I cattolici di Macao preoccupati per il provvedimento sulla sicurezza nazionale

Perplessità sulla messa in discussione del regime speciale della regione

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di Anita S. Bourdin

PARIGI, mercoledì, 10 dicembre 2008 (ZENIT.org).- A Macao, i cattolici sono preoccupati per il disegno di legge sulla sicurezza nazionale, secondo quanto rende noto Églises d’Asie (EDA), l’agenzia delle Missioni Estere di Parigi.

Dopo la sua restituzione alla Repubblica Popolare Cinese da parte del Portogallo nel 1999, la Regione Amministrativa Speciale di Macao beneficia, come Hong Kong, di un regime particolare in base al principio “un Paese, due sistemi”.

Una Legge Fondamentale garantisce il mantenimento del sistema istituzionale e dello stile di vita che Macao ha avuto per 50 anni. Un recente disegno di legge proposto dall’attuale Governo, tuttavia, suscita preoccupazione negli ambienti cattolici.

Il progetto riguarda l’articolo 23 della Legge Fondamentale. Si tratta di indicare come delitto gli atti pregiudizievoli per “la sovranità, l’integrità territoriale, l’unità o la sicurezza nazionale” della Repubblica Popolare Cinese, e la lista di questi atti include sette categorie: tradimento, secessione, sovversione, sedizione, furto di segreti di Stato, appartenenza o contatto con gruppi o organizzazioni politiche a Macao o all’estero “che mettano in pericolo la sicurezza nazionale”.

Il testo prevede pene detentive da uno a vent’anni, in base alla gravità del crimine.

Il 22 ottobre scorso il Capo dell’Esecutivo di Macao, Edmund Ho Hau Wah, ha dichiarato che questa legge “è necessaria e viene a riempire una lacuna legale derivata dal trasferimento di Macao dal Portogallo alla Cina”. Il 30 novembre è scaduto il termine di 40 giorni per la consultazione popolare. Il responsabile dell’Esecutivo ha aggiunto di sperare che la legge sia approvata dal Parlamento locale nel 2009.

Il 15 novembre, il settimanale cattolico cinese “L’Osservatorio di Macao” ha organizzato un incontro nel centro per la pastorale giovanile della Diocesi per discutere il disegno di legge. I partecipanti hanno espresso la propria inquietudine nei confronti di un testo percepito come una potenziale limitazione delle libertà.

Per Antonio Ng Kuok-cheong, cattolico e membro del Parlamento locale, i 40 giorni di consultazione pubblica previsti dal Governo sono “notoriamente insufficienti” e dovrebbero essere prolungati, ma soprattutto il testo legale dovrebbe includere una clausola di “difesa dell’interesse pubblico” opponibile, in alcuni casi, alle minacce designate come “attentati alla sicurezza nazionale”. Antonio Ng è fondatore e presidente della New Democratic Macau Association, uno dei movimenti civili più attivi di Macao.

Per Paulino Commandante, avvocato e cattolico, il disegno di legge pecca di “imprecisione”. Ad esempio, il concetto di “segreto di Stato” non è chiaramente delimitato, e ciò pone il Governo in una posizione di forza rispetto ai cittadini.

“Se il carattere criminale di un atto viene definito dalle autorità dopo che l’atto è stato commesso, le libertà individuali sono in grave pericolo”, ha commentato l’avvocato esprimendo preoccupazione per il fatto che i cattolici di Macao possano essere considerati delinquenti “semplicemente perché sono in contatto con le comunità ‘clandestine’ della Chiesa cattolica in Cina”.

Per Chio Chu-Ching, segretaria generale del Centro per la pastorale giovanile della Diocesi di Macao, i giovani, che in genere discutono problemi sociali su Internet, “temono che i loro commenti nei forum siano controllati e di essere poi accusati di infrangere la legge sulla sicurezza nazionale”, ha avvertito, precisando che i giovani vedranno limitata la propria libertà d’espressione, il che porterebbe a un totale disinteresse per la politica.

Suor Beatrice Leung Kit-fun, docente di Scienze Politiche all’Università di Macao e di Hong Kong, ha detto di sperare che i cattolici facciano valere il proprio punto di vista. Sia a Hong Kong che a Macao, ha dichiarato, il principio “un Paese, due sistemi” “non può funzionare senza una libera espressione delle opinioni, anche se sono divergenti”.

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ZENIT Staff

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