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Signor cardinale,
Cari fratelli nell’episcopato,
1. Vi porgo il mio più cordiale benvenuto in questo incontro nel quale culmina la vostra visita ad limina e che mi ha permesso di condividere, come Successore di Pietro, gli impegni apostolici che affrontate nell’amata terra cilena.
Desidero innanzitutto ringraziare vivamente monsignor Alejandro Goi{l-cacute} Karmeli{l-cacute}, vescovo di Rancagua e presidente della Conferenza episcopale, per le cordiali parole che mi ha rivolto a nome di tutti. Esprimo anche il mio affetto e la mia riconoscenza alle vostre rispettive diocesi e a tutti i figli della Chiesa in Cile.
2. Il Signore Gesù, dopo aver trascorso la notte in preghiera, «chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede il nome di apostoli» (Lc6, 12). Egli ha scelto anche voi, cari fratelli successori degli apostoli, e rendendovi partecipi del suo amore, vi ha affidato il compito di diffondere nel mondo il suo messaggio di salvezza (cfr. Gv 15, 15).
Per questo vi invito a coltivare un’intensa vita interiore e di fede profonda, poiché nel contatto intimo con il Maestro nella preghiera maturano le iniziative pastorali migliori per rispondere ai bisogni spirituali dei fedeli e così, partendo da Dio, potremo giungere ai nostri fratelli con una parola efficace di speranza. Indubbiamente le difficoltà e gli ostacoli sono molti, ma sostenuti dalla promessa di nostro Signore, che ci assicura della sua presenza fra noi tutti i giorni fino alla fine del mondo (cfr Mt 28, 20), e dal potere del suo Spirito Santo, potremo dedicarci con gioia ed entusiasmo al grande compito di portare Cristo a tutti gli uomini con lo stesso ardore degli apostoli.
3. Quale frutto di un vasto sforzo di discernimento ecclesiale, e in sintonia con il documento conclusivo della v conferenza generale dell’episcopato dell’America Latina e dei Caraibi, tenutasi ad Aparecida, avete elaborato alcuni validi orientamenti pastorali per i prossimi quattro anni. Con essi intendete suscitare in tutti i fedeli la gioia di seguire Cristo, e anche una maggiore coscienza missionaria che permetta a tutta la comunità ecclesiale cilena di affrontare con vero impulso apostolico le sfide del momento presente.
Questa grande impresa evangelizzatrice, nella quale vi siete risolutamente impegnati, esige da tutti uno sforzo particolare di purificazione e di carità. Sapete bene che l’uomo di oggi sente l’urgente bisogno di esempi di vita veramente evangelici e coerenti. Per questo la santità di tutti i membri della Chiesa, e soprattutto dei suoi pastori, è uno dei doni più preziosi che potete offrire ai vostri fratelli. Ricordando i numerosi santi e beati della vostra terra che, con la loro meravigliosa testimonianza di fede e di dedizione al servizio dei fratelli (cfr. Orientaciones Pastorales, n. 3), sono un patrimonio non solo della Chiesa cattolica ma di tutta la società cilena, continuate a proporre instancabilmente la chiamata universale alla santità (cfr.Lumen gentium, nn. 39-42).
4. Desidero anche affidarvi in modo particolare i sacerdoti, vostri più vicini collaboratori, e vi chiedo di trasmettere loro la mia riconoscenza per la loro fedeltà al ministero ricevuto e per il lavoro costante e generoso che svolgono. Mostratevi molto vicini alle loro difficoltà e aiutateli affinché, fra le molteplici attività che riempiono la loro giornata, sappiano dare la priorità alla preghiera e alla celebrazione dell’Eucaristia, che li conforma a Gesù Cristo, sommo ed eterno sacerdote.
A tale proposito, vi incoraggio affinché non desistiate dai vostri sforzi per migliorare la qualità della formazione umana, intellettuale e spirituale dei seminaristi. È inoltre necessario potenziare la dimensione vocazionale della vita cristiana nella pastorale con i giovani, mediante un adeguato accompagnamento spirituale che permetta loro di rispondere con generosità alla chiamata di Gesù nella loro vita.
5. Conosco anche la grande opera che avete realizzato affinché i laici accettino con responsabilità e maturità le esigenze del loro battesimo, partecipando secondo la propria condizione laicale alla missione di tutta la Chiesa. Continuate a offrire loro un’adeguata educazione alla fede, come pure un contatto più assiduo con la Parola di Dio, che li porti a un maggiore impegno missionario nella loro vita. Essi hanno ricevuto come vocazione specifica la santificazione del mondo, trasformandolo dal di dentro secondo il progetto di Dio (cfr. ibidem, n. 31). Tutti i settori della società possono essere illuminati dalla luce della fede. Penso, fra le altre cose, al mondo della cultura, della scienza e della politica, alla promozione della famiglia, fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna, alla creazione di condizioni di lavoro più giuste e all’aiuto ai più bisognosi, alla tutela dell’ambiente, alla difesa della vita umana in tutte le fasi della sua esistenza e all’obbligo e al diritto dei genitori all’educazione morale e spirituale dei figli.
Un altro aspetto importante del vostro ministero che desidero raccomandarvi vivamente è l’attività caritativa delle vostre diocesi a favore dei poveri. In effetti, sull’esempio della prima comunità di discepoli (cfr. At 2, 42-44), dobbiamo cercare di far sì che la Chiesa, come famiglia di Dio, sia un luogo di aiuto reciproco (cfr. Deus caritas est, n. 32).
6. Infine, vi incoraggio a continuare a coltivare lo spirito di comunione con il Romano Pontefice e con gli altri fratelli vescovi, soprattutto all’interno della stessa Conferenza episcopale e della stessa provincia ecclesiastica. Cari fratelli, siete stati conformati «a Cristo per amare la Chiesa con l’amore di Cristo sposo» (Pastores gregis, n. 13) e per vegliare sull’unità e proteggerla. Siate dunque per tutti veri modelli e strumenti di comunione.
Nel congedarmi da voi, vi chiedo di portare ai vescovi emeriti, ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose, ai seminaristi, e anche a tutti i fedeli, il saluto del Papa e di assicurarli della sua preghiera per loro. Pongo nelle mani materne della Vergine del Carmen le vostre persone, affinché Ella vi guidi e vi aiuti a condurre a buon fine i vostri impegni apostolici, e vi imparto la Benedizione Apostolica, che estendo a tutti i vostri amati fedeli diocesani.
[Fonte: “L’Osservatore Romano”]