di Antonio Gaspari
STRASBURGO, mercoledì, 17 dicembre 2008 (ZENIT.org).- Oltre quaranta delegati in rappresentanza delle associazioni per la vita e per la famiglia di 12 Paesi hanno sottoscritto a Strasburgo, il 16 dicembre, un messaggio in cui affermano il loro “No all’eutanasia” e la loro solidarietà nei confronti del Granduca Enrico di Lussemburgo.
Il messaggio inizia spiegando che “il confine che distingue la civiltà dalla barbarie è il modo in cui una comunità umana difende, protegge e cura i più deboli. Per questo l’eutanasia è un atto barbarico, mentre la cura amorevole dei malati è espressione della civiltà umana”.
A sessanta anni dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, i delegati dei movimenti per la vita e per la famiglia riuniti a Strasburgo hanno condannato la pratica della “dolce morte” ed hanno espresso “calorosa solidarietà e sostegno al Granduca Enrico di Lussemburgo che si è rifiutato di firmare una legge che autorizza l’eutanasia ed il suicidio assistito”.
“Noi siamo convinti – è scritto nel messaggio – che la vita vada difesa dal concepimento alla morte naturale. Ed una società che fa prevalere la cultura della morte e non difende la vita dei suoi cittadini, non ha futuro”.
“Noi crediamo, altresì, che l’Europa ha ancora molto da dire in favore della cultura della vita ed è la speranza che alimenta il nostro impegno per costruire la civiltà dell’amore”, conclude poi il messaggio.