Benedetto XVI esorta a ricercare le radici cristiane della società

Ricevendo docenti e studenti del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana

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CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 21 dicembre 2008 (ZENIT.org).- Ricevendo questo sabato in udienza i docenti e gli studenti del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, Benedetto XVI li ha esortati a portare avanti “la ricerca delle radici cristiane della nostra società”.

Nel suo discorso alla delegazione, accompagnata dal Gran Cancelliere dell’istituzione, il Cardinale Zenon Grocholewski, il Papa ha voluto manifestare “vivo apprezzamento per la preziosa e feconda attività culturale, letteraria ed accademica” svolta dall’Istituto “a servizio della Chiesa e, più in generale, della cultura” per andare incontro alle attese di “quanti hanno a cuore la conoscenza e lo studio delle ricche memorie storiche della comunità cristiana”.

L’Istituto, ha riconosciuto il Pontefice, ha come obiettivo principale “lo studio delle vestigia della vita ecclesiale lungo i secoli” e offre l’opportunità di inoltrarsi nella complessa realtà della Chiesa dei primi secoli, “per comprendere il passato rendendolo presente agli uomini di oggi”.

Quando bisogna descrivere la storia della Chiesa, ha constatato il Papa, “la paziente ricerca dell’archeologo non può prescindere dal penetrare pure le realtà soprannaturali, senza tuttavia rinunciare all’analisi rigorosa dei reperti archeologici”.

Non è infatti possibile “una completa visione della realtà di una comunità cristiana, antica o recente che essa sia”, se non si tiene conto del fatto che “la Chiesa è composta di un elemento umano e di un elemento divino”.

“Cristo, il suo Signore, abita in essa e l’ha voluta come comunità di fede, di speranza, di carità, quale organismo visibile, attraverso il quale diffonde per tutti la verità e la grazia”, ha aggiunto il Papa citando la Costituzione Dogmatica Lumen gentium.

“In questa pre-comprensione teologica, il criterio di fondo non può che essere quello di lasciarsi conquistare dalla verità ricercata nelle sue autentiche fonti, con un animo sgombro da passioni e pregiudizi, essendo l’archeologia cristiana una scienza storica, e come tale basata sullo studio metodico delle fonti”.

Secondo Benedetto XVI, “la diffusione della cultura artistica e storica in tutti i settori della società fornisce agli uomini del nostro tempo i mezzi per ritrovare le proprie radici e per attingervi gli elementi culturali e spirituali che li aiutino ad edificare una società a dimensione veramente umana”.

Ogni uomo e ogni società, ha infatti rilevato, hanno bisogno di una cultura aperta alla dimensione antropologica, morale e spirituale dell’esistenza.

Per questo motivo, il Papa auspica che, “grazie anche al lavoro del vostro benemerito Istituto, prosegua ed anzi si intensifichi la ricerca delle radici cristiane della nostra società”.

A suo parere, l’esperienza dell’Istituto prova che lo studio dell’archeologia, soprattutto dei monumenti paleocristiani, permette di “approfondire la conoscenza della verità evangelica che ci è stata trasmessa, ed offre l’opportunità di seguire i maestri e testimoni della fede che ci hanno preceduto”.

“Conoscere l’eredità delle generazioni cristiane passate permette a quelle successive di mantenersi fedeli al depositum fidei della prima comunità cristiana e, proseguendo sullo stesso cammino, continuare a far risuonare in ogni tempo e in ogni luogo l’immutabile Vangelo di Cristo”, ha constatato.

L’Istituto si pone dunque come mezzo privilegiato per “servire la storia e l’arte valorizzando le numerose testimonianze che la ‘Città eterna’ possiede della civiltà occidentale, della cultura e della spiritualità cattolica”.

“Si tratta di un patrimonio prezioso formatosi nel corso di questi due millenni, un tesoro inestimabile di cui siete amministratori e dal quale occorre, come fa lo scriba del Vangelo, trarre incessantemente del nuovo e dell’antico (cfr Mt 13,52)”, ha concluso.

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ZENIT Staff

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