CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 4 dicembre 2008 (ZENIT.org).- La federazione mondiale di aiuto cattolico Caritas Internationalis ha lamentato gli scarsi impegni assunti nella Conferenza di Doha per sradicare la povertà.
“Ogni minuto una donna muore dando alla luce suo figlio e ogni tre secondi muore un bambino – afferma in un comunicato inviato a ZENIT –. Questo si potrebbe evitare con uno sforzo ulteriore di 1.000 milioni di dollari all’anno. I poveri non possono attendere altro tempo perché qualcuno si decida ad agire”.
“Se è stato possibile disporre in poche ore di migliaia di milioni di dollari per accorrere in soccorso al sistema bancario, è moralmente ingiustificabile permettere che tante donne e tanti bambini continuino a morire per cause evitabili”, avverte.
Il commento è sostenuto dal rappresentante di Caritas Internationalis al vertice di Doha, Michael Roy, che denuncia il fatto che l’incontro si sia chiuso senza aver adottato alcuna misura o impegno d’urgenza per aiutare i milioni di persone che vivono nella povertà più assoluta.
Decisioni efficaci e partecipative
“Per far fronte alla crisi globale – ha affermato Roy –, il mondo ha bisogno di decisioni efficaci e partecipative, che non possono essere adottate unicamente dai Paesi ricchi, siano essi 8 o 20, perché le loro preoccupazioni in genere girano intorno alla difesa dei propri interessi più che di quelli dei milioni di poveri del mondo”.
Per questo motivo, Caritas Internationalis ha lodato la decisione adottata a Doha di convocare un vertice del più alto livello sulla crisi finanziaria ed economica e sul suo impatto sullo sviluppo dei Paesi più vulnerabili.
Per Michael Roy, questa è stata “l’unica misura che include tutti i Paesi che fanno parte delle Nazioni Unite”.
I partecipanti alla Conferenza di Doga hanno proposto al presidente dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite di assumere la preparazione di questo vertice, che potrebbe aver luogo nel marzo 2009, prima della prossima riunione del G20 a Londra.
In questo senso, Caritas Internationalis ha espresso il proprio sostegno al lavoro del gruppo di esperti creato dal presidente dell’Assemblea Generale per mettere a punto i temi del vertice e che, secondo Roy, “potrebbe affrontare una profonda riforma degli organismi di Bretton Woods per adattarli alla situazione attuale”.
Per il rappresentante della Caritas a Doha, “la decisione di celebrare questo vertice presuppone una speranza per i Paesi poveri, permettendo loro di partecipare in modo attivo alla costruzione di un mondo democratico e giusto in un momento in cui il vecchio modello orientato esclusivamente al massimo beneficio mostra le sue debolezze”.
“E’ il momento – ha aggiunto – di porre l’essere umano al centro dello sviluppo dell’umanità”.