di Antonio Gaspari
DACHAU, martedì, 16 dicembre 2008 (ZENIT.org).- “Da Dachau dove l’Europa ha conosciuto la notte più buia vogliamo portare un messaggio di speranza”. Lo ha detto Carlo Casini, Presidente del Movimento della Vita italiano (MpV), in occasione della visita al lager di Dachau, in Germania.
“Nel sessantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo – ha affermato Casini – intendiamo illuminare il cielo dell’Europa, difendendo la vita e la famiglia”.
Insieme a un centinaio di giovani provenienti dalla Toscana, e alle autorità locali, Casini ha deposto una corona di fiori sul memoriale di Dachau, visitando poi il Monastero Carmelitano del Preziosissimo Sangue.
Incontrando la Madre Superiore delle suore carmelitane, di origine ungherese, Casini le ha chiesto il perché di un convento di clausura dentro un lager. La religiosa ha riposto che “il principale motivo è quello di dimostrare che anche nei posti di maggior sofferenza, Dio c’è, e le carmelitane ci sono con le preghiere, con l’adorazione e con la contemplazione”.
Karl Freller, Direttore della Fondazione che promuove la memoria, ha parlato dell’impegno portato avanti dall’amministrazione locale e dal governo della Baviera affinché “l’ideologia che ha generato l’orrore dei lager, non si ripresenti mai più”.
Reinhold Bocklet, Vicepresidente del Parlamento della Baviera, ha spiegato che il lager di Dachau “rappresenta il capitolo più buio della storia tedesca”; un luogo “terribile” che mostra “la dimensione dei crimini che i nazionalsocialisti hanno commesso”.
“Ma l’Unione europea – ha sostenuto – testimonia la volontà dei popoli che la compongono di porre ciò che ci accomuna al di sopra di ciò che ci divide, di risolvere i conflitti in modo pacifico nonché di rispettare e di difendere con fermezza i diritti umani”.
Nel corso della vista al lager di Dachau, di fronte alla mappa dei lager costruiti in Germania, Casini ha precisato che il programma di eliminazione di Hitler cominciò con la soppressione tramite eutanasia di disabili, down e malati.
Per questo motivo ha ripetuto con forza che, per difendere la civiltà umana, bisognerà garantire che non ci sia “mai più eutanasia!”.