stata uno dei tre assi dell'anno che si sta per concludere, insieme al Sinodo della Parola e ai viaggi negli Stati Uniti, in Australia e in Francia.
Nel suo tradizionale discorso per la presentazione degli auguri natalizi alla Curia Romana, il Pontefice ha compiuto un bilancio del 2008 sottolineando che è stato un anno ricco di avvenimenti importanti, come il 50° anniversario della morte di Pio XII e dell'elezione di Giovanni XXIII o i 40 anni dell'Enciclica Humanae vitae.
L'Anno Paolino, ha spiegato, è più di un ricordo, perché “lo sguardo della memoria si è spinto anche più indietro, al di là degli avvenimenti del secolo scorso, e proprio in questo modo ci ha rimandato al futuro”.
“Paolo per noi non è una figura del passato. Mediante le sue lettere, egli ci parla tuttora. E chi entra in colloquio con lui, viene da lui sospinto verso il Cristo crocifisso e risorto”.
L’Anno Paolino, ha aggiunto, “è un anno di pellegrinaggio non soltanto nel senso di un cammino esteriore verso i luoghi paolini, ma anche, e soprattutto, in quello di un pellegrinaggio del cuore, insieme con Paolo, verso Gesù Cristo”.
Il Papa ha sottolineato anche l'importanza ecumenica di questo bimillenario, ricordando che alla cerimonia di inaugurazione, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, erano presenti il Patriarca eucumenico Bartolomeo I di Costantinopoli e rappresentanti di molte altre Chiese e comunità ecclesiali.
“In definitiva – ha osservato –, Paolo ci insegna anche che la Chiesa è Corpo di Cristo, che il Capo e il Corpo sono inseparabili e che non può esserci amore per Cristo senza amore per la sua Chiesa e la sua comunità vivente”.