Il crocifisso esprime “l’elevato fondamento dei valori civili”

Lo afferma una sentenza del Consiglio di Stato

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

di Antonio Gaspari

ROMA, venerdì, 12 dicembre 2008 (ZENIT.org).- Con una lettera pubblicata dal “Giornale di Vicenza”, il 7 dicembre 2008, il prof. Sergio Benetti, docente dell’Istituto Remondini di Bassano del Grappa, è intervenuto nella discussione sulla legittimità del crocifisso nella aule scolastiche, ricordando una Sentenza del Consiglio di Stato.

Con argomentazioni esattamente contrarie a quelle del giudice spagnolo che ha decretato di far rimuovere i crocifissi dalle scuole, il prof. Benetti ha sottolineato che “con la decisione n. 556 del 13 febbraio 2006, il Consiglio di Stato italiano ha messo la parola fine alla lunga querelle sul crocifisso nelle aule scolastiche”.

La sentenza afferma infatti che il segno cristiano deve restare nelle aule scolastiche non perché sia un “suppellettile” o un “oggetto di culto”, ma perché “é un simbolo idoneo ad esprimere l’elevato fondamento dei valori civili” che hanno un’origine religiosa ma “che sono poi i valori che delineano la laicità nell’attuale ordinamento dello Stato”.

La lunga e articolata sentenza si sofferma anche sul concetto di laicità, specificando come “la laicità, benché presupponga e richieda ovunque la distinzione tra la dimensione temporale e la dimensione spirituale e fra gli ordini e le società cui tali dimensioni sono proprie, non si realizza in termini costanti e uniformi nei diversi paesi, ma, pur all’interno della medesima civiltà, è relativa alla specifica organizzazione istituzionale di ciascuno Stato. In sostanza il concetto di laicità italiano è differente da quello britannico, da quello francese o spagnolo”.

Ancora si legge: “E’ evidente che il crocifisso è esso stesso un simbolo che può assumere diversi significati e servire per intenti diversi; innanzitutto per il luogo in cui è posto”.

Se si trova in un luogo di culto il crocifisso è propriamente ed esclusivamente un simbolo religioso, mentre invece, prosegue la sentenza, “in una sede non religiosa, come la scuola, destinata all’educazione dei giovani, il crocifisso potrà ancora rivestire per i credenti i suaccennati valori religiosi, ma per credenti e non credenti la sua esposizione sarà giustificata ed assumerà un significato non discriminatorio sotto il profilo religioso, se esso è in grado di rappresentare e di richiamare […] valori civilmente rilevanti […] valori che stanno alla base ed ispirano il nostro intero ordinamento costituzionale”.

In tal senso il crocifisso potrà svolgere, anche in un orizzonte ‘laico’, diverso da quello religioso che gli è proprio, una funzione simbolica altamente educativa, a prescindere dalla religione professata dagli alunni”.

La VI sezione del Consiglio di Stato, con la decisione n. 556 del 13 febbraio 2006, ha respinto il ricorso di una cittadina finlandese che chiedeva la rimozione del crocifisso nelle aule della scuola media di Abano Terme (Padova), frequentate dai figli.

La donna si era in precedenza rivolta al Tar del Veneto, che sollevando una questione di legittimità  aveva passato la richiesta all’attenzione della Corte Costituzionale.

I giudici della Consulta, nel dicembre del 2004 avevano dichiarato inammissibile la questione, e quindi non erano entrati nel merito, in quanto l’affissione del crocifisso nelle scuole non era previsto da una legge, bensì da due regolamenti del 1924 e del 1927 sugli arredi scolastici sui quali il giudice delle leggi non poteva sindacare.

Pertanto la Corte Costituzionale aveva rimandato tutto al mittente. E il Tar del Veneto, chiamato in causa una seconda volta, si era già espresso, in maniera non molto difforme dalla sentenza del Consiglio di Stato.

[Per chi volesse approfondire la questione, può leggere per intero la sentenza della Corte suprema nella sezione all’indirizzo: www.eius.it/giurisprudenza/2006/015.asp]

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione