Fiducia del Cardinale indiano, nonostante le persecuzioni

“Con il Signore ci sarà sempre vittoria”, afferma l’Arcivescovo di Mumbai

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MUMBAI, mercoledì, 17 dicembre 2008 (ZENIT.org).- Anche se negli ultimi mesi la situazione dei cristiani in India è molto difficile a causa delle persecuzioni iniziate ad agosto dopo l’uccisione del leader indù Swami Laxmananda Saraswati, della quale sono stati accusati proprio i cristiani malgrado la rivendicazione di un gruppo maoista, non bisogna mai dimenticare che “con il Signore ci sarà sempre vittoria”.

E’ quanto afferma l’Arcivescovo di Mumbai, il Cardinale Oswald Gracias, in un’intervista rilasciata a “L’Osservatore Romano” in cui ricorda che “non dobbiamo scoraggiarci”.

L’ondata di violenza anticristiana è costata la vita a circa 500 persone e ha visto bruciate case, chiese e proprietà ecclesiastiche in un vortice che sembra non scemare e anzi potrebbe acuirsi in vista delle elezioni, al punto che in alcune zone dell’India sono state cancellate le celebrazioni natalizie per paura di nuovi attacchi (cfr. ZENIT, 9 dicembre 2008).

La situazione risulta ancora più inquietante dal momento che la Chiesa in India “è conosciuta per i suoi eccellenti servizi educativi e sanitari e anche per le attività sociali”, ha riconosciuto il Cardinale Gracias. “L’azione missionaria prima protagonista nelle sole città, si è poi progressivamente spostata nei villaggi con la precisa intenzione di aiutare i poveri”.

La comunità cristiana, aggiunge, “è apprezzata perché pacifica e orientata al servizio verso il prossimo” e la Chiesa cattolica “è vista come ben organizzata e disciplinata”.

Nonostante questo, negli ultimi mesi si è scatenata la violenza contro i cristiani per tre motivi fondamentali: l’assassinio del leader indù – nei cui confronti la Chiesa ha emesso una decisa condanna e ha negato ogni responsabilità –, il fatto che “alcune sètte evangeliche potrebbero essere state meno sensibili nei loro sforzi di evangelizzazione” e “la tragica situazione dei politici che cercano di ‘guadagnare’ consensi approfittando di questi conflitti”.

Di fronte agli attacchi, denuncia il Cardinale, sia il Governo centrale che quello dell’Orissa, uno degli Stati più colpiti, “sono stati irresponsabili”.

“Inizialmente sembravano mossi dalla volontà di agire – ha spiegato –. Molte delegazioni hanno avuto occasione di incontrare i leader politici sia a livello centrale che locale, ma al di là delle espressioni di comprensione, nulla è stato veramente fatto. In questo modo le violenze vanno avanti da oltre due mesi”.

Anche se nel dialogo interreligioso “qualche progresso è stato registrato”, sottolinea, questo “non ha toccato le gente comune”, rimanendo a livello di contatti tra i leader religiosi.

In questo contesto, visto che “l’intera Nazione si trova in uno stato di shock e di rabbia” soprattutto dopo i recenti attentati a Mumbai, “è naturale che le celebrazioni natalizie saranno prive della consueta gioia”, osserva il porporato.

Per questo, la Chiesa ritiene necessario porre l’accento “sul messaggio di amore e pace che Gesù può dare”.

“Le persecuzioni non sono nuove nella Chiesa, ma essa ha sempre trionfato. Il Vangelo e il messaggio di Gesù sono sempre stati vittoriosi”, ha commentato.

“Sono tempi di prova, quelli attuali, per i Vescovi, i sacerdoti, i religiosi e i fedeli in Orissa, ma con il Signore ci sarà sempre vittoria”.

Il porporato ha espresso la volontà della Chiesa in India di “incrementare gli sforzi nel dialogo tra religioni”, “promuovere la pace e l’armonia tra la gente” e “impegnarci per rimuovere tutti i pregiudizi nelle menti delle persone”.

“Non dobbiamo scoraggiarci – ha concluso –: le parole del Signore sono la nostra assicurazione ‘Io sarò sempre con voi’”.

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ZENIT Staff

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