“Ho imparato da Chiara ad allargare il cuore”

Intervista a Maria Voce, presidente dei Focolari

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di María de la Torre

ROMA, lunedì, 15 dicembre 2008 (ZENIT.org).- Alcuni mesi dopo la sua nomina a presidente del Movimento dei Focolari, Maria Voce (Ajello Calabro, Cosenza, 1937) ha rivelato a ZENIT quali emozioni ha provato nel sentire pronunciare il suo nome il giorno dell’elezione come successore di Chiara Lubich.

Laureata in Giurisprudenza, ha vissuto per vari anni in Turchia, dove è rimasta molto colpita dalla devozione della gente per Sant’Antonio.

Il suo brano preferito della Bibbia, ha detto, è quello in cui si narra di Gesù risorto. Ogni mattina, oltre a recitare le preghiere, Maria Voce si rivolge a Chiara chiedendole di darle il suo cuore per amare i figli come lei avrebbe voluto.

Ha conosciuto il Movimento dei Focolari all’università, quando aveva 21 anni, e successivamente ha provato a conoscere meglio questa realtà nonostante qualche amica le avesse detto che si trattava di una sorta di setta. Questo aspetto, riconosce, l’aveva molto incuriosita, tuttavia sentiva dentro di sé che non poteva trattarsi di qualcosa di negativo se i risultati erano così buoni.

Come ha scoperto di sentirsi parte dei Focolari?

María Voce: Uscire da quella casa piena di gioia, andare incontro all’autista dell’autobus piena di gioia, a chi mi vendeva il biglietto piena di gioia e d’amore e vedere che tutto cambiava nella mia vita… Quando la sera mi sono ritrovata da sola nella mia stanza ho preso il Vangelo per capire che cosa era succeso, per vedere meglio cos’era accaduto ed ho trovato il brano della samaritana a cui Gesù dice: “Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è che ti dice: dammi da bere”… e mi sono detta che questo era quello che mi era successo. Ho scoperto chi era l’autista, chi era il bigliettaio, chi era la vicina… erano Gesù.

Cosa prova ad essere stata eletta nuovo presidente dei Focolari?

Maria Voce: Sento una grande responsabilità, ma anche una grande pace perché so che è una responsabilità condivisa con tutti i focolari del mondo, con tutti i movimenti del mondo, perché è la responsabilità di portare avanti il carisma che Chiara chi ha donato, un carisma collettivo perché io non sono sola, siamo noi tutti insieme.

La stampa ha detto di lei che è stata il braccio destro di Chiara. Com’è stato lavorare al fianco di Chiara Lubich?

Maria Voce: Vorrei precisare che non ero il braccio destro di Chiara […ride….] Comunque ho collaborato con Chiara tante volte, le sono stata vicina anche in alcuni suoi viaggi, e sono stati momenti importanti, veramente di grazia, di privilegio. Cosa ho imparato? Ho imparato ad allargare il cuore… a sfondare le barriere, ad andare incontro a chiunque con lo stesso amore… senza preconcetti, senza pregiudizi. Perché lei faceva così. E’ stata così da quando l’ho conosciuta fino alla fine. E’ sempre vissuta così. Ricordo che certe volte mi diceva: “Sai, domani viene tale persona o un focolarino o un visitatore”, ma con un tale amore, con una tale gioia nell’accogliere questa persona che mi allargava il cuore perché sentivo che amava me, che amava chiunque. Allora cerco di imitarla in questo.

Aveva mai pensato di poter diventare presidente del Movimento dei Focolari?

Maria Voce: No, assolutamente. E’ stata una sorpresa, una vera sorpresa.

Che cosa ha pensato nel momento in cui è stata eletta?

Maria Voce: Mi sono rivolta a Chiara spontaneamente. Le ho detto “Tu vuoi questo?”. Anche il giorno prima le avevo chiesto cosa volesse in quel momento. Quando è stato fatto il mio nome con una votazione quasi unanime, mi sono detta: Chiara diceva sempre che si fidava dell’espressione che veniva fuori dall’unità dell’assemblea, di questa presenza di Gesù che ci fa uniti nel suo nome. Infine ho pensato: l’assemblea vuole questo. Gesù vuole questo. Chiara vuole questo. Accetto.

Inizia ora una nuova tappa per i Focolari o semplicemente continuerete a migliorare il cammino già percorso da Chiara?

Maria Voce: Non comincia una nuova tappa ma si continua. Però è vero allo stesso tempo che inizia una nuova tappa, perché questa comincia ogni giorno, visto che ogni giorno dobbiamo essere nuovi, nuovi noi nel nostro impegno, nell’amore verso gli altri, quindi è anche nuovo. Adesso naturalmente l’obiettivo sarà sempre quello di arrivare alla fratellanza universale, di arrivare a costruirla… i mezzi saranno sempre quelli: l’amore reciproco, la presenza di Gesù fra i suoi uniti nel suo nome. Le strade saranno sempre quelle tracciate da Chiara attraverso anche gli statuti e tutti i dialoghi. I sistemi possono essere diversi, perché naturalmente saremo anche attenti ai segni dei tempi.

Ci sarà qualche cambiamento?

Maria Voce: Forse sì, però non posso dirlo, non so, perché Chiara ha sempre detto che l’opera la porta avanti Dio. Lui sa i piani, io non li so ancora, li scopro momento per momento.

Le dà fastidio quando la chiamano la nuova Chiara Lubich?

Maria Voce: Mi dà fastidio perché nessuno può sostituire Chiara. Sono sicura che di Chiara ce n’è una sola, e sono felice di questo. Mi sento mandata da lei a servire l’opera che ha fondato, e basta. Non sono una nuova Chiara.

Si sente la mancanza di Chiara o c’è solo la mancanza fisica perché lei rimane ancora con noi?

Maria Voce: Sì, si sente la mancanza. Quella fisica certamente, ma anche a livello affettivo, a livello spirituale. Questo però non fa sentire Chiara lontana, ma ci impegna a vivere quello che lei ha già dato. E’ come i bambini che a un certo punto non hanno più la mamma e si sentono automaticamente grandi, devono impegnarsi di più, devono essere più buoni, devono sapersi perdonare, devono sapersi ascoltare meglio perché la mamma ha insegnato questo e quando non c’è più questi suoi insegnamenti sono più forti dentro.

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ZENIT Staff

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